La Dimora Di Quelli Che Non Seguono La Loro Coscienza Morale

Come abbiamo già detto, nella società si riscontra una falsa tendenza, secondo la quale gli interessi dell’uomo verranno lesi seguendo la propria coscienza. Così, evitando le suggestioni della coscienza morale, si potranno soddisfare i propri desideri, proteggere i propri interessi ed i propri profitti. E’ una idea perversa che fa smarrire in questo basso mondo e l’al di là.

La coscienza morale ubbidisce a Dio ed è totalmente fuori dal controllo dell’uomo. Qualunque sia la propria decisione, la propria coscienza morale non lo abbandonerà mai e gli suggerirà sempre la verità. Ascoltare da una parte la verità e dall’altra non seguirla, crea grande turbamento, e non somiglia ad alcun’altra forma di angoscia, poiché l’angoscia è quella con la quale Dio ripaga le persone in cambio di ciò che hanno commesso, ma costituisce anche una occasione per correggere i propri errori. Nel Corano, Dio menziona tre uomini che hanno sofferto in quanto non hanno seguito la loro coscienza morale. Le loro preoccupazioni mondane gli hanno impedito di accompagnare i mussulmani sulla terra. Hanno profondamente rimpianto la propria negligenza, hanno a malapena sopportato l’angoscia, penten-dosi in seguito con grande sincerità.

E tre che erano rimasti indietro sino al punto in cui la terra, vasta che fosse, gli sembrò piccola; si sentirono stretti, nella propria identità, e pensarono che non vi fosse altro rifugio di Dio che presso di Lui. Poi è ritornato verso di loro acciocché ritornassero [a Lui], perché Dio è colui il quale ritorna incessantemente [verso i peccatori che si pentono]. Egli è Misericordioso.(Sura IX At-Tawba, Il Pentimento: v. 118)

Uno fra loro fu il Profeta Giona, un messaggero lodato da Dio, che abbandonò il suo popolo non essendo stato ascoltato. Qualche tempo dopo, avendo sofferto per la grande angoscia, comprese di aver avuto il torto di abbandonare il suo popolo; fu provato da un grande rimorso e si pentì al suo Signore. Dio ha accolto il suo pentimento inviandolo come messaggero presso un’altra comunità:

E Dhu-n-Nûn quando partì, si irritò. Pensò che Noi non avessimo alcun potere su di lui. Poi, la sera, così gridò: “Nessuna divinità all’infuori di Te! Puerezza a Te! Sono stato veramente ingiusto” Lo scusammo e lo preservammo dall’angoscia. E’ così che facciamo per i credenti. (Sura XXI Al-Anbiyâ’, I Profeti: vv. 87-88)

Sopporta con pazienza i decreti del tuo Signore e non essere come l’Uomo della balena, furioso [contro il suo popolo] chiamò….Fu la grazia del tuo Signore che lo salvò e lo collocò fra i virtuosi(Sura LXVIII Al-Qalam, Il Calamo: vv. 48-49)

I due esempi citati qui sopra si riferiscono ai credenti che presi dal rimorso si sono pentiti e sono stati salvati. Questi esempi ci mostrano che, al fine di trovare la pace, è assolutamente necessario che l’uomo segua la propria coscienza morale e ritorni pentito verso Dio dopo aver commesso un’azione. Chi fa il contrario sarà in preda al dolore durante tutta la sua vita.

Nondimeno, ci sono molte persone che, malgrado il rimorso che provano, continuano a resistere alla giustizia. Provano a far tacere la voce che proviene dal proprio interiore avanzando mille scuse. Nel Corano, Dio descrive in questi termini l’angoscia interiore ed il vuoto provato da coloro i quali non seguono la propria coscienza morale ed i cui cuori sono insensibili all’Islam:

[Siate] monoteisti sinceri, non dei politeisti! Chiunque associa [una divinità] a Dio è come se fosse precipitato dal cielo, è [come] se gli uccelli spiccassero il volo o come se il vento si scagliasse in un luogo perduto.(Sura XXII Al-Hajj, Il Pellegrinaggio: v. 31)

A colui il quale Dio vuol guidare, gli aprirà il cuore all’Islam. A chi vuol far smarrire, Egli gli chiuderà il cuore, e lo angoscerà come chi tenterà di scalare il cielo. E’ così, Dio infligge umiliazioni a quelli che non credono.(Sura VI Al-An'âm, Il Bestiame: v. 125)

La loro anima, inoltre, non potrà mai essere soddisfatta. Anche se dovessero ottenere in questo mondo tutto ciò che desiderano, non si sentiranno mai soddisfatti. E’ in quanto Dio ha creato l’uomo in maniera tale da non essere soddisfatto allorché non segua la propria coscienza morale e non guadagni la soddisfazione di Dio.

Quelli che hanno creduto, ed i cui cuori si rassicurano con l’evocazione di Dio. Non è per mezzo dell’evocazione di Dio che i cuori si tranquillizzano? (Sura XIII Ar-Ra'd, Il Tuono: v. 28)

Così come una persona coscienziosa è sempre attorniata da gente coscienziosa, una persona malvagia è condannata ad avere per compagni persone cattive, che seguono la via di satana. Chi non si conforma alla retta via pur conoscendo la verità, ripugna i sacrifici, agisce con ingiustizia, è invidioso, ridicolizza gli altri, è arrogante, ha cattive abitudini, beneficerà di rimando dello stesso trattamento. Tali comportamenti sono la causa di ambienti deleteri: non si sa più con chi confidarsi. Non esiste fedeltà, né benevolenza, né sincera amicizia. Nessuno sa sacrificarsi. Così, è l’inferno. Talvolta questi individui malvagi non possono neanche capire la ragione dell’angoscia nella quale sono annegati. Una specie di penalità di Dio, l’errore d’aver seguito la loro coscienza morale, vivono una vita fatta di insoddisfazioni, agitata e sgradevole. Non è questo ciò che subiscono in questo basso mondo. Il castigo eterno che rischiano di sopportare nell’al di là sarà orribile e temibile, comparabile a quello della loro vita sulla Terra.

Quel giorno là, dunque, nessuno castigherà come Lui castiga e nessuno incatenerà come Lui incatena. (Sura LXXXIX Al-Fajr, La Notte: vv. 25-26)

Così come le persone coscienziose preparano il proprio posto in paradiso, le persone cattive preparano il proprio posto all’inferno.

Ed essi domandano di affrettare [la venuta] del castigo. Se non ci fosse stato un termine fissato, il castigo gli sarebbe certamente venuto. E sicuramente, gli giungerà all’improvviso, senza che ne abbiano coscienza. Essi ti domandano di affrettare [la venuta] del castigo, mentre l’inferno accerchia i miscredenti da ogni parte. Il giorno in cui il castigo li avvolgerà dal sopra e da sotto i loro piedi. Egli [gli] dirà: “Gustate ciò che avete fatto”.(Sura XXIX Al-'Ankabût, Il Ragno: vv. 53-55)

CONDIVIDERE
logo
logo
logo
logo
logo
Scarica
  • Introduzione
  • L’ispirazione di dio ad ogni uomo: la coscienza morale
  • Si possono vedere le prove dell’esistenza di Dio grazie alla coscienza morale
  • Quelli che si interrogano e quelli che ignorano
  • La coscienza morale ed il corano mostrano all’uomo il vero scopo della vita
  • La coscienza morale ed il corano mettono in evidenza con certezza la credenza nelll’aldila’
  • La vera coscienza morale è quella che si prova nel momento in cui si vedono gli angeli della morte ed il fuoco dell’inferno.
  • Vivere incessantemente il Corano secondo la coscienza morale
  • Come puo' una persona coscienziosa comprendere che dev'essere vicina a dio?
  • I poteri negativi contrari alla coscienza morale
  • Perche’ le persone non seguono la propria coscienza morale anche se conoscono la verita’?
  • La dimora delle persone coscienziose nel mondo e nel paradiso
  • La dimora di quelli che non seguono la loro coscienza morale
  • Esempi nel corano di persone ben guidate
  • Esempi contenuti nel Corano di persone smarrite
  • Conclusione