Per quanto riguarda la teologia, vi sono due scuole:
1. La scuola Maturidi, fondata dall’Imam Maturidi
2. La scuola Ash`ariyyah, fondata dall’Imam Ash`ari
Queste due scuole sono essenzialmente una. Differiscono, nondimeno, in riferimento a quaranta questioni. Tali diffenze si limitano, tuttavia, a semplici dettagli.
Il fondatore della scuola Maturidi fu Abu Mansur Muhammad ibn Mahmud al-Maturidi, comunemente noto come Imam Maturidi, nato a Samarcanda nel 238 AH.
Era di origine turca e fu allievo di alcuni studenti di al-Imam al-Azam Abu Hanifah. Imam Maturidi stabilì un legame sottile tra ragione e comunicazione nelle sue opere ed eresse un muro inamovibile contro le idee eretiche, educando diversi studenti al credo della Ahl al-Sunnah. Rese un contributo considerevole alla trasmissione dei precetti della Ahl al-Sunnah alle generazioni seguenti.
Imam Maturidi è il maestro per quanto riguarda le questioni di fede di tutti i musulmani hanafiti. La sua scuola è ampiamente riconosciuta, specialmente in Turchia. Alcuni suoi libri sono giunti fino ai nostri giorni, tra gli altri il suo Kitab al-Tawhid e Ta’wilat al-Qur‘an.
Alcune delle dottrine principali della Ahl al-Sunnah sono:
Abu al-Hasan al-Ash`ari, il fondatore di questa scuola, nacque a Basra nel 260 AH. Studiò con Abu `Ali al-Jubba'i, uno studioso Mu’tazili, fino all’età di quarant’anni.
Imam al-Ash’ari scrisse diversi libri relativi ai Mu’tazilah, i quali erano Ahl al-Bid`ah (gente dell’innovazione [anti-islamica]), ai filosofi, ai naturalisti, agli atei, agli ebrei e ai cristiani. I primi due testi che vengono alla mente sono la Risalat al-Iman e la Maqalat al-Islamiyyin. Circa venti dei suoi trattati sono giunti fino a noi. Si dice che per vent’anni compì l’orazione del mattino mantenendo lo stesso stato di abluzione dell’orazione della notte precedente. Morì a Baghdad nel 324 AH.
Alcuni membri delle scuole di pensiero Shafi`ita e Malikita sono legati alla Ash`ariyyah in termini di credo. La scuola Ash’ariyyah è assai diffusa, in specie in Iraq, in Siria e in Egitto.
I precetti dell’Imam al-Ash`ari hanno un ruolo molto importante nella formazione della dottrina della Ahl al-Sunnah. Se si esclude il tema del libero arbitrio, non vi è una marcata differenza di opinioni rispetto ad al-Maturidi. Tra i principi di al-Ash`ari, ricordiamo:
La Ahl al-Sunnah annovera quattro scuole di fiqh:
Questa sezione si concentra sui quattro imam e sul loro insegnamento.
Al-Imam al-A`zam Abu Hanifah nacque a Kufa nell’anno 80 dell’egira. Il suo nome era an-Nu`man ibn Thabit. Secondo alcune cronache era di origini turche. Suo padre, un ricco mercante, incontrò Ali ibn Abi Talib (ra), il quale gli diede la sua benedizione e pregò per la sua discendenza.
Abu Hanifah apprese a memoria il Corano in giovane età e studiò da autodidatta la lingua araba, letteratura, giurisprudenza (fiqh), hadith e teologia (kalam). Discusse con quanti nella sua regione nutrivano idee eretiche e dimostrò l’erroneità delle loro credenze. Di conseguenza, la sua fama iniziò a diffondersi.
La sua conoscenza, intelligenza, virtù e taqwa erano considerevoli. La nobiltà del suo insegnamento e la facilità e perfezione della sua scuola hanno incontrato il favore di tutti i musulmani.
A quell’epoca vi era un urgente bisogno di conoscenza del fiqh, fu così che al-Imam al-A`zam abbandonò il commercio e si dedicò allo studio delle questioni giurisprudenziali. Nel contempo, continuò a studiare il Corano e la Sunnah da cui cominciò a trarre norme. Si applicò inoltre allo studio degli hadith, esaminando quelle questioni che erano state materia di disaccordo tra i Compagni.
Nel corso di trent’anni di insegnamento, insegnò a più di 4000 studenti, tra cui futuri mujtahid (sapiente che pronuncia una interpretazione personale su una questione giuridica) quali Abu Yusuf, Muhammad ibn al-Hasan e Hasan ibn Ziyad.
Disse ai suoi studenti che la loro conoscenza avrebbe avuto solide basi qualora si fossero attenuti ai seguenti principi:
Dopo avere studiato con diversi sapienti islamici, si unì ad Hammad ibn Abi Sulayman, uno dei maggiori studiosi del tempo. Alla sua morte, gli occhi di tutti si volsero ad Abu Hanifah.
Il governatore dell’Iraq, Yazid ibn Amr, gli offrì il posto di qadi (giudice) per delimitare la sua influenza pubblica. A seguito del suo rifiuto, Abu Hanifah fu torturato per giorni e quindi imprigionato. Fu tuttavia ben presto liberato per timore delle reazioni del popolo.
Abu Hanifah visse molti anni in Hijaz per poi fare ritorno a Kufa in seguito all’ascesa al potere degli Abbasidi. Non si ebbero, tuttavia, grandi cambiamenti nel corso dell’egemonia abbaside. La sua risposta alla richiesta del Califfo al-Mansur di divenire qadi di Baghdad fu: “Se, in caso di rifiuto, fossi minacciato di essere gettato nelle acque dell’Eufrate, preferirei affogare. Vi sono molti intorno a te ad avere bisogno.” Al che al-Mansur lo fece torturare per diversi giorni. Questo evento compromise a tal punto la sua salute che ne morì a Baghdad nel 150 AH. Centinaia di migliaia di musulmani continuano a visitare la sua tomba ogni anno.
In seguito alla morte del Imam al-A`zam, i suoi studenti pubblicarono diversi libri contenenti collezioni di sue fatwa e di hadith da lui trasmessi, presentandoli in forma sistematica. Derivando nuove norme alla luce degli insegnamenti del loro maestro, questi diffusero le sue idee nell’intero mondo islamico. Da ciò prese corpo la scuola Hanafita, oggi predominante in Turchia, nei Balcani, nel Caucaso, in Siberia, Cina, Pakistan, Albania, Egitto, Palestina, Siria e Iraq.
Tra le opere dell’Imam al-A`zam che ci sono pervenute, ricordiamo Al-Fiqh al-Akbar, ‘Alim wa al-Muta‘allim, Al-Risalah, cinque commentari (al-Hashiyyah), al-Qasidat an-Nu’maniyyah, e Marifat al-Mazahib.
Riportiamo di seguito alcune citazioni dai suoi libri degne di nota:
“Mostra alla gente il maggiore amore possibile. Saluta tutti, anche i più umili. Se, mentre ti trovi in un’assemblea per discutere alcune questioni, qualcuno esprime idee opposte alle tue, non contrastarlo. Esprimi la tua opinione quando te la chiedono, rivela quanto è nel tuo cuore e menziona tale e tal altra opinione in merito prima di dimostrarla con delle prove. In tal modo, sarai ascoltato e il tuo grado di conoscenza sarà riconosciuto.
Trasmetti la conoscenza a tutti coloro che si rivolgono a te e fa sì che tutti apprendano qualcosa. Insegna cose importanti, non triviali. Sii amichevole, anche con battute spiritose, in quanto l’amicizia e la sincerità assicurano il proseguimento della conoscenza.
Tratta la gente con gentilezza e sii tollerante. Non mostrare noia o stanchezza nei confronti di nessuno. Comportati come uno di loro.
Non fidarti di alcuna amicizia fino a che non è stata messa alla prova. Non fare amicizia con chiunque sia vile o volgare. Sii virtuoso, generoso e comprensivo. I tuoi vestiti siano puliti e in buone condizioni. Cavalca buoni cavalli. Usa profumi gradevoli. Mostrati generoso nell’offrire il cibo e soddisfa tutti. Ogniqualvolta senti parlare di conflitti o di corruzione, sforzati di risolverli. Reca visita sia a coloro che ti cercano che a coloro che non ti cercano. Fai sempre il bene, indipendentemente dalla benevolenza o dalla malevolenza degli altri. Perdona e sappi chiudere un occhio di fronte a certe situazioni. Abbandona ciò che ti affligge e tenta di fare ciò che è giusto. Visita quei compagni che sono ammalati e informati riguardo a quelli che sono assenti. Presta interesse anche a quelli che ti ignorano.” (Dal lascito di Abu Hanifah al suo studente Abu Yusuf.)
“Sappiate che le azioni procedono con la conoscenza, come le membra si muovono grazie alla visione degli occhi. Poche azioni con conoscenza sono migliori di molto lavoro con ignoranza. Ciò ricorda il seguente proverbio: anche se un uomo ha scarse provviste, sarà salvo se conoscerà il giusto cammino. Un tal uomo è in una posizione migliore di colui che avrà abbondanti provvigioni ma non conoscerà il cammino. Come Allah (swt) ci dice: ‘Sono forse lo stesso coloro che conoscono e coloro che non conoscono? Solo le persone di intelletto prestano attenzione.’” (Osman Keskiolu, Abu Hanifah, M. Abu Zehra, pag. 177)
Alcuni consigli dell’Imam al-A`zam’s ad Abu Yusuf appaiono nel Ma’rifatname di Ibrahim Haqqi di Erzurum, da cui abbiamo tratto la seguente citazione:
“Augura il bene agli altri e da’ loro consiglio. Va’ e conversa con gli uomini quando vedono e approvano il tuo comportamento e desiderano parlare con te, affinché tu possa discutere la conoscenza nei loro circoli.
Che ogni studente si consideri un tuo figlio. Fa sì che lo sforzo rivolto al conseguimento della conoscenza aumenti ogni giorno. Non discorrere con quanti non ti ascoltano e nei mercati. Non temere di dire la verità con chicchessia. Dedicati a maggiori pratiche religiose di quanto faccia la gente comune. Non intrattenerti con i negatori e con la Ahl al-Bid`ah, invitali piuttosto alla religione quando le circostanze lo consentono. Questo è il mio lascito a te e a tutti gli altri. Che tu possa seguire questo cammino e guidare gli altri alla via della verità.”
Imam al-Shafi`i nacque a Gaza nel 150 AH. I sapienti musulmani hanno considerato significativo il fatto che fosse nato nello stesso anno in cui Abu Hanifah morì. Imam al-Shafi`i perse il padre in tenera età e trascorse la maggior parte della sua infanzia in povertà.
Si trasferì quindi a Mecca e cominciò a studiare gli hadith. Memorizzò inoltre il Corano e fu discepolo dell’Imam Malik. Consolidate tali basi di conoscenza, si dedicò poi allo studio del fiqh.
All’età di 34 anni fu ingiustamente accusato dal governatore dello Yemen di diffondere propaganda sciita e quindi imprigionato. Nove persone del suo seguito furono giustiziate e al-Shafi‘i stesso fu risparmiato solo grazie al tempestivo intervento di alcuni suoi influenti sostenitori.
Dopo due anni dedicati allo studio e alla ricerca a Mecca, fece ritorno a Baghdad. Da quel momento, la fama di al-Shafi‘i cominciò a diffondersi in tutto il mondo islamico. Si pose quindi in cerca di un ambiente più confortevole e adottò l’Egitto come sua nuova dimora.
Il governatore e il popolo dell’Egitto accolsero al-Shafi‘i al suo arrivo. Rimase sotto la protezione del governatore fino al termine dei suoi giorni e ricevette una quota destinata ai discendenti del Profeta (saas).
Imam al-Shafi‘i spese la sua intera esistenza sul cammino dell’Islam, lasciò molte opere alle generazioni successive ed educò un gran numero di studenti. Lottò, inoltre, senza posa contro sette eretiche quali i Mu’tazila e altri gruppi devianti. Si spense in Egitto nell’anno 204 dell’egira.
Lasciò dietro di sé opere inestimabili quali Ahqam al-Qur’an, As-Sunan, Kitab al-Umm e Musnad ash-Shafi‘i. Molti musulmani in Iraq, Anatolia orientale, India, Palestina, Hijaz, Filippine, Yemen, Egitto e Siria seguono la scuola Shafi‘ita, la cui influenza e contributo rimangono tuttavia enormi all’interno del mondo musulmano.
Imam al-Shafi‘i descrive l’essenza della scuola da lui fondata in questi termini: “Non è detto che tutti possano conoscere gli hadith del Profeta. Se propongo un’idea o un qualsiasi principio senza sapere che contravvengono alla Sunnah del Messaggero di Allah, allora è alla parola del Messaggero che la gente deve attenersi. Questa è la mia scuola. Se riferisco un hadith del Messaggero di Allah ma non agisco di conseguenza, quale terra potrà sostenermi e quale cielo darmi ombra? Gli hadith del Profeta sono di suprema importanza per me.”
Tra i detti dell’Imam al-Shafi‘i ricordiamo:
“Non è possibile accontentare tutte le persone. Il servo deve sforzarsi di giungere a una sincerità morale. Quando compie una buona opera, essa deve rimanere tra lui e Allah.”
“La ricerca della conoscenza è superiore a una qualsiasi preghiera superogatoria, in quanto quest’ultima beneficia unicamente l’individuo, mentre la conoscenza ritorna a beneficio dell’intera comunità.”
“Quando si dà in segreto un consiglio a un fratello nella fede, si compie un atto meritorio e si adorna l’altro di buone maniere. Quando si tenta di dare un consiglio in pubblico, ciò non ha effetto. In un certo senso, si condanna l’altro partito e lo si espone alla vergogna.”
“Chi desidera le gioie dell’altra vita sia sincero nella sua conoscenza.”
“Anche chi tenta di dare consiglio mediante le sue azioni è una guida.”
“Le seguenti tre condizioni sono segni della natura genuina dell’amore per un fratello nella religione:
- Tollerare piccoli errori senza rimproverare l’altro, accettandolo per ciò che è.
- Celare ogni azione sconveniente compiuta apertamente.
- Perdonare ogni torto subito.”
Secondo le fonti più affidabili, l’Imam Malik ibn Anas nacque a Madinah nel 93 AH. Quale membro di una famiglia immersa nello studio degli hadith, fece considerevoli progressi in questo campo in un breve lasso di tempo. In tenera età fu affidato al famoso erudito Ibn Hurmuz al cui seguito rimase nei successivi 13 anni. Cominciò a insegnare all’età di 17 anni e l’interesse che suscitò superò ben presto quello risvegliato dal suo maestro. Per quanto fosse maggiore di 13 anni, Abu Hanifah s’inchinò di fronte a lui e accolse i suoi insegnamenti.
Le opere dedicate all’Imam Malik rivelano la sua superiore memoria e intelligenza, la sua pazienza, tolleranza, sincerità, il suo intuito e la sua grandezza. L’Imam Malik è noto per queste qualità. Occupa una posizione fondamentale nella scienza degli hadith ed è rispettato per la scupolosità con la quale ha determinato l’autenticità delle tradizioni, delle quali ha accettato solo quelle che erano completamente affidabili.
L’Imam Malik non ha mai agito con urgenza nell’emettere fatwa. Quando consultato in riferimento a una determinata questione, soleva dire: “Ora va’ e lasciami investigare questo problema.” Alla domanda perché agisse in tal modo, rispondeva: “Dovrò rendere conto delle fatwa e ho un sincero timore del Giorno del Giudizio.”
Come l’Imam Abu Hanifah, Imam Malik attirò l’ira del califfo al-Mansur, e fu quindi torturato in prigione per vari giorni. Anni dopo, tuttavia, al-Mansur comprese i suoi errori e rivolse le sue scuse all’Imam Malik. L’Imam Malik spese gli ultimi anni di vita in stato di malattia e morì nella città benedetta di Medina nel 179 AH.
Membri della sua scuola si trovano oggi in Libia, Tunisia, Morocco, Hijaz, Egitto, Algeria e lungo la costa africana. L’opera più importante dell’Imam Malik, cui dedicò 40 di studio, è al-Muwatta’. Delle oltre 100000 tradizioni di cui si avvalse per il suo lavoro, ne utilizzò solo 1720. Bediüzzaman Said Nursi lodò l’Imam Malik e la sua grande opera al-Muwatta’ nella sua collezione.
L’Imam Ahmad ibn Hanbal nacque a Baghdad nel 164 AH. La sua vita coincise con il periodo di maggior lustro dello stato abbaside. Nonostante la perdita prematura del padre, ricevette un’eccellente educazione nello studio della religione. Fu allievo di famosi eruditi, il più influente dei quali fu l’Imam al-Shafi‘i. Per tale ragione, decise di dedicarsi allo studio degli hadith; si trattava di un ambito di conoscenza difficile da acquisire, che richiedeva viaggi estensivi e giovane età.
Mantenne un grande rispetto per i suoi insegnanti. Nel corso della sua esistenza, non espresse alcuna opinione personale in riferimento agli hadith e non emise alcuna fatwa prima di avere compiuto 40 anni, l’età della maturità. Ciò dimostra la sua umiltà – mostra la volontà di non esprimere alcuna opinione prima di avere raggiunto una maturità sufficiente da sostenere questo genere di responsabilità intellettuale. Per la sua conoscenza e modestia, divenne rapidamente uno studioso riconosciuto e rispettato.
I suoi discorsi erano generalmente dedicati a tre soggetti. La serietà, la modestia e la pace spirituale dominavano le sue conversazioni. Non amava prendersi gioco degli altri e fu sempre naturalmente rispettoso della gente con cui conversava.
Riferiva hadith solo quando gli era richiesto. In tal caso, per non commettere errori, soleva leggere gli hadith dalle fonti, non confidando nella memoria. Ciò dimostra la sua meticolosità e il suo impegno nel trasmettere in maniera corretta i detti del Profeta (saas).
Richiese inoltre, in maniera formale, che gli hadith riferiti ai suoi studenti fossero trascritti. Esigette che le fatwa emesse fossero riportate per iscritto al fine di evitare fraintendimenti.
Nel corso della sua intera esistenza non cessò di lottare contro i movimenti eretici. Per tale ragione si trovò in seria difficoltà con il sovrano dell’epoca, il califfo al-Mutasim. Fu arrestato e imprigionato in Baghdad. Gli ostacoli che dovette affrontare lo elevarono ulteriormente agli occhi della gente. L’oppressione persistette anche dopo la sua scarcerazione. Gli fu proibito di tenere discorsi pubblici e addirittura di recarsi alla mosche a per l’orazione. Uno dopo l’altro, tutti i suoi studenti furono reclusi in prigione. Con i piedi incatenati, iniziò il suo viaggio da Baghdad a Tarso per essere introdotto alla presenza del Califfo. Morì durante il tragitto nell’anno 128 dell’egira.
La diffusione della sua scuola fu impedita all’epoca dalla presenza delle altre scuole nella maggior parte delle terre islamiche. Per questa ragione, la scuola Hanbalita si è radicata soprattutto in Arabia Saudita.
L’opera più importante dell’Imam Ahmad ibn Hanbal è lo al-Musnad.
Si era specializzato nella conoscenza degli hadith. Si riporta che aveva memorizzato oltre un milione di hadith al-sharif, di cui ne riportò 30000 nello al-Musnad. Secondo il grande erudito Kohistani, narrò 50700 tradizioni. La sua pietà, taqwa, e le su elevate qualità morali furono al di sopra di ogni elogio.
Le differenze tra le scuole della Ahl al-Sunnah wal Jama‘ah rappresentano un enorme beneficio per il mondo islamico, piuttosto che un danno. Ogni imam delle quattro scuole giuridiche ha insegnato il suo ijtihad, ma ciò non ha implicato una mutua ostilità. Come affermato negli hadith, è chiaro che un disaccordo fondato sul rispetto reciproco rappresenta una misericordia, come la storia ha confermato. Il modo in cui un membro di una scuola è in grado di imitare un’altra scuola quando necessario ne è la prova più evidente.
Umar ibn Abd al-Aziz ha affermato in proposito:
“Sarei avverso al fatto che la comunità del Messaggero di Allah non dissentisse in riferimento a questioni di fiqh, poiché sarebbe difficile per la gente se tutti si dicessero d’accordo su uno stesso punto di vista. Il fatto di rispettare le parole di uno di essi rappresenta la Sunnah.” (Muhammad Abu Zahra, Tareekh al-Madhahib al-Islamiyyah)
È un fatto noto nel sistema di fede della Ahl al-Sunnah che tutte le idee sincere, l’ijtihad e l’interpretazione nell’ambito della implementazione hanno facilitato la diffusione dell’Islam in ambienti e terre differenti.
Il fattore più importante al fine di preparare il terreno per queste differenti interpretazioni dei Compagni è la diversa interpretazione degli hadith. Dopo il Corano, la Sunnah, in altre parole gli hadith, sono il punto di riferimento essenziale nell’Islam. Gli imam delle scuole hanno sottolineato l’importanza del rispetto della Sunnah e affermato che chiunque l’abbandoni sarà tra i perduti.
Tale enfasi riguardo all’osservanza della Sunnah del Messaggero (saas) fu espressa nei termini seguenti.
Al-Imam al-A‘zam:
“La gente è salva finché vi sono persone che si occupano degli hadith. Ogniqualvolta si è cercata la conoscenza in un ambito esterno agli hadith, la corruzione è emersa. Evitate di impartire comandi sulla base delle vostre opinioni personali in riferimento ad ogni questione relativa alla religione di Allah, seguite piuttosto la Sunnah. Chiunque abbandoni la Sunnah cade nella deviazione.” (ash-Sharani, al-Mizan 1: 51)
Imam al-Shafi‘i:
“Se giungo a una conclusione differente dopo avere riferito un hadith del Messaggero di Allah, quale cielo potrà proteggermi e quale terra sostenermi?”
Imam Malik:
“la Sunnah è come l’arca di Nuh (as). Chiunque si imbarchi in essa sarà salvato, mentre gli altri affogheranno.”
Imam Ahmad ibn Hanbal:
“Molte bid‘ah sono sorte. Chiunque ignori gli hadith cadrà in esse.”
Non vi è disaccordo tra gli imam delle scuole della Ahl al-Sunnah in riferimento alle virtù della Sunnah. Alcune differenze sono tuttavia emerse per quanto concerne la comprensione degli hadith. Il fatto che gli Imam delle scuole abbiano posseduto una differente conoscenza degli hadith ha condotto a una diversa regolamentazione. Il primo riferimento di ogni scuola, al momento di affrontare una determinata questione, è il Corano. In caso di assenza di specifici riferimenti in merito nel Corano, si considera allora la Sunnah del Profeta (saas). Qualora non si trovino neppure nella Sunnah, si considera la condotta dei Compagni. Nel caso in cui neppure tale riferimento possa condurre a una conclusione definitiva, la legge deve essere dedotta sulla base del ijtihad. Le possibili differenze relative a quest’ultimo determinano le specificità delle singole scuole.
In definitiva, si deve ricordare che è impossibile avere un dominio completo degli hadith, come Imam al-Shafi‘i ha affermato:
“Non conosco nessuno che conosca tutta la Sunnah, o tutti gli hadith. La Sunnah potrebbe essere conosciuta solo se la conoscenza di tutti i sapienti potesse essere riunita insieme. Dal momento che gli hadith dei sapienti sono disseminati ampiamente, ve ne saranno ovviamente alcuni ignoti a un particolare erudito. Non tutti gli hadith che un sapiente conosce devono per forza essere noti a un altro.”
Alcuni hanno considerato certi atti del Profeta (saas) compiuti in momenti diversi come obbligatori, mentre altri li hanno interpretati come supererogatori. Vi sono vari esempi in proposito nelle scuole della Ahl al-Sunnah. Inoltre, l’incapacità di comprendere del tutto un’azione intrapresa dal Profeta (saas) oppure la parziale testimonianza di essa hanno determinato l’emergere di differenze.
Le parole dei Compagni costituiscono un’altra ragione di differenziazione tra le scuole di pensiero. Per esempio, gli Hanafiti e i Malikiti favoriscono le parole dei Compagni al ragionamento analogico (qiyas), mentre, in alcune circostanze, gli Shafi`iti non accettano un resoconto di un Compagno. Ciò ha determinato differenze nell’emissione delle fatwa. Anche le differenze climatiche, geografiche, etniche o culturali hanno agevolato il verificarsi di questo fenomeno.
Gli imam delle scuole hanno mantenute le divergenze all’esterno della sfera delle passioni personali e cercato solo l’approvazione di Allah (swt). Non hanno mai preteso che unicamente la loro posizione rappresentasse la verità, ma hanno piuttosto affermato che il loro approccio potesse essere il più consono.
Imam al-A`zam Abu Hanifah disse: “I nostri pensieri consistono di un’opinione e sono l’opinione migliore che abbiamo. Se qualcuno ci propone un’opinione migliore della nostra, allora dobbiamo seguire quella.” (Muhammad Abu Zahra, Tareekh al-Madhahib al-Islamiyah)
Quando si considerano le vite degli imam, si nota che in luogo di accuse reciproche vi furono sempre legami di mutuo rispetto tra loro. Nel suo Catechismo, Omer Nasuhi Bilmen afferma che tale rispetto è un segno della Ahl al-Sunnah:
“Gli aderenti di ognuna delle quattro scuole di questi quattro mujtahid credono che la loro sia la migliore, la più accurata, efficace ed appropriata in relazione alla Sunnah. In caso contrario, non avrebbe senso scegliere una scuola particolare. Ciò nonostante, l’idea di denigrare le altre scuole non viene neppure presa in considerazione. Essi rispettano ognuna delle quattro scuole. Tale rispetto è un segno della Ahl al-Sunnah.” (Omer Nasuhi Bilmen, Il grande catechismo islamico, pag. 42)
Le discordanze furono costruttive piuttosto che distruttive. Ciò, inoltre, non contraddice il comando di Allah (swt) di evitare dispute tra musulmani, in quanto tali differenze sono sempre state una misericordia per i credenti.