Allah chiama alla dimora della pace e guida chi Egli vuole sulla Retta via.
(Corano, 10:25)
Un altro tema importante che è stato all’ordine del giorno insieme agli atti di terrorismo contro gli Stati Uniti è la relazione tra il mondo occidentale e quello islamico. Come è risaputo, negli anni ‘90 alcuni intellettuali hanno falsamente insinuato che, in un prossimo futuro, sarebbe avvenuta una lotta tra l’Occidente e il mondo islamico. Questo è il tema di fondo della nota tesi di Samuel Huntington “Lo scontro delle civiltà”. Tuttavia, questa tesi basa su uno scenario immaginario generato dall’esagerazione dell’influenza di alcune fazioni radicali e ignoranti da trovare in queste due civiltà. L’idea di Huntington di “scontri di civiltà” è una teoria senza alcun fondamento scientifico, intellettuale o di coscienza. Diverse civiltà sono sempre esistite in varie parti del mondo nel corso della storia, interagendo l’una con l’altra socialmente e culturalmente, e partecipando a uno “scambio di civiltà”. Ogni razza, ogni nazione e ogni comunità ha una civilizzazione diversa e ogni civilizzazione ha qualità proprie uniche, e la gente può ottenere qualcosa da ognuna di queste civiltà, in linea con i principi della reciproca conoscenza e della riconciliazione.
Questa idea del conflitto è stata testata nella storia recente attraverso il comunismo, che culminò con le perdite sanguinose del 20° secolo. Tuttavia, ciò di cui il mondo ha bisogno in questo momento non è la guerra, ma la pace totale.
Le politiche che favoriscono il conflitto, non potranno mai portare benefici a nessuno e inoltre, non ci può essere uno scontro tra la civiltà occidentale e la civiltà islamica, perché le credenze del Giudaismo e del Cristianesimo, i principi sui quali si basa la civiltà occidentale, sono in perfetta armonia con l’Islam.
Nel Corano, gli ebrei e i cristiani vengono chiamati la “Gente del Libro”. Questo perché i seguaci di queste due religioni rispettano i Libri Divini rivelati da Dio. L’atteggiamento dell’Islam nei confronti della Gente del Libro è estremamente giusto e compassionevole.
Questo atteggiamento nei confronti della Gente del Libro si sviluppò durante gli anni della nascita dell’Islam, secondo i principi del Corano. A quell’epoca i musulmani erano una minoranza che lottava per proteggere la sua fede e che subiva oppressione e torture da parte dei pagani della città di Mecca. A causa di questa persecuzione, alcuni musulmani decisero di fuggire da Mecca e cercare rifugio in un paese sicuro e guidato da un governatore giusto. Il Profeta Muhammad (pbsl) disse loro di rifugiarsi presso il re cristiano d’Etiopia. I musulmani che si trasferirono in Etiopia, trovarono un’amministrazione onesta che li accolse con amore e rispetto. Il re rifiutò le richieste dei messaggeri pagani che erano andati in Etiopia chiedendogli di consegnare loro i musulmani, e annunciò che i musulmani avrebbero potuto vivere liberamente nel suo paese.
Questi atteggiamenti cristiani di compassione, misericordia e giustizia, sono indicati in un versetto del Corano in cui viene affermato:
Troverai che i più acerrimi nemici dei credenti sono i giudei e i politeisti e troverai che i più prossimi all’amore per i credenti sono coloro che dicono: “In verità siamo nazareni”, perché tra loro ci sono uomini dediti allo studio e monaci che non hanno alcuna superbia. (Corano, 5:82)
Quando musulmani, cristiani ed ebrei, si uniranno intorno a una parola comune, quando capiranno di essere amici e non nemici, il mondo sarà un posto bello e molto diverso. |
Le credenze cristiane e musulmane hanno molti aspetti in comune. Anche il Giudaismo condivide molte credenze con l’Islam. Nel Corano Dio afferma che i musulmani condividono la stessa fede con la Gente del Libro e che dicono loro: “Crediamo in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è stato fatto scendere su di voi, il nostro Dio e il vostro sono lo stesso Dio ed è a Lui che ci sottomettiamo”. (Corano, 29:46)
Tutti i veri seguaci di queste tre grandi religioni:
◉ credono che Dio abbia creato l’intero universo dal nulla e che Egli domini tutto ciò che esiste con la Sua onnipotenza.
◉ credono che Dio abbia creato l’uomo e gli esseri viventi in un modo miracoloso e che l’uomo possieda un’anima concessagli da Dio.
◉ credono nella risurrezione, nel paradiso, nell’inferno e negli angeli, e che Dio abbia creato le nostre vite con un destino certo.
◉ credono che nel corso della storia Dio abbia inviato molti profeti come il Profeta Noè (psl), il Profeta Abramo (psl), il Profeta Isacco (psl), il Profeta Giuseppe (psl) e il Profeta Mosè (psl), e amano tutti questi profeti.
In un versetto, il fatto che i musulmani non facciano alcuna distinzione fra i Profeti viene riportato come segue:
Il Messaggero crede in quello che è stato fatto scendere su di lui da parte del suo Signore, come del resto i credenti: tutti credono in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri e nei Suoi Messaggeri. “Non facciamo differenza alcuna tra i Suoi Messaggeri.” E dicono: “Abbiamo ascoltato e obbediamo. Perdono, Signore! È a Te, che tutto ritorna”. (Corano 2:285)
Le credenze della Gente del Libro sono in accordo con quelle dei musulmani non solo in termini di questioni legate alla fede, ma anche di valori morali. Oggigiorno, in un mondo in cui immoralità come l’adulterio, la tossicodipendenza e i modelli di egoismo e crudeltà sono sempre più diffusi, la Gente del Libro e i musulmani condividono le stesse virtù: onore, castità, umiltà, sacrificio, onestà, compassione, misericordia e amore incondizionato.
Anche se concetti come “La fine della Storia “ e lo “Scontro delle Civiltà” hanno iniziato ad essere popolari dagli anni ‘90 in poi, un fatto incombe in questa difficile epoca: questi concetti non hanno alcun tipo di validità e non riescono a fornire alcuna soluzione. L’esperienza ci ha insegnato che non possiamo costruire la felicità sulla miseria degli altri. Stando così le cose, dobbiamo trovare il modo di fasciare queste ferite insieme e “guarire” al più presto possibile. Uno dei mezzi per arrivare a questo, è quello di comprendere il valore che il Corano attribuisce alla Gente del Libro.
Oggi sia i musulmani che la Gente del Libro, si stanno impegnando in una lotta contro le immoralità come la perversione sessuale o la tossicodipendenza. Ognuna di queste tre religioni vede la castità, l'onestà e il sacrificio come delle grandi virtù. |
“Oggi vi sono permesse le cose buone e vi è lecito anche il cibo di coloro ai quali è stata data la Scrittura, e il vostro cibo è lecito a loro. [Vi sono inoltre lecite] le donne credenti e caste, le donne caste di quelli cui fu data la Scrittura prima di voi, versando il dono nuziale - sposandole, non come debosciati libertini! Coloro che sono miscredenti vanificano le opere loro e nell’altra vita saranno tra i perdenti.” (Corano, 5:5)
Questo versetto descrive il valore che i musulmani danno alla Gente del Libro con vari dettagli importanti. Secondo questo versetto, a un uomo musulmano è permesso sposare una donna della Gente del Libro. Si tratta di un permesso significativo perché, come comandato nel versetto, “...le malvagie ai malvagi e i malvagi alle malvagie. Le buone ai buoni e i buoni alle buone...” (Corano, 24:26), i musulmani hanno la responsabilità di sposare delle donne buone e leali. Questo indica che anche gli ebrei e i cristiani sono delle persone buone e leali.
Vi è inoltre un criterio molto importante in questo versetto: un musulmano che intende sposare una donna ebrea o cristiana vorrà farlo per chiamarla “il suo tesoro” o “la sua amata”, per creare una famiglia con lei, trascorrere la sua vita con lei e per trascorrere con lei anche la vita eterna. Quella sarà l’unica persona di tutta la sua vita con la quale condividerà i suoi problemi e le sue gioie. I due sposi si prenderanno cura l’un l’altra durante la malattia, e si fideranno l’uno dell’altra.
Secondo il modo di pensare dei fanatici però, una persona dovrebbe provare ostilità verso la donna che chiama “cara”, con la quale trascorre la sua vita e alla quale affida la propria vita, la madre dei suoi figli, e dovrebbe affermare che ella è maledetta solo perché è cristiana o ebrea. Una persona dovrebbe essere profondamente disturbata a livello psicologico per fare ciò. Questo versetto descrive l’amore che dev’essere dimostrato a un ebreo o un cristiano da un musulmano razionale che dà retta al Corano.
Il versetto conferisce anche un’autorizzazione speciale ai musulmani: l’autorizzazione a mangiare cibo preparato dalla gente del Libro. Questo è molto importante. Come sappiamo, i musulmani devono prestare grande attenzione a certe proibizioni durante la preparazione degli alimenti; la carne di maiale e la carne di un animale che non è stato macellato in nome di Dio, è proibita nell’Islam. Il fatto che il cibo preparato da ebrei e cristiani è stato reso lecito, dimostra che queste sono persone di cui fidarsi. La stessa cosa vale anche per i cristiani e gli ebrei, e il versetto rende il cibo preparato da musulmani lecito per loro.
Sarà utile anche citare un’altra espressione di amicizia. La Gente del Libro e i musulmani possono mangiare insieme sotto lo stesso tetto, essere ospiti gli uni degli altri, sedersi allo stesso tavolo e ospitarsi l’un l’altro. Questa è una descrizione di amicizia. Ciò che viene descritto non è una circostanza basata sull’odio e l’uccisione, ma sull’amore, sull’amicizia e sulla fratellanza.
Questo non è l’unico versetto che espone la posizione della Gente del Libro. Dio loda la Gente del Libro in molti dei versetti del Corano. I suddetti versetti comprendono:
Non sono tutti uguali. Tra la gente della Scrittura c’è una comunità che recita i segni di Allah durante la notte e si prosterna. Credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, raccomandano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole e gareggiano in opere di bene. Questi sono i devoti. Tutto il bene che fanno non sarà loro disconosciuto, poiché Allah riconosce perfettamente i devoti. (Corano, 3:113-115)
Tra le genti del Libro, ci sono alcuni che credono in Allah e in quello che è stato fatto scendere su di voi e in quello che è stato fatto scendere su di loro, sono umili davanti ad Allah e non svendono a vil prezzo i segni Suoi. Ecco quelli che avranno la mercede da parte del loro Signore. In verità Allah è rapido al conto. (Corano, 3:199)
Come dimostrano chiaramente questi versetti, gli ebrei e i cristiani puri e sinceri vengono lodati con belle parole dal Corano, e a loro viene promessa una bella ricompensa da Dio; Dio dice che Egli porterà queste persone in paradiso. Questa è un’espressione del Suo amore. Come può un musulmano essere nemico di qualcuno che Dio ama, di cui Egli è soddisfatto e che accoglierà in paradiso? Questo è impossibile secondo il Corano. Tale ostilità è un crimine secondo il Corano. Pertanto, i fanatici che adottano dei falsi hadith come guida - nonostante i versetti del Corano dimostrino chiaramente il contrario – nel diffondere ostilità nei confronti della Gente del Libro, stanno commettendo un reato dal punto di vista dell’Islam.
Ciò che dev’essere fatto è invitare la Gente del Libro all’Islam attraverso l’uso di parole gradevoli, lasciando poi la decisione finale a loro.
Nel Corano, i cristiani e gli ebrei vengono chiamati la Gente del Libro, e viene ordinato di mostrare rispetto, misericordia e bontà nei loro confronti. Sia i cristiani che gli ebrei credono in Dio e condividono gli stessi valori morali del musulmani. |
Di’: “O gente della Scrittura, addivenite ad una dichiarazione comune tra noi e voi: [e cioè] che non adoreremo altri che Allah, senza nulla associarGli, e che non prenderemo alcuni di noi come signori all’infuori di Allah”. Se poi volgono le spalle, allora dite: “Testimoniate che noi siamo musulmani”. (Corano 3:64)
Questi versetti dimostrano che il dovere dei musulmani non è quello di denigrare la Gente del Libro, accantonarla, provare odio nei suoi confronti o ucciderla, come suggeriscono alcuni hadith fabbricati. Il loro dovere è solo quello di invitarla all’unicità di Dio nel modo più piacevole. Il monoteismo è la dottrina fondamentale di tutte e tre le fedi. I musulmani possono incontrarsi e parlare con la Gente del Libro, predicare e invitarla a credere nell’unicità di Dio e in tutte le sacre scritture che sono state inviate. La comunicazione, la predicazione e l’amicizia esistono già tra di loro. Secondo il Corano, un musulmano ha la responsabilità di parlare gentilmente a un ebreo o a un cristiano quando li vede, e di invitarlo a credere nell’unicità di Dio con parole molto gentili piuttosto che metterlo con le spalle al muro.
Non conoscendo i versetti del Corano ed essendo estremamente ignoranti in fatto di Islam, alcune comunità musulmane si sforzano nel tentativo di allontanare gli ebrei dalla Terra Santa o di eliminare lo stato di Israele dalla cartina geografica. Essi sono inconsapevoli del fatto che, così facendo, si stanno ribellando al Corano. Secondo il Corano infatti, gli ebrei hanno il diritto di vivere nella Terra Santa. Versetti sull’argomento affermano:
Dicemmo poi ai Figli di Israele: “Abitate la terra!”. Quando si compì l’ultima promessa, vi facemmo venire in massa eterogenea. (Corano, 17:104)
Come chiaramente indicato nei versetti del Corano, sia esso che la Torah affermano che gli ebrei devono essere presenti nella Terra Santa. In effetti è una buona cosa il fatto che ci siano ebrei in Terra Santa, ed è una fonte di gioia per i veri musulmani. È estremamente bello vedere la realizzazione di una promessa fatta da Dio 3000 anni fa e testimoniare ciò che è stato predetto dal profeta Abramo (psl) e dal Profeta Mosè (psl). Dio ha rivelato che “gli ebrei saranno in quelle terre” migliaia di anni fa, e oggi possiamo vedere che questo miracolo si sta manifestando. Questa è una situazione meravigliosa da osservare con fervore e gioia.
È molto importante affermare che Dio impone una condizione essenziale sui credenti sinceri, sia nel Corano che nella Torah: “la pace”. Ci saranno ebrei in Terra Santa; ci saranno anche musulmani e cristiani, e insieme si assicureranno che l’amore e la pace prevalgano in tutta la zona. Vivranno in fraternità. Vi è spazio a sufficienza per tutti. Nessuno sarà costretto ad abbandonare o ad allontanarsi dalla propria casa.
Questo non accadrà. Si tratta di un beneficio religioso per tutti gli ebrei, cristiani e musulmani. Dio vuole sempre la pace per tutti noi.
I musulmani vogliono vivere in pace e serenità insieme agli ebrei e ai cristiani, trattandosi a vicenda con comprensione, amicizia, rispetto e compassione. |
Un altro fatto importante che apprendiamo dal Corano è che i musulmani devono rispettare i luoghi ebraici e cristiani. Nel Corano, i luoghi di culto della Gente del Libro, vale a dire monasteri, chiese e sinagoghe, sono citati come luoghi di culto protetti da Dio.
...Se Allah non respingesse gli uni per mezzo degli altri, sarebbero ora distrutti monasteri e chiese, sinagoghe e moschee nei quali il Nome di Allah è spesso menzionato. Allah verrà in aiuto di coloro che sostengono [la Sua religione]. In verità, Allah è forte e possente. (Corano, 22:40)
Questo versetto spiega ai musulmani l’importanza di rispettare e proteggere i luoghi sacri della Gente del Libro.
Anche il Profeta Muhammad (pbsl) stipulò dei contratti con i pagani così come con la Gente del Libro. I pagani vennero sempre trattati con giustizia e quando chiesero di essere messi sotto protezione, le loro richieste furono prontamente accettate dal Profeta (pbsl). Ciò significa che queste comunità cercarono la protezione del Messaggero di Dio (pbsl), a fronte di un attacco o di un’accusa ingiusta. Durante la loro vita, molti non musulmani e pagani chiesero la protezione dal Profeta Muhammad (pbsl) che li accolse sotto la sua protezione e assicurò loro la sicurezza. Nel Corano Dio raccomanda che le richieste dei pagani che cercano protezione vengano accettate dai credenti. A questo proposito Dio dice quanto segue:
E se qualche associatore ti chiede asilo, concediglielo affinché possa ascoltare la Parola di Allah, e poi rimandalo in sicurezza... (Corano, 9:6)
Ebrei e cristiani, a causa dei punti che essi hanno in comune con i musulmani, sono molto più vicini a questi ultimi rispetto a coloro che non hanno fede in Dio. Ognuna di queste religioni ha il suo Libro e questo significa che Dio ha inviato loro un Libro. Conoscono ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è lecito e ciò che è illecito secondo le loro Scritture, e venerano i Profeti e i Messaggeri che li hanno portati all’umanità. Tutti credono nell’aldilà in cui dovranno rendere conto a Dio di tutte le loro azioni. Vi è quindi una base comune sulla quale possiamo riunirci.
Moschee, chiese e sinagoghe sono luoghi speciali di culto, nei quali il nome di Dio viene venerato. Nel Corano Dio dice che tutti questi santuari devono essere rispettati e protetti. |
Moschee, chiese e sinagoghe sono luoghi speciali di culto, nei quali il nome di Dio viene venerato. Nel Corano Dio dice che tutti questi santuari devono essere rispettati e protetti.
Nel Corano Dio dà un comando ai musulmani riguardo alla Gente del Libro; riunirsi in una formula comune:
Di’: “O gente della Scrittura, addivenite ad una dichiarazione comune tra noi e voi: [e cioè] che non adoreremo altri che Allah, senza nulla associarGli, e che non prenderemo alcuni di noi come signori all’infuori di Allah”. (Corano, 3:64)
Questo è davvero il nostro appello ai cristiani e agli ebrei: come persone che credono in Dio e seguono le Sue rivelazioni, cerchiamo di radunarci in una formula comune – “la fede”. Amiamo Dio, che è il nostro Creatore e Signore, e seguiamo i Suoi comandamenti. Preghiamo Dio di condurci ad un percorso ancora più retto.
Quando musulmani, cristiani ed ebrei si riuniranno in una formula comune, quando capiranno di essere amici e non nemici, allora il mondo diventerà un posto molto diverso. Le guerre in molte parti del mondo, le inimicizie, le paure e gli attacchi terroristici giungeranno al termine; sarà fondata una nuova civiltà basata sull’amore, sul rispetto e sulla pace, e su questa “formula comune”, conducendo una lotta intellettuale contro le idee e le ideologie radicali che conducono alla negazione di Dio.
Ci sono fatti importanti che i musulmani devono considerare. Ciò che Dio ci insegna nel Corano per quanto riguarda popoli e fedi diverse è chiaro: la moralità del Corano esclude ogni forma di razzismo.
È evidente che alcuni ebrei vissuti nel passato commisero molti errori che sono stati anche riportati e criticati nel Corano. Ma tutto questo non deve essere preso dai musulmani come una causa al sentimento dell’ostilità nei confronti di tutti gli ebrei. Il crimine commesso da alcuni ebrei non può essere attribuito al giudaismo e alla nazione ebraica.
I mali del mondo avranno una fine nel momento in cui musulmani, cristiani ed ebrei adoreranno tutti Dio con unità tra di loro, e rispettando le loro reciproche differenze. |
Ancora una volta, un punto di osservazione fondamentale prescritto nel Corano è quello di non esprimere giudizi sulle persone solo perché appartengono a una particolare razza, nazione o religione. In ogni comunità ci sono persone buone e persone cattive. Questa differenziazione è affermata nel Corano. Ad esempio, subito dopo aver menzionato la natura ribelle - contro Dio e la Sua religione - di alcune persone tra gli ebrei e i cristiani, viene chiarito che:
Non sono tutti uguali. Tra la gente della Scrittura c’è una comunità che recita i segni di Allah durante la notte e si prosterna. Credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, raccomandano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole e gareggiano in opere di bene. Questi sono i devoti. Tutto il bene che fanno non sarà loro disconosciuto, poiché Allah riconosce perfettamente i devoti. (Corano, 3:113-115)
Dio rivelò a tutti i Messaggeri che Egli è Unico e che non c’è nessuno oltre a Lui, che le persone devono adorarLo, servirLo e obbedirGli. Il messaggio divino trasmesso al popolo di Dio attraverso i Suoi Messaggeri, fu comunicato alle persone dal momento della creazione dell’uomo. Alcune società accettarono il messaggio e seguirono la retta via, mentre altre lo rifiutarono e deviarono da esso. Questo vale anche per la nostra epoca. Alcune persone si affiancheranno ai giusti, mentre altri si immergeranno nei misfatti. Questa è la legge di Dio. Coloro che credono dovrebbero concordare con questa opinione e non dimenticare mai che ci possono essere persone sincere, pie, che hanno timore di Dio tra i seguaci di tutte le religioni e, nello stesso tempo, anche persone lontane dalle dottrine religiose.
La nostra speranza è che si realizzi un mondo in cui le persone possano vivere insieme in pace, a prescindere dalla razza o dalla religione a cui appartengono, in cui ogni perversione razzista venga respinta, i diritti di tutti vengano salvaguardati, e in cui tutti gli individui vengano rispettati. La lotta intellettuale che dovrà essere fatta contro il radicalismo e le ideologie antireligiose, si spera potrà stabilire la pace tanto desiderata. Nel Corano Dio riferisce quanto segue in merito a questo argomento:
I miscredenti sono alleati gli uni degli altri. Se non agirete in questo modo, ci saranno disordine e grande corruzione sulla terra. (Corano, 8:73)
...tra le generazioni che vi precedettero, le persone virtuose che proibivano la corruzione della terra (e che salvammo) erano poco numerose... (Corano, 11:116)
Un altro fatto importante che accomuna Cristianesimo, Ebraismo e Islam, e che richiede ad essi di agire insieme, sono le filosofie atee che, al giorno d’oggi, sono molto influenti. Oltre a queste, c’è il danno causato da diverse nozioni radicali che successivamente furono fatte diventare parte delle tre religioni divine.
Tra le filosofie più note e più dannose della nostra epoca si possono citare il materialismo, il comunismo, il fascismo, l’anarchismo, il razzismo, il nichilismo e l’esistenzialismo. Molte persone che hanno creduto nelle false diagnosi, nelle descrizioni e nelle spiegazioni ingannevoli di queste ideologie sull’universo, sulla società e sull’uomo, hanno perso la loro fede o hanno dubitato di essa. Per di più, queste ideologie hanno trascinato le persone, le società e le nazioni in grandi crisi, conflitti e guerre. La loro parte di responsabilità per il dolore e i problemi di cui l’umanità soffre oggi è immensa.
Negando Dio e la creazione, tutte le suddette ideologie si appoggiano su una cosiddetta base scientifica: la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin. Il darwinismo costituisce la base delle filosofie atee. Questa teoria sostiene - senza avere alcuna base scientifica - che gli esseri viventi si sono evoluti come risultato di coincidenze e mediante una lotta per la vita. Pertanto, il darwinismo manda alle persone questo messaggio ingannevole:
“Tu non sei responsabile di nessuno, devi la vita alle coincidenze, devi lottare e, se necessario, opprimere gli altri per avere successo. Questo è un mondo di conflitto e di interesse personale”.
I messaggi sociali trasmessi dai concetti darwinisti, come “selezione naturale”, “lotta per la vita” e “sopravvivenza del più adatto” sono un mezzo di indottrinamento pericoloso. Questa morale dannosa consiglia ai cittadini di essere egoisti, crudeli ed oppressivi. Distrugge virtù come la misericordia, la compassione, il sacrificio e l’umiltà, i valori morali delle tre grandi religioni monoteiste, e presenta questi messaggi come fossero una necessità delle “regole di vita.”
Questo indottrinamento darwinista è esattamente l’opposto delle credenze della Gente del Libro e della moralità del Corano. Di conseguenza, l’indottrinamento darwinista costituisce il fondamento di un mondo che si oppone intrinsecamente a tutte le tre religioni divine.
Stando così le cose, è necessario che la Gente del Libro e i musulmani collaborino, dal momento che credono in Dio e che accettano la moralità che insegna. I seguaci di queste tre religioni dovrebbero esporre al mondo la fallacia del darwinismo, che non ha alcuna base scientifica, ma che le persone stanno cercando di preservare per il bene della filosofia materialista. Essi dovrebbero collaborare per portare avanti una lotta intellettuale contro tutte le altre idee ingannevoli (comunismo, fascismo, razzismo) che servono l’ateismo. Devono sforzarsi nello spiegare che le idee radicali, che sono successivamente entrate a far parte di ogni religione, sono sbagliate, e raccontare invece la verità. Una volta che questo sarà realizzato, in breve tempo il mondo abbraccerà la pace, la tranquillità e la giustizia.
Il nostro mondo ha visto la sua sufficiente dose di brutalità.
A partire da Hulagu Khan, che si vantava di aver ucciso 200.000 musulmani durante la sua violenta settimana di furia nella città di Baghdad, che portò anche alla completa distruzione di un patrimonio secolare, fino ai vichinghi, che ottennero ciò che consideravano desiderabile con la forza, e al moderno regime siriano che prende di mira il suo stesso popolo, possiamo dire che il nostro mondo è stato testimone di orribili atti di violenza e che, in luoghi come il Turkestan orientale, il Kashmir, l’Iraq e molti altri, lo è ancora.
Tuttavia, nel corso della storia, alcuni gruppi sono stati presi di mira più di altri, come ad esempio il popolo ebraico: il loro calvario iniziò per mano di Faraone, che uccise tutti i ragazzi e lasciò in vita solo le ragazze. L’oppressione contro gli ebrei è continuata per tutta l’antichità, per mano degli Assiri, dei Babilonesi e dei Romani, che massacrarono ed esiliarono gli ebrei, e distrussero i loro templi e le loro città. Nel Medioevo, gli ebrei furono ancora una volta presi di mira, etichettati, discriminati e cacciati via da dove trovavano rifugio. L’oppressione è continuata nella storia recente, quando sei milioni di ebrei furono massacrati dai nazisti.
Oggi, in alcune parti del mondo, la persecuzione continua.
L’antisemitismo in Europa continua ad esistere sotto forma di molestie nelle aree pubbliche, in termini offensivi e comportamenti discriminatori nella vita sociale o, ancor più terrificante, sotto forma di aggressioni brutali: vandalismo e saccheggio delle aziende ebraiche, auto bruciate, centinaia di persone che cantano “gas sugli ebrei”, “uccidere gli ebrei,” violente proteste, sparatorie e attacchi con bombe incendiarie contro le sinagoghe, e nel recente attacco di Creteil in Francia, in cui una coppia di ebrei è stata brutalmente aggredita nella propria casa. Questo fatto ricorda l’orribile incidente avvenuto nel 2006 - ancora una volta in Francia – in cui un giovane ebreo è stato catturato, torturato per settimane e poi lasciato nudo a morire.
La Francia non è l’unico posto che i testimonia l’antisemitismo. Dall’Argentina alla Tunisia, dall’Irlanda alla Spagna, gli ebrei sembrano essere coinvolti in un ciclo costante di odio nei confronti delle loro comunità. Anche negli Stati Uniti, gli ebrei sono diffidenti nel mostrare la loro identità, o nel praticare i loro doveri religiosi in pubblico. Un attacco gratuito da parte di quattro uomini contro un ragazzo ebreo di 24 anni che indossava una kippà, a Brooklyn, New York; l’assalto ad una bambina ebrea di 12 anni, contro la quale è stata lanciata una bottiglia da parte di un gruppo di ragazze, tra cui una che urlava: “Tu, sporca ebrea”; l’attacco ad un ebreo di Los Angeles, in California, che è stato circondato da cinque sospettati di sesso maschile che gridavano “Heil Hitler!” prima di colpirlo, e il saccheggio al cimitero ebraico a Saint Louis sono solo alcuni tra i recenti scioccanti incidenti avvenuti negli Stati Uniti.
Tuttavia, è anche il Medio Oriente a vedere i peggiori casi di antisemitismo. Soprattutto dopo la recente guerra di Gaza, l’odio verso gli ebrei, indipendentemente da età, sesso o coinvolgimento nel conflitto, è aumentato velocemente e in modo preoccupante.
Ma perché alcune persone sembrano pensare che sia legittimo odiare gli ebrei?
In passato, alcune persone consideravano gli ebrei come subdoli cospiratori che si segregavano dalla società in cui vivevano a causa della diffusa propaganda antisemita, come I Protocolli dei Savi di Sion. Questo preoccupante disprezzo è stato ulteriormente alimentato da menzogne note come la calunnia del sangue, che ritraeva gli ebrei come la vera e propria incarnazione del male. Questo diffuso sentimento d’odio e la propaganda nera sono le forze trainanti che stanno dietro all’odierno conflitto tra israeliani e palestinesi, e sono spesso usati come mantello presumibilmente per giustificare la violenza contro i comuni ebrei per le strade.
Sicuramente, le amministrazioni politiche o gli individui all’interno di una comunità possono commettere errori. Tuttavia, perseguitare un’intera comunità sulla base degli atti di pochi, non è né coranico, né morale. Il popolo ebraico è noto per il suo atteggiamento calmo e modesto. È un popolo tranquillo, che ama occuparsi delle proprie pratiche religiose quotidiane e di routine. Perciò è ancora più scioccante che un popolo così tranquillo sia stato sottoposto a tali persecuzioni nel corso della storia.
Qualsiasi disaccordo con alcune politiche del governo israeliano dovrebbe essere espresso in maniera civile, senza dare la colpa a tutta la comunità. Dio proibisce ai musulmani di assumere dei comportamenti basati sul pregiudizio. Nel Corano, Dio mette in guardia i credenti come segue:
O voi che credete, siate testimoni sinceri davanti ad Allah, secondo giustizia. Non vi spinga all’iniquità l’odio per un certo popolo. Siate equi: l’equità è consona alla devozione. Temete Allah. Allah è ben Informato su quello che fate. (Corano, 5:8)
È naturale che, in ogni gruppo, comunità o nazione, vi sia il buono e il cattivo. Proprio come ci sono innumerevoli assassini, bugiardi e criminali nelle comunità musulmane, è naturale che le comunità ebraiche includano persone le cui azioni sono meno lodevoli. Eppure, è palesemente assurdo e ridicolo provare avversione o addirittura odio nei confronti di un gruppo nella sua interezza, per le azioni di pochi. Ma, cosa più importante, è in opposizione con gli insegnamenti del Corano.
Secondo il Corano, gli ebrei sono Gente del Libro e devono essere rispettati, protetti e trattati con amore. Dio loda gli ebrei in molti versetti per la loro devozione e per la loro pietà e, anzi, il popolo ebraico è un grande esempio per i musulmani per la sua incrollabile fedeltà nei confronti del Profeta Mosè.
Tutti questi fatti rendono evidente che non vi è alcun fondamento, né nell’Islam né nel Giudaismo, che potrebbe portare a tale ostilità. Una volta che tutti si renderanno conto che Dio ha creato questo mondo per amore, e che provare sentimenti ostili gli uni verso gli altri va contro la volontà di Dio, la fraternità e la pace prevarranno.
La persecuzione degli ebrei avvenuta nel corso della storia, è stata fondamentalmente una conseguenza dei pregiudizi razzisti che sono decisamente contrari all'Islam. Nessun musulmano dovrebbe accettare che ebrei innocenti, adulti e bambini, vengano trattati in maniera ingiusta o crudele. |
◉ Ci sono racconti che narrano che il nostro Profeta (plbsl) partecipava alle feste di nozze della Gente del Libro, li visitava quando erano malati e dava loro dei regali.
◉ Quando i cristiani di Najran gli fecero visita, il Profeta Muhammad (pbsl) stese a terra la sua veste così che essi potessero sedersi sopra; fu così li accolse.
◉ Una delle mogli del nostro Profeta (pbsl) era Maria bint Sham’ûn (nota anche come Maria al-Qubtiyya), una cristiana copta dall’Egitto.
◉ Nostra madre Safiyya bint Huyayy, una delle mogli del Profeta (pbsl), era la figlia del capo della tribù ebraica dei Banu Nadir di Medina, Huyayy ibn Akhtab.
◉ Il Profeta Muhammad (pbsl) permise agli ebrei di diventare un partito della Costituzione di Medina firmato con i clan di Aws e Khazraj, garantendo così la sopravvivenza degli ebrei come gruppo religioso indipendente dai musulmani.
◉ Nell’articolo “Gli ebrei di Banu Awf sono una comunità con i credenti. Agli ebrei la loro religione, e ai musulmani la loro religione” della Costituzione di Medina, il fondamento del rispetto che i musulmani hanno nei confronti delle tradizioni e delle credenze degli ebrei, fu posto nell’epoca del nostro Profeta (pbsl). Gli articoli 26-33 della stessa costituzione affermano che i membri della Gente del Libro godono degli stessi diritti dei musulmani, mentre l’articolo 16 stabilisce che nessuna ingiustizia dev’essere inflitta su di loro.
◉ Nell’anno 630 d.C. il nostro Profeta (pbsl) diede il seguente ordine per i delegati del re di Himyar che erano venuti a Medina per annunciare che erano diventati musulmani: “Se un ebreo o un cristiano diventa musulmano, egli sarà uguale ai credenti [cioè godrà degli stessi diritti legali di cui godono i musulmani]. Per quanto riguarda colui che vuole rimanere ebreo o cristiano, nessuno dovrà interferire”. (Ibn Hisham, as-Sira, II, 586)
◉ I cristiani di Najran inviarono una delegazione di 60 membri a Medina. Quando la delegazione giunse a Medina, comparve alla presenza del nostro Profeta (pbsl), e quando arrivò l’orario della preghiera, desiderò visitare la moschea. La gente si oppose a questo, ma il Profeta (pbsl) mise la moschea a sua disposizione. I delegati si rivolsero verso est e pregarono. (Ibn Hisham, as-Sira, Beirut, I, 573-574,. Hamidullah, The Prophet of Islam, I, 619-620)
◉ I diritti della Gente del Libro vennero messi sotto protezione nell’epoca del Profeta (pbsl) per mezzo di trattati stipulati con ebrei e cristiani. Nel momento in cui, col passare del tempo, sorgeva un disaccordo, la Gente del Libro faceva riferimento a questi trattati. Ad esempio, quando i cristiani di Damishq avevano un problema, mostravano il loro trattato a Hazrat Umar, il califfo del tempo, e chiedevano una soluzione. Questo è un fatto noto che appare nei testi di storia.
◉ Il testo di un patto tra il nostro Profeta (pbsl) e il cristiano Ibn Harith ibn Ka’b e il suo popolo, contiene i seguenti passaggi: “A Sayyid Ibn Harith ibn Ka’b, ai suoi correligionari, e a tutti coloro che professano la religione cristiana, siano essi a est o ovest, in regioni vicine o in regioni lontane, siano essi arabi o stranieri, conosciuti o sconosciuti...mi impegno a sostenerli, a mettere sotto la mia protezione la loro gente così come le loro chiese, cappelle, oratori, i monasteri dei loro monaci, le residenze dei loro anacoreti dovunque si trovino, siano essi in montagna o nelle valli, in grotte o in zone abitate, in pianura o nel deserto. Io proteggerò la loro religione e la loro Chiesa, ovunque si trovino, sia in terra che in mare, in Occidente e in Oriente, con la massima vigilanza da parte mia, della Gente della mia Casa, e dei musulmani tutti... Nessun cristiano verrà fatto musulmano con la forza; e non discutete con la Gente del Libro, se non con belle maniere (29:46). Essi devono essere coperti dall’ala di misericordia. Respingete ogni danno che potrebbe colpirli, ovunque essi si trovino e in qualsiasi paese si trovino”.
◉ Gli atti forniti dal nostro Profeta (pbsl) alla Gente del Libro, da Adruh, Makna, Khaybar, Najran e Aqaba’, mostrano anche che la vita e le proprietà della Gente del Libro erano sotto la protezione dei musulmani e che riconoscevano la loro libertà di fede e di culto.
◉ Quando il nostro Profeta (pbsl) iniziò a predicare, in primo luogo incontrò alcuni cristiani a Mecca. In effetti, una delle prime persone che parlarono con il nostro Profeta (pbsl) e con Hazrat Khadija durante i primi giorni della rivelazione, fu Waraqa bin Naufal, un cristiano che possedeva copie di manoscritti del Vangelo. (Sahih Bukhari)
◉ Le chiese che erano state distrutte nell’epoca dei califfi vennero restaurate dai musulmani, e fu dato il permesso di costruire nuove sinagoghe e chiese. Ad esempio, il Monastero di San Sergio che era stato bruciato dal Patriarca Mar Amme, fu ricostruito durante l’epoca di Hazrat Uthman
◉ Le chiese che erano state distrutte nell’epoca dei califfi vennero restaurate dai musulmani, e fu dato il permesso di costruire nuove sinagoghe e chiese. Ad esempio, il Monastero di San Sergio che era stato bruciato dal Patriarca Mar Amme, fu ricostruito durante l’epoca di Hazrat Uthman
Al-Hafiz al-Zahabi racconta che Abdullah ibn Salam, un convertito all’Islam dal Giudaismo, andò dal Profeta (pbsl) e disse: “Ho letto il Corano e la Torah (ieri sera). “Egli rispose: “Leggi una notte uno e l’altra notte l’altro.” (al-Thalabi, Al-Iman al-Thalabi Tathkarar al-Huffadh, Vol. 1, pag. 27)
Abdullah ibn Amr, uno dei compagni più stretti del Profeta (pbsl), leggeva spesso la Torah. Una notte sognò che stava tenendo dell’olio in una mano e del miele nell’altra, e che a volte mangiava da un lato, e talvolta dall’altro. Abdullah ibn Amr descrisse il suo sogno al Profeta (pbsl). Il Profeta (pbsl) interpretò il suo sogno come un riferimento ai due libri e la sua lettura a volte di uno e talvolta dell’altro. (Sahih Bukhari, Vol. 6, Hadith 987, pag. 439)
Da Abu Sa’id al-Khudri: Chiedemmo al Profeta (pbsl): “O Messaggero di Dio! Possiamo raccontare storie dei Figli di Israele?” Egli disse: “Sì, è possibile raccontare storie dei Figli di Israele. Non vi è alcun problema. Sappiate che se raccontate le loro storie, esistono anche delle informazioni più interessanti.” (Musnad di ibn Hanbal, 111/12, Hadith 11034)
Il nostro Profeta (pbsl) non desiderò mai la guerra e nel corso degli anni fece grandi sforzi per diffondere l’Islam con metodi pacifici. Era paziente anche di fronte alle aggressioni gravi e alla pressione. Solo nei casi di dure ostilità nelle quali la guerra divenne un imperativo, egli la permise alla luce delle rivelazioni da Dio. Non dichiarò mai guerra tranne che nei casi in cui non vi era più nemmeno la minima possibilità di pace, e gli attacchi e la pressione da parte del nemico rappresentavano un pericolo mortale.
Durante la vita del nostro Profeta (pbsl), la spedizione di Mu’tah fu la più sanguinosa e la più difficile che i musulmani abbiano mai condotto. Egli nominò Zayd ibn Harithah come comandante dell’esercito e ammonì le truppe:
“Combattete in nome di Dio, nel cammino di Dio, contro coloro che negano Dio. Non siate mai coinvolti in alcun tradimento. Non tagliate orecchie e nasi o altre parti del corpo. Non uccidete donne e bambini, anziani, e gli uomini di religione nei loro luoghi di culto. Non tagliate le palme da datteri e gli altri alberi, e non demolite gli edifici”. (Bukhari)
Basandosi sugli ordini profetici relativi alla guerra, i sapienti musulmani hanno delineato i seguenti principi che possono essere chiamati “i principi islamici del combattimento”:
◉ La guerra deve essere condotta solo contro coloro che la incoraggiano e si impegnano in essa.
◉ I sacerdoti nelle chiese, i bambini, le donne e gli anziani non devono mai essere danneggiati.
◉ I campi seminati non devono essere danneggiati.
◉ I trattati e gli accordi non devono essere rotti.
◉ Gli animali non devono essere danneggiati.
◉ Non ci devono essere crudeltà e torture.
◉ Le città non devono essere distrutte. (Ahmet Hamdi Akseki, Abdurrahman Azzam Pasa’nin “Allah’in Peygamberlerine emanet ettigi ebedi risalet”, Diyanet Isleri Baskanligi Nesriyat, Ankara, 1948)
Una ragione per la quale l’epoca del Profeta (pbsl) fu benedetta con la pace e la sicurezza, era la sua posizione di giustizia in quanto in linea con la moralità del Corano. Anche gli scrittori stranieri sono stati colpiti dal carattere eccellente del nostro Profeta (pbsl) e hanno lodato la sua moralità nelle loro opere.
Nel suo libro The Genuine Islam (L’Islam Autentico), George Bernard Shaw ha descritto queste nobili caratteristiche:
“Ho sempre avuto un’alta stima per la religione di Muhammad per via della sua meravigliosa vitalità. È l’unica religione, a mio avviso, a possedere quella capacità di assimilare il cambiamento di fase dell’esistenza che può piacere a tutte le età. L’ho studiato... egli dev’essere chiamato il Salvatore dell’Umanità. Credo che se un uomo come lui dovesse assumere il comando del mondo moderno, riuscirebbe a risolverne i problemi in un modo che porterebbe la pace e la felicità tanto necessarie...” (Sir George Bernard Shaw in ‘The Genuine Islam’, 1936, http://www.geocities.com/Athens/Forum/9192/ mainquote. html#shaw)
Anche nella nostra epoca, attenersi alla moralità del Corano, libera da ogni tipo di fanatismo, è l’unica risposta a tutti i conflitti e combattimenti e all’instabilità del mondo. Come fece il nostro Profeta (pbsl) non dovremmo mai allontanarci dal sentiero della giustizia e dovremmo sempre rispettare i diritti delle diverse comunità e di tutti gli individui, a prescindere dal loro credo e dalle loro identità.
Vari accordi fatti nell’epoca del nostro Profeta (pbsl) concedevano alle comunità ebraiche e cristiane certi privilegi che garantivano i loro diritti e la loro esistenza. I privilegi concessi ai monaci del Monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai sono esempi di questo. Questi documenti garantivano i diritti legali, religiosi e sociali di quegli ebrei e cristiani che erano sotto il dominio musulmano o di quelli che avevano riconosciuto la sovranità dell’Islam. Vari problemi vennero risolti facendo riferimento a questi documenti. Ad esempio, i libri di storia ricordano che i cristiani di Damasco presentarono i documenti che riportavano i loro privilegi al califfo Omar nel momento in cui sorse un problema, e gli chiesero di risolverlo conformemente ad essi.