I Grandi Sapienti Dell’Islam E Alcune Delle Loro Posizioni

Alla testa delle fonti di riferimento della Ahl al-Sunnah si trovano gli eruditi musulmani che compilarono quei sei grandi libri di hadith che riuniti sono noti con il nome di  al-Kutub as-Sitta (Sei Libri).

Imam al-Bukhari

Nato a Bukhara nel 194 AH fu cresciuto da sua madre in seguito alla morte del padre Ismail ibn Ibrahim, il quale era stato un grande sapiente dell’epoca.  Cominciò a studiare gli hadith all’età di sette anni, tanto che tre anni dopo aveva memorizzato oltre 70000 hadith. Continuò quindi i suoi studi con ben noti maestri a Mecca, Medina, Nishapur e Basra; per tale ragione la sua reputazione si diffuse ben oltre i confini della sua città natale. Molti famosi eruditi, tra cui Muslim, Abu Dawud, al-Tirmidhi, e Ibn Sa‘id considerarono le sue opere come assolutamente affidabili e si avvalsero delle sue idee nei loro studi e scritti. È unanimemente considerato il più grande esperto di  hadith di tutti i tempi.

Imam al-Bukhari studiò oltre 600000 tradizioni, di cui solo 7275 furono considerate nell’ambito della sua opera. Tale collezione di hadith, il risultato di sedici anni di lavoro intellettuale, è considerata la più affidabile della storia dell’Islam. Intitolata al-Jami‘ al-Sahih, fu in seguito compendiata da Imam az-Zubaidi con il titolo al-Tajrid al-Sahih (Compendio dello Sahih al-Bukhari), il quale contiene oltre 2000 hadith.

Imam al-Bukhari morì nel 256 AH, lasciando dietro di sé un’opera destinata a costituire una guida per i musulmani nei secoli a venire. Il suo posto nella onorata tradizione dei sapienti musulmani è incisa nella roccia e i suoi sforzi non potranno mai essere cancellati.

Imam Muslim

Imam Muslim nacque a Nishapur nel 204 AH e cominciò a studiare gli hadith nella prima adolescenza. Come tutti i grandi sapienti, non ebbe timore di intraprendere viaggi estenuanti alla ricerca della conoscenza e della saggezza. Approfondì le sue ricerche visitando l’Iraq, l’Hijaz, l’Egitto e Damasco. Ebbe così l’opportunità di consultare fonti di hadith e altre opere relative alla tradizione  dell’ultimo Messaggero di Allah (saas). Ovunque si recò, i suoi sforzi accrebbero la sua conoscenza e affermò apertamente di essere stato principalmente influenzato dall’opera di   Imam al-Bukhari.

Nelle sue opere dedicate agli hadith, Imam Muslim si avvalse delle sue capacità di trasmettere i detti del Profeta (saas) rispettando la forma esatta con cui gli erano stati narrati, senza alterare neppure una singola lettera per evitare che ciò desse adito a fraintendimenti tra i credenti. Raccolse 300000 hadith autentici di cui ne riportò solo 3030 nella sua famosa collezione (Jami‘) nota come Sahih Muslim. Quest’opera è considerata come la collezione di hadith  più affidabile dopo Sahih al-Bukhari. Sahih Muslim ha servito il mondo islamico per duecento anni come secondo volume degli al-Kutub as-Sitta.

Si riporta che il suo maestro Abdul Wahhab al-Farra' disse di lui: “Muslim è un erudito della gente e un repertorio di conoscenza. Non conosco nulla di lui che non sia buono.”

Imam al-Tirmidhi

Imam al-Tirmidhi nacque nel 209 AH a Termez (Tirmidh), in Transoxiana. Studiò in Khorasan, Iraq e Hijaz, ma ricevette la sua educazione principalmente a Bukhara, luogo di nascita dell’Imam al-Bukhari. È certo che non studiò hadith con al-Bukhari e Muslim.

Al-Tirmidhi non si limitò alle raccolte di hadith, ma contribuì anche al progresso della loro conoscenza. La sua Sunan al-Tirmidhi contiene 3962 hadith. Quest’opera è considerata come uno dei lavori più affidabili in proposito.

La differenza principale tra la Sunan al-Tirmidhi e le altre raccolte di hadith è la sua suddivisione per temi, ognuno dei quali, indipendentemente dall’importanza, è considerato separatamente in modo tale da evitare ogni possibile confusione.  La sua capacità di collazionare le opere e di organizzarle in maniera tale da agevolare la ricerca ai lettori musulmani costituisce una delle sue qualità principali. Al-Tirmidhi scrisse anche il primo libro dedicato alla vita dei Compagni.

Abu Dawud

Abu Dawud nacque nel 202 AH. Come al-Bukhari e Muslim, viaggiò estesamente in tutte le terre dell’Islam e studiò con oltre cinquanta sapienti. Si avvalse delle opere di al-Bukhari e Muslim. Una volta completate le sue opere, queste divennero ben presto fonte di consultazione per gli studiosi di hadith. Fu apprezzato dagli ulama musulmani in riferimento a diverse questioni e considerato uno studioso che agiva sulla base della sua conoscenza. 

Di un totale di 500000 hadith, ne incluse 4800 nella sua Sunan Abu Dawud. Nel selezionare gli hadith, diede la preferenza a quelli concernenti questioni giuridiche e legali. I suoi lavori hanno ricevuto un’ampia accoglienza da parte di ricercatori di diverse scuole.

Imam al-Nasa’i

Imam al-Nasa’i nacque in Khorasan nel 225 AH. Visitò le capitali culturali dell’Islam e studiò hadith con molti grandi sapienti. I suoi lavori sono sopravvissuti fino ai nostri giorni e costituiscono tuttavia delle opere di riferimento per i ricercatori musulmani e non musulmani di tutto il mondo.

Giunto a Damasco dall’Egitto, subì pressioni da parte dell’amministrazione Omayyade e fu martirizzato in seguito ad atroci torture. Si dice che la sua tomba si trovi tra le colline di  Safa e Marwah, per quanto ciò non sia stato in alcun modo suffragato.

La sua opera, al-Mujtaba, è considerata una tra le raccolte di hadith più complesse e costituisce il terzo volume  degli al-Kutub as-Sitta.

Ibn Majah

Ibn Majah nacque a Qazwin nel 209 AH. Come altri studiosi di hadith, visitò il Khorasan, Basra, Mecca, Damasco l’Egitto al fine di raggiungere la massima conoscenza nell’ambito degli hadith. Oltre alla Sunan Ibn Majah, compilò opere di storia e tafsir. Il suo libro più famoso costituisce il sesto volume degli al-Kutub as-Sitta. Alcuni sapienti, tuttavia, considerano  al-Muwatta’ dell’Imam Malik come il sesto volume.

Dei 4341 hadith raccolti nella Sunan ibn Majah, 1339 sono utilizzati solo da Imam Maja nelle sue opere e da nessun altro.

Imam al-Ghazali

Hujjat al-Islam Abu Hamed Muhammad ibn Muhammad al-Ghazali costituisce una delle più grandi figure nel fiqh e nel tasawwuf dell’intera storia dell’Islam. Nato a Tus, nell’odierno Iran, nel 450 AH (1058 e.v.). per quanto suo padre non fosse benestante, i suoi genitori intrapresero sforzi enormi per garantirgli una buona educazione.

Completati i suoi studi a Tus, al-Ghazali si trasferì a Gurgan per proseguire la sua educazione. I tumulti politici in Anatolia influenzarono anche al-Ghazali, il quale emigrò a Nishapur dove divenne uno studente del famoso studioso Abu al Ma‘ali al-Juwayni. Alla morte del suo maestro, fu nominato direttore della Madrasah Nizamiyya da Nizam al-Mulk Tusi. In un breve lasso di tempo al-Ghazali fu in grado di fare udire la sua voce tra la gente, tanto che il numero dei suoi studenti continuò a crescere col passare dei giorni.

In seguito a un’infermità di cui soffrì nel 488 AH, abbandonò la madrasah e spese la decade successiva lontano dalla scena pubblica. Fece quindi ritorno ai suoi studenti a Baghdad cui cominciò a insegnare ciò che venne poi raccolto nella sua opera principale, la Ihya’ al-‘Ulum al-Din. Quando l’unità dei musulmani in Anatolia cominciò a vacillare, fu richiamato a Tus dal vizir selgiudiche. Sotto il patronato del Sultan Sanjar, nei dodici anni successivi potè usufruire di ogni opportunità. Continuò a dedicarsi all’insegnamento e alla predicazione fino all’ultimo dei suoi giorni, nel 505 AH (1111 e.v.).

Le idee dell’Imam al-Ghazali rappresentano un punto di svolta nella storia del pensiero islamico. Negli ultimi anni di vita, intraprese uno sforzo contro quelle idee che si opponevano intrinsicamente a quelle della Ahl al-Sunnah ed eliminò diverse tendenze che riteneva potessero sviare i musulmani.

Al-Ghazali scrisse in uno dei suoi libri:

“Come abbiamo detto riguardo al titolo di ‘musulmano’, vi è un esempio e un segno nell’essenza della marifat (gnosi), la quale è compresa da coloro che la possiedono. Nessuno, se non coloro che nulla hanno a che fare con questo mondo, non si occupano di esso e spendono la loro esistenza nella ricerca di Allah possono trovarla. Si tratta di uno sforzo lungo e difficile. Lasciateci quindi indicare quale sia l’alimento di tutto questo: è il credo della Ahl al-Sunnah. Per quanti mantengono questa fede nei loro cuori, vi sarà felicità e salvezza.” (Kimiya’ al-Sa‘adat)

Le opere dell’Imam al-Ghazali includono:

  1. La Ihya’ al-‘Ulum al-Din (La rivivificazione delle scienze religiose) è l’opera di al-Ghazali più nota e vasta. I temi trattati sono il fiqh e il tasawwuf. È suddivisa in dieci sezioni di quattro libri ciascuna. Dal momenti in cui fu scritta costituisce uno dei libri più letti nel mondo islamico.
  2. La al-Iqtisad fi al-Itiqad (la via di mezzo nella fede) è dedicata alla fede e alla convinzione.
  3. La Tahafut al-Falasifa (L’incoerenza dei filosofi) è una raccolta di critiche della filosofia aristotelica.
  4. La Kimiya’ al-Sa‘adat (L’alchimia della felicità) tratta di fede, azioni, moralità e  tasawwuf. È il riassunto in persiano della Ihya’.
  5. La Bidayat al-Hidayah (Il principio della guida) fu scritta in uno stile accessibile al lettore ordinario ed è un libro che tratta di religione ed etica.

Il numero totale di opere scritte dall’Imam al-Ghazali, inclusi i testi minori, è di 75.

Sayyid Ibrahim Haqqi di Erzurum

Hadrat Ibrahim Haqqi di Erzurum nacque nella cittadina di Hasankale, Erzurum, nel 1703. Dal momento che suo nonno era un discendente del Profeta (saas), era uno sayyid per linea materna.

Hadrat Ibrahim Haqqi conobbe Ismail Faqirullah durante un viaggio in compagnia di suo padre a Siirt, nella regione di Tillo, dove si stabilì per un certo periodo. Alla morte del padre, il derviscio Osman Effendi, Haqqi fece ritorno a Erzurum e proseguì la sua educazione dal punto in cui l’aveva lasciata in precedenza. Ricevette lezioni di arabo e persiano da Muhammad Hazik, il mufti di Erzurum. Avendo compiuto enormi progressi in turco, arabo e persiano fu in grado di scrivere poesie stupende nelle tre lingue.

Nel 1728 fece ritorno a Siirt e continuò a seguire le lezioni di Ismail Faqirullah, di cui infine sposò la figlia divenendo così il genero del suo maestro. Tornato dallo hajj nel 1728, scrisse il suo libro Lubb al-Qutb, il quale consisteva di citazioni dalle opere dei grandi sapienti musulmani del passato.

Invitato a corte dal Sultano Mahmud I nel 1747, usufruì dell’opportunità di avvalersi della libreria di palazzo. Tornato a Erzurum, iniziò a scrivere dei brevi trattati (risala). Dopo una seconda visita a Istanbul, si ritirò nella sua casa di Hasankale dove si dedicò completamente alla compilazione di testi.

Durante il suo secondo hajj, il sacro pellegrinaggio a Mecca, avviò uno scambio di informazioni stabilendo contatti con famosi eruditi islamici di Aleppo, Damasco, Mecca, Medina e Gerusalemme.

Di ritorno dai suoi viaggi, scrisse la sua opera più famosa: il Ma‘rifatname (Libro della Gnosi). In aggiunta, scrisse altri 54 testi importanti. Morì a Siirt nel 1780, il suo corpo è stato inumato nella tomba costruita per il suo maestro, Sheikh Ismail Faqirullah.

Tra i detti di Sayyid Ibrahim Haqqi ricordiamo:

“L’esempio della più elevata moralità è fare visita a colui che non ti cerca. È perdonare chi ti opprime. Quando parli, attieniti alla verità. Se fai una promessa, mantienila. Se fai il bene, nascondilo. Se vedi un cattivo carattere, non seguirne l’esempio.

Salutare tutti costituisce la più grande qualità morale. La modestia produce incremento. La più grande saggezza si cela nell’andare d’accordo con tutti. Chiunque cerchi mancanze tra la gente troverà che le sue mancanze sono oggetto di discussione. A chiunque accetti un consiglio verrà risparmiata la vergogna.

Non si deve ubbidire ai servi riguardo a questioni che sono peccaminose agli occhi di Allah. Non ci si può aspettare alcun bene da coloro che mentono. Se hai piacere che la gente parli con te, parla loro nella stessa maniera. Accetta le scuse di quanti si scusano. Rispetta i più anziani di te se vuoi che i più  giovani ti rispettino. Il tesoro più  utile è l’amore nei cuori della gente.” (Ma’rifatname)

Imam Rabbani

Il suo vero nome era Ahmad Sirhindi al-Faruqi. Nacque a Sirhind, una città dell’India, nel 1564. Essendo un discendente di Hadrat Umar al-Faruq (ra) per linea paterna, era noto con l’appellativo al-Faruqi.

È una delle grandi figure del tasawwuf nella tradizione della Ahl al-Sunnah. Cominciò il suo noviziato nel Sufismo sotto Muhammad al-Baqi Billah, uno Shaykh Naqshbandi. Entrato in conflitto con l’Imperatore Jahangir, fu accusato di “danneggiare l’essenza della fede” e fu quindi imprigionato nel Forte di Gwalior nel 1619.

Dato il suo forte sostegno al credo della Ahl al-Sunnah, si oppose strenuamente contro tutti i movimenti ereticali. Per questa sua posizione meritò il titolo di  Mujaddid Alf Thani (Rivivificatore del millennio). Le sue Maktubat (Lettere), una raccolta di lettere scritte ai suoi amici e studenti, costituisce uno dei testi essenziali del tasawwuf.

Riportiamo alcuni estratti dalle Maktubat:

“Una persona deve dapprima correggere la sua fede. Tale correzione deve essere compatibile  con quella della Ahl al-Sunnah wal Jama‘ah, i compagni del Giardino. Mentre ci si può attendere il perdono per l’indolenza nelle proprie azioni, non vi può essere alcuna indolenza per quanto riguarda la propria fede.”

“La felicità in entrambi i mondi può conseguirsi solo e unicamente seguendo il Messaggero di Allah (saas). A tal fine, è necessario attenersi alle regole dell’Islam, eliminare dalla gente quegli elementi propri della miscredenza e sradicarne i segni.”

“Il momento per compiere buone azioni è la gioventù. Una persona virtuosa comprenderà il valore di questa età e non la dissiperà. Non tutti raggiungono la vecchiaia, e anche nel caso la si raggiunga, è a quell’età difficile prendere la padronanza di sé.  Si è inoltre privi della forza necessaria per compiere certe azioni. La vecchiaia implica debolezza e senilità…”

“… Ognuno di questi settantatre gruppi pretende di ubbidire alla religione. Ognuno di essi crede che sarà salvato [dal Fuoco]. Nella ayat LIII di Surat al-Muminun e nella XXXII ayat di Surat ar-Rum si dice: “…ogni fazione si gloria di ciò che possiede.” Tra questi diversi gruppi, tuttavia, i segni e i sintomi di coloro che saranno salvati ci vengono dati dal Profeta (saas): ‘Quanti appartengono a questo gruppo sono coloro che seguono il cammino che io e i miei ashab seguiamo.’ Dopo aver menzionato se stesso, il Messaggero di Allah (saas) non aveva bisogno di menzionare i suoi ashab; tale menzione, tuttavia, significa: ‘Il mio cammino è il cammino che i miei ashab seguono. Il cammino della salvezza è il cammino che i miei ashab seguono.’”

“Colui che dice di seguire il Messaggero di Allah (saas) ma non segue il cammino dei suoi ashab erra… Coloro che seguono la via dei suoi ashab sono indubbiamente gli Ahl al-Sunnah wal Jama‘ah. Che Allah (swt) colmi di benedizioni le guide di questo gruppo, che lavorarono impavidamente senza affaticarsi! Il gruppo che sarà salvato [dal Fuoco] è solo uno. E quanti dicono male degli ashab del nostro Profeta (saas) sicuramente non ne fanno parte. Tale è il caso della setta degli Sciiti e di quella dei Kharijiti.

Lo stesso vale anche per i Mutaziliti, il cui cammino emerse in seguito, e gli altri gruppi che non fanno parte della Ahl al-Sunnah.” (Maktubat al-Rabbani)

Sayyid ‘Abd al-Qadr al-Gilani

‘Abd al-Qadr al-Gilani, detto Abu Muhammad, è noto anche come Muhyi’al-Din, Qutb-e Rabbani, al-Ghaus al-A‘zam e Sultan al-Awliya’ (il Sultano dei Santi). Era sia uno sayyid che uno sharif. Nacque nel 1078 nella provincia persiana del Gilan, dove intraprese i suoi studi religiosi. In seguito emigrò a Baghdad, dove proseguì la sua educazione. Scelta la scuola Hanbali, si dedicò allo studio del fiqh e approfondì la sua conoscenza del tasawwuf mentre predicava alla madrasah Abu Said. Il suo cammino Sufi, al-Qadiriyyah, prese il nome da lui.

Tra i libri che ci sono giunti ricordiamo Al-Ghunya, Al-Fath al-Rabbani e Futuh al-Ghayb, i quali sono raccolte di sermoni e consigli. Shaikh al-Gilani morì a Baghdad nel 1166. La sua tomba, visitata ogni anno da milioni di persone, è a Baghdad.

Riportiamo di seguito alcune citazioni:

“L’azione conforme al Corano eleva e stabilisce al livello del Corano. L’azione in accordo con la  Sunnah (gli hadith del Profeta) approssima al Profeta, il Messaggero di Allah (saas). Con il suo cuore e la sua protezione spirituale, il Profeta (saas) è indivisibile dai cuori degli amici di Allah, in ogni momento. È lui che adorna i cuori degli amici di Allah e dona loro fragranza. È lui che purifica la loro essenza, rimuove i sentimenti negativi e li abbellisce.

Ricorda Allah affinché Egli si ricordi di te. Ricorda Allah poiché tale ricordo (dhikr) purifica dai peccati. Che tu possa rimanere senza peccati. Possa tu essere un credente ubbidiente, libero dai peccati. Allora Egli ti ricorderà. Il ricordo ti avvolgerà e ti occuperà a tal punto che non avrai tempo per desiderare alcuna altra cosa. Sarà il tuo solo scopo e il tuo unico desiderio.

O gente, l’Islam piange. Si prende la testa tra le mani. È assediato dai fajarah, dai fasiqun, dagli ahl al-bid‘ah, dagli oppressori, da quanti recano falsa  testimonianza e da coloro che reclamano di avere una virtù che non posseggono. Invoca l’aiuto dei musulmani puri e devoti contro di loro.

Possa tu mangiare e bere come se mangiassi e bevessi per l’ultima volta. Che l’incontro con la tua famiglia possa essere come un addio. Che l’incontro con i tuoi fratelli musulmani  possa essere come un addio. Ricorda sempre al tuo cuore a chi si è affidato e che è sempre in uno stato di addio. Come può colui il cui destino è nelle mani di un altro non essere in uno stato di affidamento e addio? Non sa che cosa il domani gli presenterà, come le cose finiranno e che piani il destino abbia in serbo per lui.

Pentiti, dunque, e sforzati di non peccare più. Fuggi dai tuoi peccati e affrettati verso il tuo Signore. Che il tuo pentimento sia interno ed esterno. Nel pentimento si cela il fatto di essere un servo accettabile agli occhi di Allah. Disfati della camicia del peccato con un pentimento sincero e una vera modestia di fronte ad Allah.

O tu che volgi le spalle al cammino di Allah per immergerti negli affari di questo mondo! Ti considero come uno che per compiacere agli altri si attira l’ira di Allah. È sicuro che ben presto lascerai questo mondo. La morte ti rapirà. Verrai ghermito da colei che afferra con grande pena, potenza e in forme diverse. Perderai e abbandonerai tutto ciò che hai in un solo momento.” (Al-Fath ar-Rabbani)

Hadrat Shah Naqshband

Nato nei pressi di Bukhara nel 1318, il suo vero nome era Muhammad Bahauddan Uways al-Bukhari. Ricevette un’educazione spirituale e teologica da Sheikh Muhammad Baba as-Samasi, lo sheikh dell’ordine Khajagan. Shah Naqshband, il quale in gioventù si era recato a Samarcanda, era un membro della scuola Hanafita. Con le sue opere e la sua predicazione dedicate alla moralità e alla conoscenza riunì un vasto seguito popolare.

L’ordine Naqshbandi da lui fondato si diffuse in India all’epoca dell’Imam Rabbani. Dopo la conquista di Istanbul, l’ordine fu adottato dai sovrani ottomani. La presenza di molti centri Naqshbandi (dargah) in Istanbul fu un segno della vasta diffusione del movimento negli strati popolari.

La verità propagata da Shah Naqshband nel corso della sua intera esistenza è il pilastro dell’Islam, vale a dire, che quanti non si attengono strettamente al Libro di Allah (swt) e non ubbidiscono ai comandi del Profeta (saas) non possono ottenere la salvezza. Informa che non ci si può allontanare dalle linee definite dal Corano e dalla Sunnah dell’Ultimo Messaggero di Allah (saas). Chi segue o imita un altro individuo su un cammino diverso, ignorando così il Corano e la Sunnah del Profeta Muhammad (saas) è condannato spiritualmente. In uno dei suoi libri, Shah Naqshband esprime la sua devozione al Messaggero di Allah (saas) con queste parole:

“Ho seguito in ogni cosa il Messaggero di Allah (saas), ripetendola esattamente senza trascurare alcuna Sunnah. Ho adempiuto a tutti i suoi requisiti e goduto dei risultati.”

Mawlana Khalid al-Baghdadi

Mawlana Khalid al-Baghdadi nacque a Shahrazur, nei pressi di Baghdad, nel 1778. Studiò tafsir (commento dei Corano), hadith, giurisprudenza (fiqh) e tasawwuf da diversi studiosi. Alla morte del suo shaykh, prese il suo posto nell’insegnamento. Migliaia di persone da tutto il mondo islamico attesero alle sue lezioni. Dopo aver insegnato per otto anni, si diresse a Damasco e da lì in Hijaz. Nel 1809, Shaykh Abdullah al-Dahlawi invitò Mawlana Khalid in India.

Completati i suoi studi, fece ritorno a Baghdad. Morì nel 1826 a Damasco. Ibn ‘Abidin, uno dei più grandi sapienti Hanafiti, guidò la sua orazione funebre.

Mawlana Khalid introdusse la sua opera con la seguente citazione dalle Maktubat al-Rabbani:

“Attieniti strettamente ai comandi e alle proibizioni di Allah nel corso della tua intera esistenza. Ti consiglio di ricordare Allah constanemente, di cercare rifugio in Lui, di non dare il tuo cuore a questo mondo transitorio, ma di cercare l’infinitezza dell’altra vita, di prepararti alla morte e alla solitudine della tomba e al Giorno del Giudizio, di attenerti scrupolosamente alla Sunnah del Profeta (saas), di evitare ogni bid`ah e di pregare per il successo dei musulmani e la sconfitta degli apostati e dei nemici della religione.” (Da una lettera di Mawlana Khalid a un amico di Diyarbakir.)

“Si deve considerare e comprendere attentamente che è solo Allah Colui Che concede benedizioni a tutte le cose create e Che preserva incessantemente tutte le entità. Gli attributi superiori ed eccellenti dei Suoi servi derivano dalle Sue benedizioni. Al fine di meritare la grazia infinita e la gioia del Paradiso, la Sua approvazione e il Suo amore, Allah ci comanda di ubbidire all’amato Profeta (saas).”

Ahmad Dhiya al-Din Gumushkhanewi

Ahmad Dhiya al-Din Gumushkhanewi nacque a Gumushane nel 1813. Emigrato a Trabzon all’età di dieci anni, intraprese i suoi studi con i sapienti della città. Quando il fratello maggiore fu chiamato a prestare il servizio militare, aiutò il padre nella sua attività commerciale. Nel 1831 si trasferì a Istanbul, nonostante l’opposizione della famiglia, per continuare i suoi studi. Influenzò molte figure prominenti dell’epoca, tra cui il Sultano Abd al-Hamid II, mediante i suoi discorsi.

Gumushkhanewi dedicò ventotto anni della sua vita alla compilazione di testi e sedici alla predicazione dell’Islam. Raccolti fondi dai suoi discepoli, che ammontavano a circa un milione, stabilì un “fondo comune di solidarietà e investimento” di cui si avvalse per  impiantare una tipografia, una casa editrice, quattro biblioteche con oltre 18000 libri e varie fondazioni.

Hadrat Gumushkhanewi è noto per la grande importanza che attribuì alla Sunnah e per avere fondato il suo insegnamento sugli hadith. Mediante la fondazione di librerie in tutta la Turchia e la costante promozione di attività educative, fece tutto il possibile per favorire l’avanzamento dell’Islam. Combatté nella guerra russo-ottomana del 1877-78 e fornì un considerevole supporto morale alle truppe turche.

Al suo ritorno da una visita in Egitto nel 1880, passò la responsabilità della  dargah Gumushkhanewi al suo successore Hasan Hilmi Effendi e da quel momento attese solo alle orazioni del venerdì. Morì sul Monte Yusa, nel distretto di Beykoz, il 13 maggio 1893, mentre spendeva i mesi estivi in una tenda.

Fu riconosciuto come il più grande sapiente islamico della sua epoca.

Tra le opere del Maestro, ricordiamo:

- Jami` al-Usul: descrive in particolare i principi dell’ordine Naqshbandi. Contiene raccolte di opere considerate importanti da tutti i movimenti di tasawwuf aderenti alla Ahl al-Sunnah.

- Ruh al-`Arifin: descrive i vari ranghi nell’ambito del tasawwuf.

- Majmu`at al-Ahzab: descrive tutte le osservanze religiose quotidiane della Ahl al-Tasawwuf.

- Kitab al-`Arifin: dedicato alle suppliche.

Bediuzzaman Said Nursi

Bediuzzaman Said Nursi nacque nel 1873 a Nurs, un piccolo villaggio nella provincia di Bitlis, nella Turchia orientale. Per quanto avesse intrapreso la sua educazione religiosa a nove anni, fu incapace di adattersi al sistema della madrasah e ben presto la abbandonò. Compiuti i 12 anni, sognò il Profeta Muhammad (saas), il quale lo incitò a fare ritorno ai suoi studi. All’età di 21 anni, la sua reputazione si diffuse nelle province orientali e ricevette il nome Bediuzzaman (meraviglia dell’epoca).

Uno dei suoi maggiori obiettivi fu la fondazione della Madrasah al-Zahra a Van. Nel 1907 si recò a Istanbul ed espose il suo progetto al Sultano Abd al-Hamid II, ma i suoi sforzi per convincerlo non diedero frutto. Prese allora in affitto una stanza nello Sekerci Han di Fatih, a Istanbul, dove si stabilì.

Per quanto non avesse avuto alcuna connessione gli eventi del 31 marzo, fu arrestato nel corso degli incidenti e poi rilasciato. In seguito a questi accadimenti, lasciò Istanbul e proseguì i suoi studi a Van, Tbilisi, Damasco, Beirut e Izmir. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, servì nella Teskilat-i Mahsusa (servizi segreti ottomani). Nel 1916, mentre si trovava a Pasinler come comandante territoriale, fu catturato come prigioniero di guerra. Durante la Rivoluzione Bolscevica, approfittando dei disordini, riuscì a fuggire e a giungere a Istanbul con grandi difficoltà.

La vita di Said Nursi cambiò con la ribellione di Sheikh Said, cui, in ogni caso, non diede alcun supporto. Said Nursi scrisse in riferimento a questa rivolta:

“La nazione turca è stata per lungo tempo la portabandiera dell’Islam. Ha cresciuto molti wali e martiri. Non si deve sguainare la spada contro i nipoti di una tale nazione. Siamo musulmani, siamo fratelli. Che i fratelli non combattano tra loro. Ciò è inaccetabile nei termini della Sharia. Le spade vanno rivolte contro i nemici esterni, non all’interno della nazione. In quest’epoca, la nostra salvezza si trova nella guida e nella luce del Corano e nei segni della fede. Il nostro più grande nemico è l’ignoranza, la quale deve essere eliminata. Interrompete i vostri sforzi, in quanto non porteranno a nulla. È probabile che, a causa di alcuni assassini, migliaia di uomini e donne innocenti periscano.”

Nonostante tutto, venne avviata un’inchiesta ufficiale riguardo a molti capi del distretto e a Bediuzzaman, il quale fu tradotto a Istanbul. Fu quindi esiliato a Barla, un villaggio di Egridir. In questo villaggio, scrisse tre quarti della raccolta Risale-i Nur, un famoso commentario del Corano.

Con l’incremento del numero dei suoi seguaci, fu inviato a Eskisehir, dove venne sottoposto a un nuovo processo e condannato a undici mesi di detenzione. Le pressioni su di lui aumentarono gradualmente. Nel 1934, da Barla fu trasferito a Isparta. Dopo aver scontato la condanna insieme a 120 amici, fu esiliato a Kastamonu. Fu arrestato ancora nel 1943 e inviato ad Ankara. Furono allora aperte altre indagini a Isparta e a Denizli. Dopo altri nove mesi di detenzione con un centinaio di amici, fu prosciolto da tutte le accuse. Nonstante queste decisioni, le pressioni non si allentarono, tuttavia, una condanna a venti mesi di carcere fu annullata dalla corte suprema. 

Quando, nel 1951, fu citato in relazione alla pubblicazione di un suo articolo in un giornale, ebbe l’opportunità di recarsi a Istanbul dopo un’assenza di ventisette anni. Fu nuovamente prosciolto.

Nel 1956, fu consentita la pubblicazione della raccolta Risale-i Nur, in quanto non si ravvisava alcun elemento di accusa. Durante gli ultimi anni della sua vita, percorse estesamente il paese e, dopo un lungo viaggio da Istanbul, morì a Urfa nel 1960. In seguito al colpo di stato del 27 maggio, le sue spoglie furono trafugate a Isparta dove venne seppellito in un luogo sconosciuto.

le sue opere:

- Le parole
- Lettere
- I bagliori
- I raggi
- Compendi di luce (Mathnawi al-Nuriya)
- La verga di Mosè (Asa-yi Musa)
- Lettere da Kastamonu
- Lettere da Barla
- Lettere da Emirda¤
- Segni miracolosi
- Il sigillo dell’Invisibile
- Il sermone di Damasco
- I dibattiti (Munazarat)
- Iki Mekteb-i Musibetin Sehadetnamesi

Alcune citazioni:

“Conformarsi alla Sunnah è indubbiamente molto importante. Specialmente in un’epoca in cui la bid‘ah si è diffusa. Specialmente in un’epoca in cui la ummah è in preda al disordine, conformarsi ai principi morali della Sunnah costituisce un segno di devozione e fede profonda.” (Bagliori, pag. 48)

“Considero la Sunnah come una fune calata dal cielo per la quale è possibile ascendere ad esso; chi si attiene ad essa ascende e ottiene la felicità. Coloro che si oppongono confidando sulla ragione, d’altra parte, divengono simili a Faraone, il quale fu abbastanza stupido da ascendere al cielo su un lungo minareto.” (Compendi di luce, pag. 72)

“Il nostro Creatore ci ha assegnato il Profeta Muhammad (saas) come il più grande tutore e maestro perfetto, la vera guida che non erra e non induce all’errore. E lo ha inviato come l’ultimo Messaggero.” (La verga di Mosè, pag. 34)

“… il Profeta Muhammad (saas), il cui essere essenziale era la fonte, il seme, la vita e il mezzo del maestoso albero del Mondo dell’Islam…” (Tredicesimo bagliore)

“Il cammino migliore, più giusto, luminoso e ricco è la sottomissione alla Sunnah.” (Lettere))

I movimenti eterodossi ed ereticali all’interno dell’Islam sono tanto pericolosi quanto i movimenti esterni. Bediuzzaman Said Nursi indicò tali pericoli interni:

“Ciò che mi dà pena sono i pericoli cui l’Islam è soggetto. Nel passato i pericoli giungevano dall’esterno ed era quindi più facile resistervi. Ora vengono dall’interno. Il lupo è all’interno del corpo.  Ora la resistenza è più difficile. Temo che la costituzione della comunità non possa sopportarlo, in quanto non percepisce l’identità del nemico. Crede che il suo peggiore avversario, che ne succhia il sangue, sia un amico. Se la comunità perde la vista, allora il castello della fede è in pericolo. Questa è la mia sofferenza, la mia sola sofferenza. Non ho neppure il tempo di pensare alle pene e alle difficoltà che io personalmente devo affrontare. Se solo potessi assicurare il castello della fede affrontando personalmente qualcosa di mille volte più difficile …”

Suleyman Hilmi Tunahan

Nato a Silistire nel 1888, Suleyman Hilmi Tunahan fu educato in diverse madrasah di Istanbul dai più famosi tutori dell’epoca laureandosi con il massimo dei voti. A partire dal 1930 fu impiegato presso il Dipartimento di Affari Religiosi e servì come predicatore nelle moschee di Sultanahmet, Yenicami, Sehzadebasi e Kasimpasa.

Diverse inchieste giudiziarie furono avviate nei suoi confronti, ma ogni volta fu prosciolto. In un’epoca in cui la gente cominciava a dimenticare il Corano, egli dedicò tutti i  suoi sforzi all’educazione dei giovani. La sua opera è un segno chiaro dell’importanza che egli attribuiva all’insegnamento del Corano.

Consigliava costantemente i suoi studenti di seguire il Corano e il Profeta (saas) e di proteggere i giovani dai movimenti ereticali. Morì nel 1959.

Suleyman Hilmi Tunahan e i suoi seguaci  appartenevano alla scuola dell’Imam al-Maturidi in teologia e a quella dell’Imam Abu Hanifah nel fiqh. Suleyman Effendi seguì il cammino del tasawwuf stabilito da Imam Rabbani.

Kemal Kacar, suo genero e discepolo, descrive la sua superiore personalità con queste parole:

“L’aspetto spirituale nella conoscenza dell’interiore di Suleyman Effendi, vale a dire nel tasawwuf, è noto a chi lo possiede. Un intelletto rivolto all’esteriore e all’apparenza non può apprezzarlo. Una persona educata e intelligente, si tratti anche di un musulmano, può imbattersi in un uomo che abbia conoscenza del tasawwuf e la funzione di guida, senza essere consapevole, tuttavia, della sua grazia a meno che questi lo informi della sua stazione mediante la volontà divina. Noi, d’altra parte, non abbiamo alcun dubbio circa il suo [di Suleyman Effendi] aspetto spirituale. Ne abbiamo fatto conoscenza non per mezzo dell’intelletto, ma dell’esperienza.” (Hizir Yilmaz, Suleymancilik Hakkinda Bir Inceleme [Un esame del fenomeno dei Suleymancilik], pag. 11)

Sayyid AbdulHakim al-Arwasi

Sayyid AbdulHakim al-Arwasi nacque nel 1865 nel distretto Baskal di Van. Suo padre, Mustafa Effendi, era un uomo di tasawwuf votato all’educazione islamica. AbdulHakim al-Arwasi Effendi studiò i commentari del Corano, hadith, giurisprudenza e teologia islamica in Iraq.

All’età di quattordici anni, fu introdotto al tasawwuf da Fahim Effendi e divenne suo discepolo. A circa vent’anni, raggiunto un certo livello di maturità, fece ritorno in patria e spese tutto quanto possedeva per fondare una  madrasah e una biblioteca cui gli studenti potevano avere accesso gratuitamente.  Questa madrasah, nondimeno, fu saccheggiata dagli Armeni e dai Russi nel corso della I Guerra Mondiale. Fu infine costretto ad abbandonare Van. Dei suoi 150 compagni, solo ventinove riuscirono a sopravvivere e a raggiungere Istanbul.

Nel 1919, AbdulHakim Effendi fondò una madrasah nel quartiere di Eyup a Istanbul, la quale era stata riservata a lui e ai suoi seguaci. Cominciò a insegnare presso la Madrasah Sulaymaniyya, ma fu rimosso nel 1924-25, quando le sedi delle confraternite furono chiuse. Nel 1930, in seguito agli incidenti di Menemen, fu arrestato e quindi rilasciato. Iniziò poi la predicazione nelle moschee Beyoglu Aga e Beyazid. Nei suoi ultimi anni di vita, fu arrestato ed esiliato diverse volte. In questi anni guidò Necip Fazil Kisakurek, un poeta musulmano, alla fede.

He died in Ankara in 1943. la sua sepoltura fu semplice e modesta come la sua vita.

AbdulHakim Effendi scrisse due libri: Ar-Riyad-ut-Tasawwufiyya e Rabita-i Sharifa. Anche le risposte che diede nelle sue lettere sono state raccolte in un singolo volume.

Mahmud Sami Ramazanoglu

M. Sami Ramazanoglu nacque nel 1892 ad Adana e divenne lo shaykh della comunità di Erenkoy. Conseguita la laurea presso la facoltà di giurisprudenza dell’Istituto Dar al-Funun, si concentrò sul tasawwuf. Predicò in alcune moschee e si dedicò al commercio. Dopo avere trascorso un certo periodo a Damasco, gli fu affidata la responsabilità della moschea Zihni Pasha a Erenkoy, a Istanbul, dove divenne una guida riconosciuta.  Nel 1979 si recò in Arabia Saudita, dove morì, dopo aver dedicato l’intera esistenza alla diffusione dell’Islam.

 

Mehmet Zahid Kotku

Mehmet Zahid Effendi nacque nel 1897 a Bursa da una famiglia di origine caucasica. Zahid Kotku, che allo scoppio della I Guerra mondiale aveva 18 anni, fu arruolato e passò sei anni nell’esercito: tre al fronte e tre a Istanbul. Terminato questo periodo, studiò presso il centro della confraternita di Gumushane e ricevette l’autorizzazione a insegnare all’età di 27 anni. In seguito alla soppressione delle confraternite, si sposò e divenne imam a Bursa.

Predicò quindi nella moschea  Iskenderpasha di Fatih per ventidue anni. Morì nel 1980. Una folla immensa da tutta la Turchia e dall’Europa seguì il suo funerale presso la Moschea Sulaymaniyyah di Istanbul. Il numero dei suoi seguaci continuò a crescere anche dopo la sua morte. Fu amato da molte persone e non solo in Turchia.

Il servizio reso da Mehmet Zahid Kotku all’Islam consistette essenzialmente degli insegnamenti impartiti ai suoi studenti nel corso di conversazioni dedicate alla religione e a problemi d’attualità concernenti i musulmani. mediante i suoi sermoni, i suoi libri e conversazioni, giocò un ruolo importante nella diffusione dei valori islamici tra la gioventù turca. La sua conoscenza, così come la sua natura tollerante e modesta, attrassero molte persone.

Tentò di risolvere i problemi di sottosviluppo del settore industriale nei paesi musulmani, collaborando alla fondazione della fabbrica Gümüs Motor. Questo tentativo, tuttavia, fallì per inesperienza e inadeguatezza tecnica.

Nel suo libro Tevbe (Pentimento), scrisse:

“Si dovrebbe essere molti cauti nell’adempimento dei doveri della Sunnah. Se non in caso di necessità, non si dovrebbe trascurare nessuna pratica. Ci si deve attenere scrupolosamente alle consuetudini [del Messaggero di Allah] nel modo di mangiare, vestire, parlare, pregare, di compiere le abluzioni e l’igiene personale, così come le buone maniere.”

Necip Fazil Kisakurek

Il grande intellettuale Necip Fazil Kisakurek nacque nel 1904 a Cemberlitas, Istanbul, da una famiglia proveniente da Kahramanmaras. Nel 1912 frequentò una scuola francese, quindi il College americano di Gedikpasha. A Heybeliada, dove la famiglia si era trasferita in seguito a un’infermità della madre, frequentò il Collegio Navale. Nel 1917 intraprese gli studi di filosofia presso  il Dar al-Funun. Nel 1924 fu inviato alla Sorbona di Parigi. Un anno dopo, interruppe i suoi studi e fece ritorno in patria.

Per la sua natura, era incapace di mantenersi in una stessa condizione per lungo tempo. Fu così che si dimise dal suo impiego nel 1938. Nel 1941 lavorò come educatore presso l’Accademia di Belle Arti e il Robert College. In questi stessi anni lavorò come autore e poeta.

La sua conoscenza dell’Islam ebbe luogo in quegli stessi anni. Il movimento che fondò, il Grande Movimento Orientale, divenne un incubo per i nemici dell’Islam. Tra il 1943 e il 1972, viaggiò e tenne conferenze in tutta la Turchia. Fu denunciato otto volte e scontò tre anni e mezzo di carcere. Continuò il suo sforzo intellettuale contro i nemici dell’Islam e vari movimenti ereticali fino al giorno della sua morte nel 1984. Il suo libro, Dogru Yolun Sapik Kollari (Le diramazioni erronee del Retto Cammino) salvò molte persone dall’errore.

In questo libro importante, Necip Fazil spiegò i punti di vista di tutte le sette ereticali e dimostrò che la Ahl al-Sunnah wal Jama‘ah, il cammino del Messaggero di Allah (saas) e dei suoi Compagni, è l’unica vera via.

Alcuni brani scelti dalle sue opere:

“La seconda e la terza età del calendario musulmano – durante le quali le branche ereticali si diffusero, divennero popolari e danzarono con gioia in un’atmosfera festiva – testimoniarono l’elevazione di due archi di trionfo che resero il cammino della  Sunnah e della comunità religiosa simili a monumenti.

Un arco con quattro porte che conduce ai principi islamici della fede e dell’azione, e un altro arco con due porte che rafforza direttamente gli aspetti relativi al credo. … L’uno è nell’azione, l’altro è nel credo …

Nelle azioni: Imam Malik, Imam al-A`zam, Imam al-Shafi`i, Imam Ahmad ibn Hanbal;

Nel credo: Imam al-Maturidi, Imam al-Ash`ari.

Essi rappresentano i guardiani del cammino retto e costituiscono le forze di polizia della Ahl al-Sunnah.

Il Libro è il Corano; la Sunnah è ogni parola, ordine e atto del Messaggero di Allah (saas) … Ijma: i decreti riuniti sui quali la ummah, vale a dire quei Compagni che meritano di appartenere alla ummah, concordano … Qiyas: quelle regole che i principali sapienti determinano mediante l’analogia…

In un ordine ascendente, i ranghi si mescolano l’uno nell’altro per riunirsi infine in un’unità assoluta: nel Libro di Allah e nella Sunnah del Profeta (saas) …

Il cammino della Ahl al-Sunnah wal Jama‘ah è quel cammino retto aperto da questi eroi tra migliaia di linee di disordine. In questa strada, coloro che elevano l’arco trionfale con quattro porte, in termini tanto di credo che di azioni, sono i più grandi ingegneri del fronte esterno i quali hanno seminato il seme dei successivi architetti del credo…” (Necip Fazil Ksakürek, Dogru Yolun Sapik Kollari: Arinma Caginda Islam [Le diramazioni erronee del Retto Cammino: l’Islam nell’era della purificazione], pag. 95)

 

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  • Fara’id nella religione
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  • L’unica via di salvezza per la ummah: Al-Firqah Al-Najiyyah
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