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Come abbiamo analizzato nei capitoli precedenti, in tutti gli angoli del mondo, Kosovo, Kashmir, Palestina, Cecenia ed in molti altri paesi, i Musulmani sono soggetti ad una crudeltà ininterrotta e spietata, ed a problemi a non finire. Sarebbe sbagliato ritenere che i modi in cui questi procedono non siano collegati l’un l’altro. D’altro canto, attribuire questi scontri ai tratti politici e geografici innati dei signoli paesi denoterebbe una comprensione limitata. Tutte le guerre e le violenze che si verificano nella storia del mondo, non importa dove, indicano l’esistenza di persone che da esse traggono dei vantaggi. Tutti i Musulmani dovrebbero osservare questi avvenimenti ed esserne consapevoli. Diversamente, si rischierebbe di osservare i singoli eventi come fatti spontanei che non richiedono soluzione. In un hadith, il Messaggero di Allah, il Profeta Muhammad, si riferì anch’egli all’oppressione, e disse che essa sarà “un’ombra nel Giorno della Resurrezione”19.
Il ventesimo secolo è stato un tempo segnato specialmente da una brutalità senza precedenti. Tra i movimenti a sostegno delle guerre e della brutalità, il comunismo – che è a favore di una filosofia materialista e rifiuta completamente la religione, i valori morali e la famiglia – è quello principale. Nei paesi dove il comunismo ha il controllo, la storia fornisce prove più che sufficienti di quanto sia disgraziata la vita che la miscredenza porta alle società. Per avere una comprensione chiara di questo sistema brutale, sarà d’aiuto un breve sguardo alla storia ed alla situazione attuale in Russia, un paese che è rimasto sotto il governo comunista per decenni.
Karl Marx and Friedrich Engels |
Marx ed Engels, i fondatori del materialismo dialettico e i mentori del comunismo, furono entrambi atei convinti. Sostenendo che tutte le forme di miglioramento, nel mondo, potessero essere ottenute per mezzo del conflitto, essi credevano di poter raggiungere i loro obiettivi soltanto per mezzo di una rivoluzione comunista. Entrambi provavano un’ostilità profondamente radicata verso la religione, e vedevano l’eliminazione della religione stessa come una condizione preliminare perperché loro idee potessero prevalere. Marx ed Engels credevano che il movimento comunista potesse avere inizio solo una volta che fossero stati eliminati la fede in Dio e l’ostacolo della religione. Marx non fu mai in grado di mettere in pratica le sue teorie. Dopo la sua morte, Lenin portò a compimento la rivoluzione.
Lenin, che giunse al potere dopo una sanguinosa guerra civile tra i suoi militanti comunisti e quanto rimaneva delle armate aristocratiche, fornì gli indizi riguardanti la politica che avrebbe dovuto essere perseguita seguendo il suo governo. Al suo tempo, coloro che resistevano a lui e al sistema comunista venivano giustiziati. La guerra civile durò tre anni, e portò alla Russia la devastazione completa. A seguito di questa sanguinosa guerra, Lenin fondò la prima dittatura totalitaria del mondo a partito unico.
Durante il regno del leader comunista Lenin, decine di migliaia di persone innocenti morirono di fame. La carestia che dominò nel periodo di Lenin e Stalin si verificò semplicemente perché le risorse per il nutrimento della popolazione furono spese per fini ideologici. |
Il periodo di Lenin fu, per la Russia, di rovina totale, specialmente nei termini della sua economia; furono imposte tasse addizionali alle persone che erano già molto povere. La fame e la miseria aumentarono stabilmente. La sua politica comportò una nazionalizzazione estensiva, il razionamento del cibo, ed il controllo sull’industria, e nessuno si sarebbe assunto il rischio di resistere alla sua politica, dal momento che tutti conoscevano bene la fine di coloro che ci avevano anche solo provato.
Nel momento in cui Lenin morì, nel 1924, la politica che egli perseguiva gli aveva fatto guadagnare l’odio intenso della gente, compreso quello di coloro che gli erano più vicini. Il suo successore a capo del partito comunista fu Stalin, il dittatore più sanguinario che la storia abbia mai conosciuto.
L’esperienza della gente, nei 25 anni durante i quali Stalin govermò rivelò, ancora di più, la natura del tutto spietata del sistema comunista. Non ci fu fine all’omicidio, al massacro e alla tortura. Il suo “progetto comunismo” divenne un’esperienza del tutto zeppa di dolore per la gente comune; milioni di persone caddero nell’inedia e nella miseria, gli abitanti dei villaggi furono impiegati per i lavori forzati e la gente era gravemente oppressa. Al contempo, tutte le forme di pratica religiosa furono messe fuori legge. Stalin iniziò confiscando i campi dei contadini, che costituivano l’80% della popolazione totale della Russia. Come parte della politica di nazionalizzazione, degli ufficiali riunirono tutte le colture dei villaggi, provocando la carestia per milioni di donne, bambini ed anziani. Nel solo Kazakhstan, il 20% della popolazione morì di fame. Nel Caucaso, il tasso di decessi salì ad oltre un milione.
Migliaia di persone che cercarono di resistere a queste politiche furono internate nei campi di lavoro in Siberia. In questi campi, dove il lavoro forzato era estremamente duro, la maggioranza dei prigionieri non sfuggiva alla morte. Migliaia di persone vennero giustiziate dalla polizia segreta di Stalin. L’emigrazione forzata divenne parte della politica Stalinista; milioni di persone furono ricollocate, lasciando le loro terre natali per parti remote della Russia.
Stalin fu responsabile di almeno venti milioni di morti in tutta la Russia. Da quel che raccontano gli storici, egli ricavava piacere da tale brutalità e, nel suo ufficio del Cremlino, si divertiva molto ad esaminare i tassi di mortalità provenienti dai campi di lavoro. Il terrore, al tempo di Stalin, non era diretto soltanto a coloro che davano voce ad obiezioni al sistema o agli intellettuali. Sotto gli attacchi dei militanti comunisti, chiunque era minacciato. |
Stalin fu responsabile di almeno venti milioni di morti in tutta la Russia. Da quel che narrano gli storici, Stalin ricavava piacere da una tale brutalità e, nel suo ufficio del Cremlino, si divertiva molto ad esaminare i rapporti riguardanti i bilanci delle vittime provenienti dai campi di concentramento.
Il terrore, al tempo di Stalin, non era diretto soltanto a coloro che davano voce ad obiezioni verso il sistema o agli intellettuali. Sotto gli attacchi dei militanti comunisti, ognuno era minacciato. Indiscriminatamente, le masse furono internate nel “Gulag”, una rete di campi di lavori forzati, dove molte persone furono giustiziate. Stalin si assicurò un potere assoluto sulle masse per mezzo del terrore. I venticinque anni del suo governo dittatoriale non si lasciarono dietro altro che le masse cadute in miseria.
Nelle società comuniste, le inevitabili conseguenze della miscredenza sono la fame, la miseria, il disordine e la violenza. |
La Russia è una chiara illustrazione delle società miscredenti, nelle quali è improbabile esista una vita soddisfatta e felice. Ciò perché, per la sua natura innata, la miscredenza tenta le persone a commettere ogni sorta di crimine per beneficio personale, compreso l’omicidio o addirittura il sottoporre i bambini a violenze per ricavarne piacere. La società russa di oggi reca testimonianza agli effetti distruttivi del sistema antireligioso di cui il popolo soffrì per decenni. La degenerazione è il segno di questo sistema. Ribaltare questa situazione è possibile solo per mezzo dell’insegnamento dei valori dell’Islam a tutta la gente, ed aiutandola a riguadagnare i propri valori spirituali.
Stalin mise in pratica il progetto della rivoluzione comunista in Russia, lasciandosi dietro venti milioni di morti. Questo regime sanguinario in Russia venne imitato da un altro regime comunista in Cina.
Nel 1949, sotto la leadership di Mao Tse-Tung, i comunisti presero il potere in Cina dopo una sanguinosa guerra civile. Come il suo stretto alleato Stalin, tra il 1949 ed il 1976, egli stabilì un regime repressivo e sanguinario. In Cina ebbero luogo innumerevoli esecuzioni politiche. L’esercito era costituito di truppe comuniste formate da uomini e donne. Nei mesi seguenti, i giovani militanti, chiamati da Mao le “Guardie Rosse”, gettarono il paese nel terrore.
In uno sforzo teso a nascondere la sua vera natura, Mao usò dei posters che lo rappresentavano chiaramente come un idolo. |
Il deterioramento economico in Russia ebbe i suoi paralleli in Cina, grazie ai principi cui si aderiva sotto il nome di “cambiamento socialista e uguali diritti”. Lo stesso scenario fu ripetuto in Cina; le persone non godettero più dei propri diritti, e tutte le loro proprietà furono confiscate a beneficio dello stato. In breve, anche in Cina, il regime comunista, che fu presentato come il rifugio ed il salvatore delle masse, confiscò campi, animali, raccolti e proprietà personali, così come aveva fatto in Russia.
La nazionalizzazione venne presentata come un prerequisito del “cambiamento socialista”. La “giustizia sociale” operava soltanto per arricchiere la gente che stava al potere e coloro che la adulavano. Allo stesso tempo, la gente comune, i cui “diritti si supponeva fossero protetti”, moriva di fame. I problemi economici divennero maggiormente onerosi, richiedendo delle riforme fondamentali. Tuttavia, ogni riforma si aggiungeva soltanto alla miseria ed al disordine sociale nel paese. Ogni fallimento nella riforma economica costava migliaia, addirittura milioni di vite. In questo paese esteso su una vasta area geografica, Mao mise in opera un genocidio di massa del suo stesso popolo, specialmente delle minoranze.
La gerarchia del partito comunista ed il suo dittatore, Mao, che deteneva l’assoluta autorità in ogni campo della vita, chiusero la Cina a tutte le influenze esterne, e tennero sotto stretto controllo la stampa e le comunicazioni. Ogni critica o protesta sollevata contro le politiche del governo terminava in una esecuzione. Scrittori, artisti e scienziati che avevano lavorato sulla cultura, la storia e la lingua delle minoranze furono riuniti e giustiziati da questo sanguinario regime dittatoriale. Ancora oggi, il mondo, comprese le Nazioni Unite, non può raccogliere delle vere informazioni che riguardano gli avvenimenti che hanno luogo nella Cina Rossa, come il caso dei Turchi Uigur giustiziati.
L’eliminazione delle fedi religiose è l’obiettivo principale di ogni regime comunista. A questo fine, viene impiegata una politica sistematica di repressione e propaganda. Le credenze religiose sono rimpiazzate da filosofie sviluppate dai leader che sono idolatrati. Questo fu anche il caso della Cina, uno dei principali paesi anti-Islamici del Lontano Oriente. Iniziando con il periodo di Mao, i governanti della Cina proibirono ogni genere di pratica religiosa. Gli imam furono soggetti a una feroce tortura, e le moschee furono chiuse. La religione, considerata il maggiore ostacolo al sistema materialista, divenne un oggetto di discussione proibito.
La gente in Cina veniva costantemente indottrinata sull’infallibilità e la superiorità del leader totalitario. Nelle scuole, il “Libretto Rosso”, nel quale Mao spiegava estesamente la propria bizzarra filosofia, fu incorporato nel curriculum. Bambini e giovani venivano istruiti nella filosofia materialista, la quale presenta il concetto di Dio come un notevole ostacolo allo sviluppo umano. Le persone erano incoraggiate ad uccidersi l’una l’altra, addirittura ad assassinare le proprie madri, se ciò era nell’interesse del sistema comunista.
La nuova generazione fu indottrinata ad essere ostile alla nazione, alla religione, alla cultura e alla storia, che costituiscono parte della politica statale Marxista. |
L’ideologia comunista vede il concetto di famiglia come opposto ai propri scopi. A questo fine, milioni di famiglie in Cina furono distrutte. Per i cosiddetti interessi dell’economia dello stato, le famiglie vennero separate, i bambini furono portati negli orfanotrofi ed i membri della famiglia poterono riunirsi soltanto una volta all’anno.
Questi sono tutti argomenti importanti, dal momento che oggi il comunismo viene ancora propagato in tutto il mondo. La fine di un paese nel quale viene adottato il comunismo non sarà differente da quella della Russia o della Cina. Il solo modo per proteggere una nazione da questo sistema segnato dal massacro, dalla violenza, dalla fame e dalla disumanità è mettere le persone – specialmente i giovani – a conoscenza della religione. La gente miscredente che è inconsapevole della vera religione e, conseguentemente, non conosce i valori apportati dalla religione, è portata al comunismo. Questa è la ragione per la quale i materialisti considerano la religione la potenza più importante ed efficiente contro di loro. Spiegare loro la religione purificata da tutto il fanatismo, così come fornire prove riguardanti i difetti della filosofia del comunismo, sono tra le precauzioni che si possono prendere per proteggere una nazione da un tale disastro.
Le esecuzioni di massa realizzate dai Khmer Rossi in Cambogia, un altro paese comunista, rivelano la natura crudele ed inumana del comunismo. |
Il regime comunista ingannò le masse presentando il comunismo come “la sola via alla vera salvezza”. “Raggiungere la meta del comunismo” ha inflitto torture inumane a milioni di persone. Amnesty International spesso riporta il continuo trattamento brutale e la tortura contro le cosiddette “comunità etniche” e specialmente le minoranze Musulmane che vivono entro i confini cinesi. Ai prigionieri non è consentito difendersi, e sono costantemente obbligati a tenere la testa in posizione china. Si sa che i Musulmani vengono puniti con metodi crudeli ed inumani.
Gli storici, ora, si chiedono se il Comunismo abbia ucciso cento milioni di persone in totale, oppure “soltanto” ottanta milioni.
1. Tutti i ragionamenti basati sui valori morali e sulla coscienza sono eliminati, e le società sono oppresse da regimi totalitari. Sotto questi regimi, le persone non hanno il diritto di godere dei propri diritti e delle proprie libertà fondamentali. I valori morali vengono completamente rifiutati, e i gruppi basati su interessi acquisiti dominano la società. Il sistema miscredente non permette alcuna attività che non serva gli interessi del sistema miscredente dominante.
2. La gente è indottrinata a credere che il dittatore sia infallibile e che le sue decisioni siano importanti. In tutti i regimi antireligiosi (fascismo e comunismo), è comune la pratica perversa di idolatrare il leader.
3. La libertà di pensiero e di religione sono interamente limitate. L’ingresso nelle moschee, nelle chiese e nelle sinagoghe non è consentito, e la comunicazione della religione è proibita. Il bilancio nazionale dedica un fondo speciale per combattere la religione.20
4. Lo stato detiene il completo controllo sull’economia. Gli investimenti privati non sono permessi. Fabbriche, mezzi di produzione, attrezzature manifatturiere e banche sono nazionalizzate.
5. I soldati comunisti confiscano le proprietà immobiliari private. I campi e i raccolti dei contadini sono nazionalizzati “nell’interesse del paese”.
6. La fame e la denutrizione mietono milioni di vite, comprese le donne, i bambini e gli anziani. Il sistema ha creato persone povere e svantaggiate, imponendo ad ognuno una vita dura. In questa vita, acquistare una pagnotta, ad esempio, significava attendere in coda per ore.
7. La gente veniva internata nei campi di lavoro e giustiziata in massa. Quelli che restavano venivano utilizzati per i lavori forzati in condizioni molto difficili. Coloro che non riuscivano ad adattarsi alle condizioni lavorative erano esiliati in Siberia.
8. Le ribellioni venivano represse nel sangue dai militanti comunisti. Gli insorti venivano uccisi in pubblico a colpi d’arma da fuoco.
9. Quelli che si opponevano al sistema o presentavano delle critiche, che fossero politici oppure intellettuali, erano giustiziati.
10. La gente che deteneva il potere godeva delle stravaganze, mentre la gente comune viveva nella miseria. Ad esempio, quando il Partito Comunista andò al potere, la differenza tra il salario di un lavoratore e quello di un membro del Partito Comunista era tra i 25 ed i 30mila rubli. I salari dei membri del Partito Comunista erano tra i 25 ed i 100mila rubli. La maggioranza della gente comune aveva un salario di soli 150 rubli. Inoltre, i membri del Partito Comunista avevano abitazioni, automobili e l’accesso a servizi sanitari gratuiti. Nessuno di questi benefici era disponibile alla gente il cui lavoro costituiva la spina dorsale dell’economia nazionale.21
11. Le forze di polizia del regime oppressivo terrorizzavano la gente. Le persone vivevano sotto una costante minaccia.
12. Il Partito Comunista spedì il paese verso infiniti cicli di agitazioni civili, di rivolte e di disordini.
13. Il sistema oppressivo e totalitario ebbe la sua influenza anche sulle scuole. Secondo Lenin, l’educazione non doveva essere obiettiva, imparziale ed isolata dalla politica. Nel suo discorso tenuto al Primo Congresso sull’Educazione Sovietica il 25 Agosto 1918, affermò che lo scopo principale dell’educazione è eliminare la borghesia. Egli dichiarò esplicitamente che non c’è educazione al di fuori della politica, e che affermare il contrario sono pure bugie ed ipocrisia. 22 Il fine dell’educazione è allevare generazioni prive di fede e moralmente deboli, stordite per servire gli interessi del comunismo.
14. I giovani venivano sottoposti al lavaggio del cervello mediante la miscredenza, e il sistema crebbe dei militanti, invece che delle generazioni pacifiche.
15. Il concetto di famiglia venne eliminato. I bambini furono separati dalle loro famiglie e cresciuti negli orfanotrofi. Il concetto di famiglia era considerato contrario agli “interessi dello stato”. Negli incontri del Partito Comunista si esprimevano opinioni quali “La rivoluzione è destinata a rimanere debole finchè esistono i legami familiari ed il concetto di famiglia”.23
16. L’arte e la scienza non trovarono un ambiente nel quale fiorire, sotto i regimi comunisti. Un’ampia porzione del budget nazionale fu destinata agli armamenti, la maggior parte utilizzata per soggiogare e giustiziare le masse.
17. Ai giovani non veniva dato uno scopo nella vita, perciò essi finivano con l’innalzare i tassi dei suicidi. Il sistema stesso spingeva gli adolescenti alla dipendenza dalla droga o dall’alcool.
18. La libertà di stampa fu totalmente limitata. Le pubblicazioni e le trasmissioni erano consentite unicamente fintantoché lodavano il sistema e il leader. Altrimenti, erano fatte tacere.
Massacri ad opera dei Leaders Comunisti |
I bolscevichi capeggiati da Leon Trotsky sparano ai membri dell’Armata Bianca (sopra). Il massacro noto come “La Domenica di Sangue” (a metà, sinistra). Persone innocenti giustiziate durante il regime di Stalin (a metà, destra). Religiosi fucilati durante la Comune di Parigi (a destra). |
La Miseria della Gente nei Paesi Comunisti |
Nelle società comuniste, la vita quotidiana della gente è irta di difficoltà e problemi. Ad esempio, il bambino nell’immagine tenta di bere acqua fangosa perché non trova acqua potabile. Nelle altre immagini, si vede chiaramente la miseria apportata dalla miscredenza. |
19. Sahih Muslim, Book 32, Numero 6248
20. Ali Bulac, Çağdaş Kavramlar ve Düzenler (Concetti e Ordini Contemporanei), p.108
21. Mahmud Ahmet, Islam Iktisadı (Economia Islamica), p.80
22. Alija Ali Izetbegovic, Islam Between East and West, p. 102
23. Ali Bulac, Çağdaş Kavramlar ve Düzenler (Concetti e Ordini Contemporanei), p.114