Ogni musulmano deve conoscere i trentatrè precetti obbligatori dell’Islam (fard, plurale fara’id), che sono:
Articoli di fede: 6
Pilastri dell’Islam: 5
Fara’id della salat: 12
Fara’id del wudu’: 4
Fara’id del ghusl: 3
Fara’id del tayammum: 3
Gli articoli di fede sono sei:
1) Fede in Allah (swt), l’Uno e Unico
2) Fede nei Suoi angeli
3) Fede nei Libri che Egli ha inviato
4) Fede nei Profeti che ha inviato
5) Fede nel Giorno del Giudizio
6) Fede nel destino (ogni cosa avviene secondo il Suo volere).
I cinque obblighi fondamentali rivelati negli hadith del Profeta (saas) costituiscono i cinque pilastri dell’Islam. Il Messaggero di Allah (saas) ha detto:
“L'Islam poggia su cinque pilastri: la testimonianza che non c'è altro dio che Allah e che Muhammad è il Messaggero di Allah, il compimento della preghiera rituale, il versamento della Zakat, il pellegrinaggio alla Casa e il digiuno nel mese di Ramadan.” (Sahih al-Bukhari e Sahih Muslim)
Il Profeta (saas) affermò che il primo atto di adorazione di cui si dovrà rendere conto nell’altra vita è l’orazione (salat) e che i servi saranno salvati se avranno ottemperato ad essa, mentre, in caso contrario, saranno perduti. (al-Tirmidhi)
In un hadith al-sharif riportato da Umar (ra), la gente chiese al Messaggero di Allah (saas) quale atto di adorazione fosse più gradito ad Allah (swt). Il Profeta (saas) rispose:
“Compiere l’orazione al tempo appropriato. Chiunque abbandona l’orazione non ha religione. L’orazione è il pilastro della religione.” (al-Bayhaqi)
In un versetto, Allah (swt) afferma:
Recita quello che ti è stato rivelato del Libro ed esegui l'orazione. In verità l'orazione preserva dalla turpitudine e da ciò che è riprovevole. Il ricordo di Allah è certo quanto ci sia di più grande. Allah conosce perfettamente quello che operate. (Surat al-‘Ankabut, 45)
L’orazione può compiersi sia singolarmente che in congregazione, seguendo un imam nella moschea. L’orazione del venerdì e quella dello ‘id sono, tuttavia, compiute in congregazione. I musulmani affidano i loro desideri ad Allah l’Onnipotente (swt) pregando da soli. Chiedono il perdono dei loro peccati direttamente ad Allah (swt), poiché non vi è intermediario tra lui e il Suo Signore.
Il Profeta (saas) prestava estrema attenzione alle sue preghiere le quali si protraevano fino al momento in cui non era più in grado di reggersi in piedi per la stanchezza. Uno dei Compagni gli chiese perché si spossasse a tal punto seppure avesse ricevuto la buona notizia del Paradiso. Egli (saas) rispose: “Non dovrei forse essere un servo riconoscente?” (Ahmad)
Tra gli hadith del Profeta (saas) riguardo alla orazione, ricordiamo:
“La similitudine con le cinque preghiere è quella di un fiume in piena che scorre alla vostra porta e in cui vi lavate cinque volte al giorno.” (Sahih Muslim, Libro 004, Numero 1411)
“Tra l’uomo e la miscredenza vi è solo l’abbandono dell’orazione.” (Sahih Muslim)
“Il fattore che ci distingue da loro è l’orazione. Colui che abbandona l’orazione rassomiglia, quindi, a un miscredente.” (al-Tirmidhi)
“Compiere l’orazione in congregazione è ventisette volte più meritorio che compierla da soli.” (Sahih al-Bukhari)
“Se conoscessero l’eccellenza della preghiera della notte e del mattino, ci si approssimerebbero anche a carponi.” (Sahih al-Bukhari and Sahih Muslim, libro 004, numero 0877)
“… quando un servo si reca alla moschea, dopo aver compiuto wudu in maniera appropriata, e non vi è nessuna altra ragione per lui che la preghiera, è elevato di un rango ad ogni passo e un peccato è perdonato.” (Sahih Muslim)
“Il più meritevole di ricompensa tra gli esseri umani è colui che vive più lontano dalla moschea e che deve percorrere la maggiore distanza. Chi attende all’orazione, al fine di adempierla con un imam, gode di una ricompensa maggiore di colui che prega solo e quindi va a dormire.” (Sahih Muslim, libro 004, numero 1401)
“Quando vedete che una persona è legata alla moschea e la cura (con devozione), prestate testimonianza di fede per lui (al-Tirmidhi e ibn Majah)
“Verrà un tempo in cui la conversazione della gente nelle moschee verterà intorno a questioni mondane. Non sedete con tali persone. Allah non ha nulla a che fare con essi.” (al-Bayhaqi)
Dopo ogni orazione obbligatoria (fard), il Messaggero di Allah (saas) soleva dire: “Non vi è dio se non Allah. Egli è Uno e non ha associati. A Lui appartiene il regno e ogni lode. Nella Sua mano vi è tutto il bene e ha potere su tutte le cose. O Allah! Nessuno può trattenere ciò che Tu concedi, e nessuno può concedere ciò che Tu neghi, né la prosperità di alcuna persona ricca può renderla indipendente da Te.” (Sahih al-Bukhari e Sahih Muslim)
“Se qualcuno glorifica Allah (recita Subhan Allah) trentatré volte dopo ogni preghiera, e loda Allah (recita Al-hamdu lillaah) trentatré volte, e dichiara la Sua Grandezza (recita Allah-u-Akbar) trentatré volte, novantanove in tutto, e dice per completare i cento: ‘La ilaha illa Allah wahdahu la sharikah lahu, lahu al-mulk wa lahu al-hamd, wa huwa ‘ala kulli shay'in qadir’ (Non vi è dio se non Allah, il Quale non ha associati , a Lui appartiene il Regno e la lode, e ha potere su tutte le cose), i suoi peccati saranno perdonati anche se abbondanti come la schiuma del mare.” (Sahih Muslim, libro 004, numero 1243)
L’elemento più importante nel compiere l’orazione è di mantenersi in uno stato di timore e rispetto. A tale scopo, il Profeta (saas) ha ammonito: “Quando pregate, pregate come colui che dice addio al suo io inferiore, ai suoi desideri e alla sua vita, per poi volgersi al suo Signore.” (Ibn Majah)
Aisha (ra) riferisce come il Profeta (saas) fosse meticoloso riguardo alle sue preghiere:
“Il Messaggero di Allah (saas) parlò con noi e noi parlammo con lui, ridemmo e conversammo. Ma non appena giunse il tempo della orazione, probabilmente per timore reverenziale di fronte alla Sua Maestà, fu come se egli non ci conoscesse e noi non lo conoscessimo.”
L’orazione viene compiuta in cinque momenti specifici della giornata. Oltre alle orazioni quotidiane, si compie una preghiera congregazionale ogni venerdì e due volte all’anno in occasione dello ‘id (festa).
* La preghiera del witr consta di tre rak‘ah ed è compiuta dopo la preghiera di sunnah finale della notte. Il tempo della sua esecuzione si conclude al termine della orazione della notte e l’inizio della preghiera del mattino.
La preghiera del witr ha inizio con una dichiarazione d’intenti: “Intendo compiere la preghiera del witr di oggi per amore di Allah.” Consta normalmente di due rak‘ah. Dopo la pausa in posizione seduta alla fine della seconda rak‘ah e la recitazione della tahiyyat, ci si alza per una terza rak‘ah. Dopo la recitazione della basmalah, di Surat al-Fatiha e di alcuni versetti coranici, si assume la posizione di takbir, si dice “Allahu akbar” con le mani giunte e quindi si rivolge il du‘ah qunut. Le parole “Allahu akbar” si pronunciano mentre ci si muove nelle posizioni di ruku‘ e di sajdah. Poi ci si siede, si recita la tahiyyat, salli-barik, e rabbana du‘ah, infine si volge il capo a destra e a sinistra. (Ibn Abidin, Radd al-Mukhtar, [Egitto: 1966], 2:5)
La preghiera del witr non è menzionata nel Corano; appare tuttavia in vari hadith, tra cui:
“Allah è uno e ama i numeri dispari, osservate quindi la witr, voi che seguite il Corano.” (Sahih al-Bukhari; Sahih Muslim; al-Tirmidhi; Sunan Abu-Dawud, libro 8, numero 1411)
“Allah l’Altissimo vi ha dato una preghiera che è meglio per voi dei cammelli rossi (vale a dire, della razza migliore). È la witr, che Allah ha designato per voi tra l’orazione della notte e l’alba.” (Sunan Abu-Dawud, libro 8, numero 1413)
L’orazione consta di dodici fara’id, alcune delle quali devono essere osservate prima dell’inizio di essa. Sono note come le condizioni o i prerequisiti della orazione. Le altre, note come “pilastri della orazione”, devono compiersi nel corso della preghiera.
1. Purezza dallo hadath: purificarsi dalle impurità invisibile mediante l’esecuzione del wudu’ o del ghusl, secondo i casi, oppure del tayammum (quando non è possibile compiere i due lavaggi precedenti).
2. Purezza dalla najasat: purificarsi dalle impurità visibili nel corpo o negli indumenti prima di compiere l’orazione.
3. Copertura della satar: coprire ciò che deve essere coperto. Per gli uomini, ciò comprende ogni parte dall’ombelico al ginocchio; per le donne, è il corpo intero, escluso il volto, le mani e i piedi. Se un quarto di quanto dovrebbe essere coperto appare nel corso dell’orazione, questa è invalidata.
4. Volgersi verso la qiblah: essere rivolti verso la Ka`bah nel corso dell’orazione. Se, mentre si prega, si volge il petto dalla qiblah (di circa 45 gradi), la preghiera è invalidata.
5. Tempi prescritti: vi è un tempo specifico per ogni preghiera fard e wajib. Le orazioni devono essere compiute nei tempi prescritti. L’orazione non può compiersi prima del tempo. È inoltre un peccato posporla senza una legittima giustificazione.
6. Formulare la niyyah: ricordare l’orazione che deve essere eseguita. L’imam deve intendere di adempiere al proprio compito, e la congregazione deve formulare l’intenzione di seguire l’imam.
1. Takbir Tahrimah: dopo aver formulato l’intenzione, si dice “Allahu akbar,” si sollevano le mani, quindi si recita il takbir.
2. Qiyam: si prega in posizione eretta. Qualora vi sia una valida giustificazione, è possibile rimanere seduti nel corso dell’orazione.
3. Qira’at: recitare almeno tre brevi versetti coranici durante il qiyam.
4. Ruku`: inchinarsi in modo tale che le mani tocchino le ginocchia.
5. Sujud (sajdah): poggiare la fronte, il naso, le dita , le ginocchia e le mani al suolo. Non è sufficiente che la fronte e il naso tocchino semplicemente il suolo; la fronte deve sentirne anche la durezza. Nel caso in cui vi sia mancanza di spazio dovuta alla presenza di un grande numero di oranti, coloro che si trovano nelle file posteriori possono poggiare la fronte sulla schiena di coloro che gli stanno di fronte.
6. Qa’dah Akhirah: sedere, al termine della preghiera, per un tempo sufficiente per recitare la tahiyyat.
Le azioni che il Profeta (saas) fece solo una o due volte sono note come mandub o mustahabb. Per esempio, fare tasbih più di tre volte in ruku` e sajdah oppure recitare, durante la qira’at, più versetti di quanto sia richiesto dalla Sunnah. Le mustahabbat sono state legittimate come complementari alla sunnah.
Secondo gli Hanafiti, le seguenti mustahabbat sono mandub (raccomandate):
1) Gli uomini, mentre pronunciano il takbir tahrimah, dovrebbero mantenere entrambe le mani fuori dai loro indumenti esteriori, in quanto ciò è più prossimo alla modestia. Quando fa freddo, tuttavia, non è necessario. Le donne devono sollevare le mani coperte dai vestiti affinché le braccia non vengano esposte.
2) Durante il qiyam, si dovrebbe fissare lo sguardo nel punto dove la fronte poggia nel corso della sajdah, la superficie superiore dei piedi nel corso del ruku`, le narici durante la sajdah, le falde nel corso della qa’dah, e le spalle mentre si volge il capo. L’individuo deve sforzarsi di compiere una orazione eccellente con khushu` (umiltà). Il Messaggero di Allah (saas) ha descritto l’eccellenza (ihsan) con le seguenti parole:
“Che adori Allah come se tu Lo vedessi, perché se tu non Lo vedi, certamente Egli vede te.” (Sahih Muslim, libro 001, numero 0001)
3) Tentare di tenere la bocca chiusa mentre si sbadiglia. Se non è possibile, si dovrebbe coprire la bocca con il dorso della mano.
4) Tentare di non tossire.
5) Durante la iqamah, quando il muezzin dice: “Hayya ‘ala al-falah,” l’imam e la congregazione devono alzarsi in piedi. Se l’imam non è vicino al mihrab, ogni fila che attraversa deve alzarsi in piedi. (Vd. al-Bukhari, Salat, 9; Abu Dawud, 106-107)
Quando le parole: “qad qamat as-salat” (l’orazione è stata stabilita) sono pronunciate, l’imam comincia l’orazione, confermando così le parole del muezzin. Tuttavia, non vi è nulla di sbagliato nell’iniziare la orazione quando la iqamah è terminata. Nella visione di Shafi`i, Maliki, e Hanbali, così come di Abu Yusuf, questa è la posizione migliore. (Prof. Hamdi Donduren, Delilleriyle Islam Ilmihali [Catechismo islamico con prove] [Erkam Publishing])
I musulmani si riuniscono nei luoghi di adorazione nel giorno benedetto del venerdì per ascoltare e trarre beneficio dal sermone dell’Imam. Conclusa la preghiera del venerdì, ritornano ai loro affari quotidiani. In un hadith al-sharif si dice:
“Di tutti i sette giorni in cui sorge il sole, il migliore e il più eccelso è il venerdì. Fu di venerdì che Adamo fu ammesso in Paradiso e di venerdì fu espulso dal Paradiso e inviato nel mondo, e anche l’Ora sarà di venerdì.” (al-Tirmidhi)
Omer Nasuhi Bilmen disse riguardo alla preghiera del venerdì:
“Il tempo della preghiera del venerdì è l’orazione del mezzogiorno. L’adhan è recitato dai minareti. Nella moschea, la prima sunnah della preghiera del venerdì è compiere quattro rak`ah, come nel caso della sunnah prevista per la preghiera del mezzogiorno. Viene quindi recitato un secondo adhan nella moschea. La congregazione attende a un sermone pronunciato dal minbar. Si chiama quindi il Qamat, e la congregazione prega insieme le due rak`ah fard della orazione del venerdì. Dopo il fard, si esegue la sunnah finale, che consta di quattro rak`ah, come le prime quattro rak`ah di sunnah della preghiera del mezzogiorno. Segue quindi la Zuhr Akhir consistente di quattro rak`ah … Si compiono poi due ulteriori rak`ah, come la sunnah della preghiera del mattino, con l’intenzione di offrire la ‘sunnah del tempo.’ Due rak`ah sono fard ayn per coloro in cui si trovano i prerequisiti della preghiera del venerdì. Vi sono altri dodici prerequisiti per la preghiera del venerdì, distinti da quelli delle altre preghiere. Sei concernono il fatto di essere wajib, mentre gli altri concernono la sua esecuzione.” (Omer Nasuhi Bilmen, Il grande catechismo islamico, pag. 153)
Il Messaggero di Allah (saas) disse: “Invocate frequenti benedizioni su di me nel giorno di venerdì.” (al-Bayhaqi)
Qualsiasi gioia e bene la gente del Profeta (saas) ha conseguito in questo mondo e conseguirà nell’Altro è dovuta all’intermediazione del Profeta (saas). Allah (swt) ha concesso loro gioia sia in questo mondo che nell’altro per amore del Profeta Profeta (saas). Per tale ragione, nel giorno di venerdì i musulmani devono invocare abbondanti benedizioni sul Profeta (saas).
La preghiera del venerdì è un obbligo per tutti gli uomini liberi, sani e adulti che sono in grado di camminare e vedere. All’epoca del Profeta (saas) e dei quattro Califfi ben guidati, il venerdì era il giorno di riunione dei musulmani. Questa eccellente tradizione, tuttavia, si è affievolita nel corso del tempo. Abu Dawud e al-Tirmidhi riferiscono in un hadith: “A chiunque ometterà tre venerdì di seguito senza una valida ragione, soltanto per noncuranza, Allah porrà un sigillo sul cuore.”
Il Profeta (saas) ha consigliato ai musulmani di compiere l’abluzione maggiore prima di recarsi alla moschea per la preghiera del venerdì.
In maniera speciale nel giorno di venerdì, il Messaggero di Allah (saas) soleva assicurarsi che il profumo che si poneva fosse eccellente. Avere un buon profumo in quel giorno è più meritorio che in qualsiasi altro giorno della settimana.
Il Profeta (saas) disse:
“Chiunque si faccia un bagno e presti la massima attenzione alla sua igiene personale, si ponga olio (nei capelli) o si profumi, quindi si diriga verso la preghiera senza forzare il suo cammino tra due persone (riunite nella moschea per la preghiera del venerdì), e preghi in accordo a quanto è stato scritto per lui e rimanga quieto mentre l’imam pronuncia il sermone, otterrà che tutti i peccati commessi in quel giorno fino al venerdì seguente siano perdonati.” (Sahih al-Bukhari, volume 2, libro 13, numero 33)
All’epoca del nostro Profeta (saas), i credenti si recavano alla moschea per la preghiera il prima possibile. Si informavano della ragione per cui quanti mancavano fossero assenti. Se qualcuno non avesse potuto attendere la preghiera del venerdì in ragione di alcuni problemi, si tentava di risolverli.
Omer Nasuhi Bilmen scrive:
“Quando l’imam sale sul minbar, la congregazione deve ascoltare in silenzio, non rivolgersi saluti né compiere preghiere supererogatorie. A tal punto che, secondo Imam Abu Yusuf, quando il nome benedetto del nostro Profeta (saas) è menzionato nel corso del sermone, è più virtuoso per loro invocare la benedizione e la pace su di lui in silenzio.” (Omer Nasuhi Bilmen, Il grande catechismo islamico, pag. 153)
Si riporta di seguito un sermone del Messaggero di Allah (saas) in cui parla della preghiera del venerdì:
“O gente, volgetevi ad Allah pentiti prima di morire, e affrettatevi a compiere azioni rette prima di dedicarvi agli affari mondani; rendete salda la relazione tra voi e il vostro Signore menzionando frequentemente il Suo Nome; offrite spesso sadaqah, apertamente e in segreto, poiché vi è garantito il sostentamento e il soccorso e il miglioramento delle vostre condizioni. Ricordate che Allah ha reso la preghiera del venerdì obbligatoria per voi in questo mio luogo, in questo mio giorno, in questo mio mese e in questo mio anno fino al Giorno della Resurrezione. Quanto a colui che l’abbandona durante la mia vita o dopo (la mia morte), che si trovi sotto un governatore giusto o tirannico, per noncuranza o negazione, Allah non benedirà le sue riunioni né i suoi affari. State attenti, la sua preghiera non sarà valida e la sua zakat o il suo hajj non saranno accettati. Fino a quando non si pentirà, il suo digiuno e la sua virtù non saranno accettati. Quanto a chi si pente, Allah ristabilirà per lui la Sua grazia (e lo perdonerà).” (Ibn Majah)
Questa preghiera è una sunnah mu’akkad per gli uomini e per le donne, in quanto fu compiuta dal Profeta (saas), dai Suoi compagni (Ashab al-Kiram) e dai quattro califfi ben guidati dopo la sua morte. È una sunnah adempiere a questa preghiera in congregazione. (Zaylai, Nasbur Raya, 2:152; al-Shawqani, Nayl al-Awtar, 3:50; al-Zuhayli, Al-Fiqh al-Islami wa Adillatuh [1405/1985], 2:43)
Tarawih si compie solo durante il mese di Ramadan dopo l’orazione della notte e prima della witr. È mustahabb (raccomandato) pregare tarawih dopo mezzanotte o dopo il primo terzo della notte. Per quanto può essere compiuto individualmente, è più meritorio pregarlo in congregazione.
Secondo la scuola Hanafita, che si fonda sull’esempio di Umar (ra), questa preghiera consiste di venti rak‘ah. Verso la fine del suo califfato, eseguì questa preghiera in venti rak‘ah quale capo di stato della al-Masjid al-Nabawi. Nessuno dei suoi compagni si oppose a lui. Il Profeta (saas) disse:
“Dovete seguire la mia sunnah e quella dei califfi ben guidati. Attenetevi saldamente ad essa.” (Sunan Abu Dawud, libro 40, numero 4590)
Surat al-Fatiha
Surat al-Fil
Surah Quraysh
Surat al-Ma‘un
Surat al-Kawthar
Surat al-Kafirun
Surat an-Nasr
Surat al-Masad
Surat al-Ikhlas
Surat al-Falaq
Surat an-Nas
“Subhanaka allahumma wa bi hamdika wa tabaraka ismuka wa ta`ala jadduka (wa jalla sanauka*) wa la ilaha ghairuka.”
* Le parole “wa jalla sanauka” si recitano solo durante l’orazione funebre.
“O Allah, la gloria e la lode spettano a Te. Benedetto è il Tuo nome ed esaltata la Tua maestà. Non vi è dio se non Tu.”
“At-tahiyyatu lillahi was-salawatu wat-tayyibatu. As-salamu ` alayka ayyuha al-nabiyyu wa rahmatullahi wa barakatuhu. As-salamu `alayna wa `ala `ibad il-Lahis-Salihin ash hadu an la ilaha ila Allah wa ashhadu anna Muhammadan `abduhu wa rasuluhu.”
“Ogni omaggio, ogni adorazione, ogni santificazione spetta ad Allah. La pace sia su di te, o Profeta, e la misericordia di Allah e le Sue benedizioni. Pace sia su noi tutti e sui pii servi di Allah. Dichiaro che non c’è Allah se non Allah solo e dichiaro che Muhammad è Suo servo e Suo Messaggero.”
“Allahumma salli `ala Muhammadin wa `ala ali Muhammadin kama sallayta `ala Ibrahima wa `ala ali Ibrahima. Innaka hamidun majid.”
“O Allah, Esalta il nastro signore Muhammad e la gente del nostro signore Muhammad come esaltasti il nostro signore Ibrahim e la gente del nostro signore Ibrahim. In verità Tu sei degno di lode e glorioso.”
“Allahumma barik `ala Muhammadin wa `ala ali Muhammadin kama barakta ` ala Ibrahima wa `ala ali Ibrahima. Innaka hamidun majid.”
“E benedici il nostro signore Muhammad e la gente del nostro signore Muhammad come benedicesti il nostro signore Ibrahim e la gente del nostro signore Ibrahim. In verità Tu sei degno di lode e glorioso.”
“Rabbana` atina fid-dunya hasanatan wa fi al-akhirati hasanatan waqina `adhab an-nar.”
“Signor nostro! Dacci le cose buone di questo mondo e le cose buone dell'altra vita e allontanaci dal Fuoco!.”
“Rabbana aghfirli wa li walidayya wa li al-mu’minina yawma yaqum al-hisab.”
“O Signor nostro, perdona me, i miei genitori e i credenti, nel Giorno in cui si tireranno le somme.”
“Allahumma inna nasta`inuka wa nastaghfiruka, wa nu’minu bika, wa natawwakkalu `alayka, wa nusni `alayika al-khayrah, wa nashkuruka wa la nakfuruka wa nakhla`u wa natruku man yafjuruka.”
“O Allah, noi chiediamo il Tuo aiuto e la Tua guida, cerchiamo il Tuo perdono e facciamo ritorno a Te pentiti. Abbiamo fede in Te e riponiamo la nostra fiducia in Te. Attribuiamo tutto il bene a Te. Siamo grati a Te e rifiutiamo di essere ingrati. Noi abbandoniamo tutti coloro che Ti rifiutano.”
“Allahumma iyyaka na`budu wa laka nusalli wa nasjudu wa ilayka nasa`a wa nahfidu, wa narju rahmataka wa nakhsha `adhabaka; inna adhabaka al-jidda bi al-kuffari mulhiq.”
“O Allah, Te Noi preghiamo e a Te davanti ci prosterniamo; siamo pronti nell'obbedirTi e speriamo nella Tua misericordia e temiamo la Tua punizione. Solo in Te noi cerchiamo rifugio. Speriamo nella Tua misericordia e temiamo la Tua retribuzione. La Tua punizione si abbatte sugli infedeli.”
Prima di pregare, si devono lavare le mani, il volto, la testa, le braccia, i gomiti e i piedi. Ciò è noto come wudu’ (abluzione rituale). È inoltre essenziale che il corpo e i vestiti, così come il luogo dove si compie l’orazione, siano puliti.
Fara’id
1. Lavare le mani e le braccia fino ai gomiti.
2. Lavare il volto.
3. Strofinare un quarto della testa.
4. Lavare i piedi e i talloni.
Sunnah
1. Formulare l’intenzione.
2. Iniziare l’abluzione recitando la basmalah.
3. Lavare le mani fino ai polsi prima dell’abluzione.
4. Lavare i denti con un miswak o uno spazzolino. Nel caso in cui questi non siano disponibili, si possano usare le dita.
5. Lavare le parti rilevanti del corpo consecutivamente e senza pause.
6. Lavarsi sfregando approfonditamente.
7. Sciacquare la bocca con l’acqua per tre volte.
8. Fare gargarismi se non si sta digiunando.
9. Inspirare l’acqua nel naso per tre volte e soffiarla fuori utilizzando la mano sinistra.
11. Lavarsi le parti doppie (per es. piedi, braccia, mani) iniziando con la destra.
12. Cominciare dalle punte quando ci si lavano mani e piedi.
13. Sfregare la barba (nel caso vi sia).
14. Girare ogni eventuale anello affinché l’acqua possa scorrervi attraverso.
15. Strofinare le orecchie.
16. Lavare il collo.
17. Sfregare il capo.
18. Lavare i piedi passando l’acqua tra le dita.
Il verbo arabo per “lavarsi” è ghasl; ghusl significa “lavare il corpo intero”: taharat al-kubra (l’abluzione maggiore). Il ghusl si esegue per purificarsi da un’impurità maggiore (janabah) e al termine della mestruazione o di perdite dovute al parto.
Consta di tre fara’id:
1. Risciacquare la bocca con acqua fino alla gola.
2. Inspirare acqua nelle narici e lavare il naso.
3. Lavare il corpo intero dall’alto al basso.
Tayammum si compie quando non vi è disponibilità di acqua o si è impossibilitati ad avvalersene per ragioni di salute o simili condizioni. Si compie utilizzando terra pulita o una sostanza simile per rimuovere una qualsiasi hadas (uno stato che richiede wudu’ o ghusl).
“Tayammum è stabilito nel Libro e nella Sunnah. Il versetto: “Se siete malati o in viaggio o uscendo da una latrina o dopo aver accostato le donne non trovate acqua, fate la lustrazione con terra pulita, passandola sul volto e sugli avambracci” (Surat al-Ma’ida, 6), ordina il tayammum nel caso in cui una persona non possa trovare acqua. L’hadith: “La terra è stata resa per me una purificazione e una moschea (luogo per la preghiera)” (Ahmad ibn Hanbal) mostra anche che compiere il tayammum avvalendosi di qualcosa di simile alla terra è accettabile.” (Ahmed Davudo¤lu, Selamet Yollari [Cammini di salvezza], 1:154)
Fara’id
1) Formulare l’intenzione.
2) Sfregare le mani su terra pulitaRub hands on clean ground.
3) Strofinare il volto e le braccia.
Sunnah
1) Recitare la basmalah.
2) Strofinare le braccia in successione.
3) Strofinare le braccia senza pause.
4) Dopo avere sfregato le mani su terra pulita, muoverle dapprima in avanti quindi all’indietro.
5) Mantenere le dita aperte.
6) Scuotere le mani, dopo averle rimosse dal terreno al fine di rimuovere un qualsiasi detrito.
Il digiuno è uno dei cinque atti obbligatori di adorazione, i cui meriti sono immensi. Il digiuno, che consiste nel formulare l’intenzione di astenersi dai rapporti sessuali, dal cibo e dalle bevande, dall’alba al tramonto, reca numerosi benefici di natura religiosa, morale, sociale e fisica.
Per esempio, coloro che digiunano apprendono la pazienza; sono in grado di affrontare difficoltà come la fame e la sete; possono controllare il loro io carnale e comprendono il vero significato della fame e del bisogno. Ne consegue che acquisiscono virtù quali la compassione, l’affetto, l’aiuto agli altri, divenendo membri utili della società. Comprendono il valore autentico delle benedizioni di cui godono e imparano ad evitare gli sprechi.
Il digiuno conduce anche a un’elevazione spirituale, rafforza la volontà e incoraggia lo sviluppo di sentimenti come l’amore, la compassione e il desiderio di aiutare gli altri.
Il digiuno, un dovere vincolante per ogni musulmano sano e adulto, dura per l’intero mese di Ramadan.
Allah l’Onnipotente (swt) rivela:
O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati... (Surat al-Baqara, 183)
Questo allenamento morale e comportamentale purifica l’anima dei propri mali e determina lo sviluppo di emozioni quali l’amore, l’affetto e la compassione. È inoltre di grande beneficio per la salute, come la medicina moderna ha provato.
Il Messaggero di Allah (saas) disse:
“Digiunate (nel mese di Ramadan) per curare i vostri corpi dalle malattie.”
Il Profeta (saas) soleva mangiare il suhur (un pasto leggero servito prima dell’alba durante il Ramadan) un poco tardi, a differenza dell’iftar (la rottura del digiuno al tramonto).
Secondo un hadith al-sharif riferito da Anas bin Malik (ra), il Messaggero di Allah (saas) disse: “Mangiate il pasto notturno, poiché il Suhur è una benedizione” (Sahih al-Bukhari, volume 3, libro 31, numero 146). Alzarsi prima dell’alba per consumare il suhur implica l’intenzione di digiunare. Al-Fatawa al-Hindiyyah riferisce che:
“Alzarsi per consumare il suhur in Ramadan costituisce un’intenzione. Najm al-Din Nasa’i concorda. Alzarsi per suhur, tuttavia, vale unicamente per l’intenzione di digiunare in quel giorno. Tale intenzione non si estende agli altri giorni.” (I:195)
Secondo Omer Nasuhi Bilmen:
1) Essere un musulmano di mente sana e adulto sono le condizioni che implicano la responsabilità di digiunare. Coloro che non corrispondono a questi criteri ne sono esenti. Nondimeno, un bambino musulmano che ha raggiunto l’età della discrezione può compiere il digiuno come atto supererogatorio.
2) Godere di buona salute e avere una dimora stabile sono condizioni essenziali del digiuno. Coloro che sono ammalati o in viaggio ne sono quindi esenti, quantunque debbano recuperare in seguito i giorni perduti.
Il Profeta (saas) mise in rilievo le virtù del digiuno e ne spiegò le caratteristiche celate. In tali hadith il Profeta (saas) disse:
“La ricompensa per ogni buona azione è accresciuta da dieci a settecento volte, ma il il comando di Allah è che il digiuno è un’eccezione. Vi sono due momenti speciali di gioia per colui che digiuna. Uno è quando rompe il digiuno, il che avviene in questa esistenza terrena, mentre l’altro sarà nell’Altra Vita quando sarà presentato di fronte al Signore.” (Sahih Muslim)
La caratteristica più distintiva del digiuno è il fatto che assai difficilmente viene intrapreso per esibizione. Esclude quindi il rischio di indurre un credente all’ipocrisia. È un obbligo che incombe su tutti i musulmani adulti. Il Profeta (saas) disse:
“Quando giunge il mese di Ramadan, le porte dell’Inferno sono chiuse e quelle del Paradiso sono aperte, gli shayatin sono incatenati.” (Sahih al-Bukhari e Sahih Muslim)
“Vi è in Paradiso una porta che si chiama ar-Rayyan; è da essa che entreranno nel Giorno della Resurrezione coloro che hanno digiunato; nessuno oltre ad essi entrerà da questa porta. Verrà chiesto: “Dove sono coloro che hanno digiunato?”, allora si alzeranno e nessuno oltre a loro entrerà da questa porta. Subito dopo che saranno entrati, la porta si chiuderà per sempre.” (Sahih Muslim, libro 006, numero 2569)
“Il digiuno è un rifugio contro la corruzione. Se qualcuno tra di voi è a digiuno, che non insulti, che non sia insolente, anche se qualcuno cerca di combatterlo o di insultarlo, che gli dica: ‘Sono a digiuno.’” (Sahih al-Bukhari e Sahih Muslim)
Allah l’Altissimo dice: “Per la Mia Causa, egli rinuncia al suo cibo, alle bevande e al suo desiderio. Il digiuno è per Me e sono Io che ne dono la ricompensa”. (Sahih al-Bukhari, volume 3, libro 31, numero 118)
Interrompere intenzionalmente il digiuno obbligatorio in Ramadan costituisce un peccato immenso. Il Messaggero di Allah (saas) ha detto:
“L’espiazione per avere perduto un digiuno in Ramadan è simile all’espiazione per lo zihar.” (Fath al-Qadir)
Il Profeta (saas) soleva rompere il digiuno (iftar) prima di compiere la sua orazione della sera. Affrettava il suo iftar e invitava i suoi congiunti a fare lo stesso. Rompeva il digiuno con datteri e acqua, dicendo: “Allahumma è per Te che digiuniamo e con ciò di cui Tu ci hai provveduto ho interrotto. Accetta il nostro digiuno. Senza dubbio Tu conosci ogni cosa.” (Abu Dawud)
La zakat è un dovere incombente su tutti i musulmani sani e adulti la cui ricchezza annuale ha raggiunto una certa quota. Consiste nel dare ai musulmani poveri una percentuale dei propri beni, generalmente il 2.5 per cento, ogni anno. L’Islam non considera ciò come carità; è piuttosto il diritto dei poveri a una porzione dei beni concessi da Allah (swt) alle persone benestanti.
Questo sistema di solidarietà sociale, che stabilisce la pace e l’aiuto reciproco, riduce l’eccessiva passione per il denaro e previene le contese sulla ricchezza, rinforzando l’amore reciproco e il rispetto. Gioca dunque un ruolo importante nello stabilimento della pace e della sicurezza.
Pagare la zakat garantisce il compiacimento di Allah (swt), previene il fatto che i beni divengano il principale obiettivo di un inviduo piuttosto che un mezzo, induce lo sviluppo di sentimenti eccellenti (per esempio, la compassione e la benevolenza) e stabilisce la pace sociale.
Omer Nasuhi Bilmen scrive:
“Il significato linguistico di zakat implica ‘pulizia, abbondanza, moltiplicazione e lode’, mentre il suo significato religioso è ‘dare una specifica quantità di beni, in un momento specifico, a quei musulmani che ne hanno il diritto per ottenere il compiacimento di Allah.’
La zakat dimostra la devozione del servo al suo ruolo di servo. Per tale ragione ci si riferisce ad essa come sadaqah. La sadaqah, tuttavia, ha una portata più ampia della zakat, in quanto ha un connotato di non obbligatorietà.
Il pagamento della zakat è detto anche tazkiyah, mentre colui che paga la zakat muzakki. Anche la lode per i testimoni è chiamata tazkiyah.
Il pagamento della zakat è obbligatorio (fard) e fu reso tale prima del digiuno, durante il secondo anno della hijrah del Profeta (saas). È uno dei pilastri dell’Islam. La zakat, sotto forma di una specifica quantità di denaro o beni commerciali, deve essere pagata una volta all’anno senza ritardi, in quanto costituisce il diritto del povero. Ogni ritardo nell’adempimento di questo diritto senza una valida ragione è inaccettabile.
È più meritevole pagare la zakat apertamente, in quanto ciò stabilisce un esempio e un incoraggiamento per gli altri. Si fuga così il dubbio che una persona non abbia pagato la zakat. Dal momento che la zakat è obbligatoria, tale pagamento non implica alcuna forma di esibizione. Ciò non concerne la sadaqah supererogatoria, tuttavia. In questo caso, è più meritevole agire in segreto ed evitare ogni elemento di ostentazione.” (Omer Nasuhi Bilmen, Il grande catechismo islamico, 5:311)
Il Profeta (saas) fu colui che più donò di quanto Allah (swt) gli aveva dato. A chiunque gli avesse chiesto qualcosa, il Messaggero di Allah (saas) non rifiutava nulla, poco o molto che fosse. Dava tutto ciò che poteva e il piacere che ne traeva era maggiore di quello della persona che riceveva. Il Profeta (saas) specificò quattro generi di possessi da cui trarre la zakat:
1) prodotti agricoli e frutta,
2) animali (cammelli, bovini, ovini),
3) oro e argento,
4) ogni genere di bene commerciale.
Tutti i musulmani adulti che dispongano di fondi sufficienti e siano in buone condizioni di salute devono compiere waqfah (sosta rituale) in Arafat e visitare la Ka`bah in un mese specifico almeno una volta nella vita.
L’hajj riunisce milioni di musulmani di lingue, colori, nazionalità e culture differenti. Ognuno di essi condivide, tuttavia, lo stesso obiettivo: volgersi ad Allah (swt) compiendo gli stessi rituali in fratellanza. Permette inoltre ai musulmani di discutere i loro problemi e trovare soluzioni comuni.
Chiunque assolva questo dovere deve indossare gli stessi indumenti rituali (ihram), i quali servono a ricordare il giorno in cui, dopo la morte, dovranno apparire alla Sua presenza per rendere conto delle loro azioni. Consente ai credenti di volgersi ad Allah (swt) in maniera sincera, ed è quindi un mezzo per cui il loro pentimento viene accettato e i loro peccati perdonati. Visitare i luoghi sacri raforza i loro sentimenti religiosi infondendo loro entusiasmo.
Le proibizioni imposte a coloro che vestono l’ihram ispirano amore e compassione per tutta la creazione, prevengono ogni danno (anche agli insetti), e ispirano pazienza di fronte ai problemi. Coloro che adempiono a questo dovere dimostrano la loro condizione di servi di Allah (swt) e si rendono utili a quanti gli stanno intorno. Perlomeno, imparano a non recare danno agli altri.