Ogni cosa che abbiamo detto fin qui dimostra che lo "spazio tridimensionale" non esiste nella realtà, che esso è un preconcetto fondato esclusivamente sulle percezioni e che ciascuno passa la propria vita nell"assenza di spazio". Affermare il contrario significherebbe sostenere un credo superstizioso molto lontano dalla ragione e dalla verità scientifica, perché non cè alcuna prova valida dellesistenza del mondo tridimensionale.
Tutto questo confuta lassunto primario della filosofia materialista che sottostà alla teoria dellevoluzione, secondo il quale la materia è assoluta ed eterna. Il secondo assunto su cui si basa la filosofia materialistica è la supposizione che il tempo sia assoluto ed eterno. Questo è superstizioso quanto lo è il primo.
Ciò che noi percepiamo come tempo è, di fatto, un metodo per mezzo del quale un momento può essere paragonato a un altro. Possiamo spiegare questo con un esempio. Ad esempio, quando una persona colpisce un oggetto, ode un suono particolare. Quando colpisce lo stesso oggetto cinque minuti dopo, sente un altro suono. La persona percepisce che ci sia un intervallo tra il primo suono e il secondo, e chiama questo intervallo "tempo". Però, nel momento in cui sente il secondo suono, il primo suono che ha udito non è altro che immaginazione nella sua mente. È soltanto una piccola informazione nella sua memoria. La persona formula il concetto di "tempo" paragonando il momento nel quale vive con ciò che ha nella sua memoria. Se non si fa questo paragone, non ci può essere alcun concetto di tempo.
In modo analogo, una persona fa un paragone quando vede qualcuno entrare in una stanza attraverso una porta e sedersi in poltrona al centro della stanza. Dal momento in cui questa persona siede nella poltrona, le immagini legate al momento in cui egli apre la porta, cammina nella stanza, e compie il suo percorso verso la poltrona sono accumulate come informazioni nel cervello. La percezione del tempo ha luogo quando si paragona luomo seduto in poltrona con queste informazioni.
In breve, il tempo giunge ad esistere come risultato del paragone effettuato tra alcune illusioni memorizzate nel cervello. Se luomo non avesse memoria, il suo cervello non farebbe tali interpretazioni, e, di conseguenza, non avrebbe mai prodotto il concetto di tempo. Lunico motivo per cui qualcuno determina di avere trentanni è perché ha accumulato nella sua mente informazioni riguardanti questi trentanni. Se la sua memoria non esistesse, egli non penserebbe allesistenza di quel periodo precedente, e vivrebbe soltanto il singolo "momento" in cui vive.
Cerchiamo di chiarire largomento citando le spiegazioni di vari scienziati e studiosi in proposito. Riguardo al tema del tempo che scorre al contrario, il famoso intellettuale e premio Nobel, professore di genetica, François Jacob, afferma quanto segue nel suo libro Le Jeu des Possibles (Il possibile e il Reale):
I film proiettati al contrario ci rendono possibile immaginare un mondo nel quale il tempo scorre allindietro. Un mondo nel quale il latte si separa dal caffè e salta fuori dalla tazza per raggiungere il bricco; un mondo in cui i raggi di luce sono emessi dai muri e sono riuniti in una trappola (centro di gravità) invece di fuoriuscire da una sorgente di luce; un mondo nel quale una pietra ritorna al palmo della mano di un uomo con la stupefacente collaborazione di innumerevoli gocce dacqua che fanno sì che la pietra possa saltare fuori dallacqua. Però, in un simile mondo che ha caratteristiche così opposte a quelle consuete, i processi del nostro cervello e il modo in cui la memoria processa linformazione funzionerebbero, analogamente, al contrario. Lo stesso vale per il passato e il futuro, e il mondo ci apparirebbe esattamente come ci appare ora.31
Poiché il nostro cervello è abituato ad una determinata sequenza di eventi, il mondo non si comporta nel modo che è stato appena descritto, e noi presumiamo che il tempo scorra sempre in avanti. Tuttavia, questa è una decisione presa dal cervello, ed è relativa. In realtà, non possiamo sapere come scorre il tempo, e nemmeno se scorre o no. Questa è unindicazione del fatto che il tempo non è un fatto assoluto, ma soltanto una specie di percezione.
La relatività del tempo è un fatto verificato anche da uno dei più importanti fisici del ventesimo secolo, Albert Einstein. Lincoln Barnett scrive nel suo libro The Universe and Dr. Einstein:
Insieme allo spazio assoluto, Einstein abbandonò il concetto di tempo assoluto di uno scorrere del tempo stabile, invariabile, inesorabile, universale, che scorre dallinfinito passato allinfinito futuro. Molta delloscurità che ha circondato la teoria della relatività nasce dalla riluttanza delluomo a riconoscere che il senso del tempo, come il senso del colore, è una forma di percezione. Così come lo spazio è semplicemente un possibile ordine di oggetti materiali, così il tempo è semplicemente un possibile ordine di avvenimenti. La soggettività del tempo è spiegata meglio nelle parole di Einstein. "Le esperienze di un individuo" dice, "ci sembrano disposte in una serie di eventi; in questa serie, i singoli eventi che ricordiamo sembrano essere ordinati secondo il criterio di 'precedente' e 'successivo'. Esiste, di conseguenza, per l'individuo, un tempo dell'Io, o tempo soggettivo. Questo, in se stesso, non è misurabile. Certamente, io posso associare dei numeri agli eventi, in modo tale che un numero maggiore sia associato con un evento più recente, rispetto ad uno precedente.32
Lo stesso Einstein sottolineò, come viene riportato nel libro di Barnett: "Lo spazio e il tempo sono forme di intuizione, che non possono essere scisse dalla coscienza più di quanto possano esserlo i nostri concetti di colore, forma o misura". Secondo la Teoria della Relatività Generale: "il tempo non ha unesistenza indipendente separata dallordine degli avvenimenti per mezzo del quale lo misuriamo".33
Dal momento che il tempo consiste nella percezione, esso dipende completamente da colui che percepisce, e, perciò, è relativo.
La velocità con la quale scorre il tempo è diversa a seconda dei riferimenti che noi utilizziamo per misurarlo, perché nel corpo umano non esiste un orologio naturale che indichi con precisione quanto velocemente passa il tempo. Come scrisse Lincoln Barnett: "Proprio come non esiste alcuna cosa simile al colore, senza un occhio che la percepisce, così un istante, o unora, o un giorno, non è nulla, senza un avvenimento che lo contrassegni".34
La relatività del tempo viene percepita chiaramente nei sogni. Anche se ciò che vediamo nei sogni sembra durare ore, in realtà esso dura soltanto pochi minuti, o addirittura pochi secondi.
Pensiamo a un esempio che chiarisca ulteriormente largomento. Supponiamo di essere stati posti in una stanza con ununica finestra ideata appositamente, e di essere tenuti lì per un certo periodo. Supponiamo che nella stanza ci sia un orologio sul quale possiamo osservare la quantità di tempo trascorso. Allo stesso tempo, supponiamo di vedere dalla finestra della stanza il sole levarsi e tramontare a intervalli determinati. Alcuni giorni dopo, la risposta che daremmo alla domanda su quanto tempo abbiamo trascorso nella stanza sarebbe basata sia sullinformazione che abbiamo ricavato guardando lorologio di tanto in tanto, sia sul computo che abbiamo fatto riferendoci al numero di volte che il sole si è levato ed è tramontato. Ad esempio, valutiamo di aver trascorso tre giorni nella stanza. Tuttavia, se la persona che ci ha messo nella stanza dicesse che vi abbiamo trascorso solo due giorni, che il sole che abbiamo visto dalla finestra era stato prodotto artificialmente da una macchina simulatrice, e che lorologio nella stanza era stato regolato espressamente per andare più velocemente, il calcolo che avevamo fatto non avrebbe alcun significato.
Questo conferma che linformazione che noi abbiamo riguardo la velocità del trascorrere del tempo è basata su riferimenti relativi. La relatività del tempo è un fatto scientifico dimostrato anche dalla metodologia scientifica. La Teoria della Relatività Generale di Einstein afferma che la velocità del tempo cambia a seconda della velocità delloggetto e della sua posizione nel campo gravitazionale. Quando la velocità aumenta, il tempo è abbreviato e compresso: esso rallenta come se arrivasse ad un punto di fermo.
Spieghiamo questo fatto con un esempio dato da Einstein. Immaginate due gemelli, uno dei quali sta sulla terra, mentre laltro viaggia nello spazio a una velocità prossima a quella della luce. Quando ritorna, il viaggiatore vedrà che suo fratello è invecchiato molto di più rispetto a lui. Il motivo è che il tempo trascorre molto più lentamente, per la persona che viaggia a velocità prossime a quella della luce. Consideriamo un padre che viaggia nello spazio, e suo figlio rimasto sulla terra. Se il padre avesse avuto ventisette anni, quando era partito, e il figlio tre; quando il padre fosse ritornato, trentanni dopo, (tempo terrestre), il figlio avrebbe avuto trentatré anni, mentre suo padre solo trenta.35 Questa relatività del tempo non è causata dallaccelerazione e decelerazione degli orologi, o di una molla meccanica. È piuttosto il risultato dei periodi operativi differenziati nellintero sistema dellesistenza materiale, che si spinge fino alle particelle subatomiche. In altre parole, per la persona che la vive, la dilatazione del tempo non viene percepita come se si stesse recitando in un film proiettato al rallentatore. In una situazione nella quale il tempo si dilata, i battiti cardiaci, la replicazione cellulare, le funzioni cerebrali eccetera agiscono tutte più lentamente rispetto a quelle della persona sulla Terra, che si muove più lentamente. Nonostante ciò, la persona prosegue la sua vita quotidiana, e non avverte assolutamente la dilatazione del tempo. Senza dubbio, essa non diventa nemmeno evidente fino a quando viene fatto un paragone.
La conclusione alla quale siamo condotti dalle scoperte della scienza moderna è che il tempo non è un fatto assoluto, come pensato dai materialisti, ma soltanto una percezione relativa. La cosa più interessante è che questo fatto, non scoperto dalla scienza prima del ventesimo secolo, fu rivelato allumanità nel Corano, quattordici secoli fa. Ci sono vari riferimenti, nel Corano, alla relatività del tempo.
È possibile osservare, in molti versi del Corano, il fatto scientificamente provato che il tempo è una percezione psicologica dipendente dagli avvenimenti, dalla situazione e dalle condizioni. Ad esempio, lintera vita di una persona è un periodo molto breve, come a veniamo informati dal Corano:
Nel Giorno in cui vi chiamerà, Gli risponderete lodandoLo e crederete di essere vissuti ben poco. (Surat al-Isra: 52)
Il Giorno in cui li riunirà, sarà come se fossero rimasti solo un'ora e si riconosceranno tra loro. (Surat Yunus: 45)
Alcuni versetti indicano che le persone percepiscono il tempo in modo differente, e che a volte le persone possono avvertire un periodo molto breve come molto lungo. La seguente conversazione di persone durante il loro giudizio nellAldilà ne costituisce un buon esempio:
Dirà: "Quanti anni siete rimasti sulla terra?". Risponderanno: "Siamo rimasti un giorno, o parte di un giorno. Interroga coloro che tengono il computo". Dirà: "Davvero siete rimasti ben poco. Se lo aveste saputo!" (Surat al-Muminun: 112-114)
In alcuni altri versetti Allah afferma che il tempo può scorrere a ritmo diverso in situazioni diverse:
Ti chiedono di affrettare il castigo. Giammai Allah mancherà alla Sua promessa. Invero un solo giorno presso il tuo Signore vale come mille anni di quelli che contate. (Surat al-Hajj: 47)
Gli angeli e lo Spirito ascendono a Lui in un Giorno la cui durata è di cinquantamila anni. (Surat al-Ma'arij: 4)
Dal cielo dirige le cose della terra e poi tutto risalirà a Lui, in un Giorno che sarà come mille anni del vostro contare. (Surat al-Sajda, 5)
Questi versetti sono chiare espressioni della relatività del tempo. Il fatto che questo effetto, che è stato compreso solo recentemente dagli scienziati del ventesimo secolo, sia stato comunicato alluomo 1400 anni fa nel Corano, è unindicazione della rivelazione del Corano da parte di Allah, che abbraccia lintero tempo e lintero spazio.
Molti altri versetti del Corano rivelano che il tempo è una percezione. Ciò è particolarmente evidente nelle storie. Ad esempio, Allah ha tenuto i Compagni della Caverna, un gruppo di persone credenti di cui si parla nel Corano, in un sonno profondo per più di tre secoli. Quando si destò, questa gente credette di essere rimasta in quello stato per non più di un breve attimo, e non riuscì a capire quanto a lungo aveva dormito:
Rendemmo sorde le loro orecchie, [rimasero] nella caverna per molti anni. Li resuscitammo poi, per vedere quale delle due fazioni meglio computasse il tempo che avevano trascorso. (Surat al-Kahf: 11-12)
Li resuscitammo infine perché si interrogassero a vicenda. Disse uno di loro: Quanto tempo siete rimasti?. Dissero: Siamo rimasti una giornata o parte di una giornata». Dissero: Il vostro Signore sa meglio quanto siete rimasti. (Surat al-Kahf: 19)
La situazione narrata nel verso seguente è anchessa una prova che il tempo è, in verità, una percezione psicologica.
O colui che passando presso una città in completa rovina [disse]: "Come potrà Allah ridarle la vita dopo che è morta?". Allah allora lo fece morire per cento anni, poi lo resuscitò e gli chiese: "Quanto [tempo] sei rimasto?". Rispose: "Rimasi un giorno o una parte di esso". "No, disse Allah, sei rimasto cento anni. Guarda il tuo cibo e la tua acqua, sono intatti; poi guarda il tuo asino, [Ti mostriamo tutto ciò] affinché tu divenga un segno per gli uomini. Guarda come riuniamo le ossa e come le rivestiamo di carne". Davanti all'evidenza disse: "So che Allah è onnipotente". (Surat al-Baqara: 259)
Il versetto precedente evidenzia in modo chiaro che Allah, che ha creato il tempo, non è legato ad esso. Luomo, dal canto suo, è vincolato dal tempo, che è stabilito da Allah. Come risulta dal verso, luomo è incapace perfino di sapere per quanto tempo ha dormito. In una tale condizione, affermare che il tempo è assoluto (come fanno i materialisti, nel loro modo di pensare distorto) è gravemente irragionevole.
Questa relatività del tempo chiarisce una questione importante. La relatività è così variabile che un periodo che ci sembra lungo miliardi di anni può durare soltanto un secondo, in unaltra prospettiva. In più, un immenso periodo di tempo che si estende dalla nascita del mondo alla sua fine può non durare nemmeno un secondo, ma appena un istante, in unaltra dimensione.
Questa è la vera essenza del concetto di destino un concetto che non è ben compreso dalla maggioranza delle persone, specialmente dai materialisti, che lo negano completamente. Il destino è la perfetta conoscenza, da parte di Allah, di tutti gli eventi passati o futuri. La maggioranza delle persone si chiede come Allah possa già conoscere degli eventi che non sono ancora accaduti, e ciò li porta a non riuscire a comprendere lautenticità del destino. Tuttavia, "i fatti non ancora avvenuti" sono tali soltanto per noi. Allah non è vincolato dal tempo o dallo spazio, poiché Egli stesso li ha creati. Per questo motivo, il passato, il futuro e il presente sono la stessa cosa per Allah; per Lui ogni cosa ha già avuto luogo ed è già finita.
In The Universe and Dr. Einstein, Lincoln Barnett spiega come la teoria della Relatività Generale porti a questa conclusione. Secondo Barnett, luniverso può essere "compreso nella sua intera grandezza solo da un intelletto cosmico".36 la volontà che Barnett chiama "lintelletto cosmico" è la saggezza e la conoscenza di Allah, che regna sullintero universo. Proprio come noi possiamo facilmente osservare come un tutto unico linizio, il periodo intermedio e la fine di un regno, e tutto ciò che vi sta in mezzo, Allah conosce il tempo al quale siamo assoggettati come se fosse un singolo momento, dallinizio alla fine. Le persone, tuttavia, subiscono gli incidenti soltanto quando giunge il loro momento, ed essi vanno incontro al destino che Allah ha creato per loro.
È importante anche prestare attenzione alla superficialità della comprensione distorta del destino che è diffusa nella nostra società. Questa concezione distorta del destino è una superstizione secondo la quale Allah avrebbe determinato un "destino" per ogni uomo, ma questi destini possono, a volte, essere cambiati dalle persone. Ad esempio, si fanno dichiarazioni superficiali a proposito di un paziente che è stato in punto di morte e si è ripreso, come: "Ha sconfitto il suo destino". Nessuno è in grado di cambiare il proprio destino. La persona che si è ripresa dopo essere stata in punto di morte, non è morta precisamente perché non era destinata a morire in quel momento. Ironicamente, è il destino di quelle persone che si ingannano dicendo "Ho sconfitto il mio destino" che dovrebbe dire ciò, e mantenere un tale atteggiamento.
Il destino è leterna conoscenza di Allah e per Allah, che conosce il tempo come un solo momento, e che impera sullintero tempo e spazio; ogni cosa è determinata e finita nel destino. Noi comprendiamo anche, da ciò che Egli narra nel Corano, che il tempo è uno per Allah: alcuni avvenimenti che ci sembrano accadere nel futuro sono narrati nel Corano come se avessero avuto luogo molto tempo prima. Ad esempio, i versetti che descrivono il conto che le persone devono rendere ad Allah nellaldilà sono narrati come fatti che sono successi molto tempo fa (anche se in italiano siamo costretti a usare il futuro, nelloriginale arabo si usa una forma verbale che dà il senso di unazione compiuta - n.d.t.):
Sarà soffiato nel Corno e cadranno folgorati tutti coloro che saranno nei cieli e sulla terra, eccetto coloro che Allah vorrà. Quindi vi sarà soffiato unaltra volta e si alzeranno in piedi a guardare. La terra risplenderà della luce del suo Signore, sarà aperto il Registro e saranno condotti i profeti e i testimoni. Saranno giudicati con equità e nessuno subirà un torto I miscredenti saranno condotti in gruppi allInferno E coloro che avranno temuto il loro Signore saranno condotti in gruppi al Paradiso. (Surat az-Zumar: 68-73)
Alcuni altri versetti sullargomento sono:
Ogni anima verrà accompagnata da una guida e da un testimone. (Surat al-Qaf: 21)
E si spaccherà il cielo, così fragile in quel Giorno. (Surat al-Haqqah: 16)
[Allah] li compenserà del loro perseverare con il Giardino e la seta. Adagiati su alti divani, non dovranno subire né il sole, né il freddo pungente. (Surat al-Insan: 12-13)
E apparirà la Fornace per chi potrà vederla. (Surat an-Nazi'at: 36)
Oggi invece sono i credenti a ridere dei miscredenti. (Surat al-Mutaffifin: 34)
Gli iniqui vedranno il fuoco. Allora capiranno di stare per cadervi e non avranno nessuno scampo. (Surat al-Kahf: 53)
Come si può notare, eventi che avranno luogo dopo la nostra morte (dal nostro punto di vista) sono narrati nel Corano come eventi del passato già vissuti. Allah non è legato alla sequenza temporale nella quale siamo confinati. Allah ha voluto queste cose nellassenza di tempo: la gente le ha già fatte e tutti questi esempi sono stati vissuti, e sono terminati. Egli informa, nel verso seguente, che ogni evento, grande o piccolo, è noto ad Allah e annotato in un libro:
In qualunque situazione ti trovi, qualunque brano del Corano reciti e qualunque cosa facciate, Noi siamo testimoni al momento stesso in cui la fate. Al tuo Signore non sfugge neanche il peso di un atomo sulla terra o nel cielo; non c'è cosa alcuna più piccola o più grande di ciò, che non sia [registrata] in un Libro esplicito. (Surat Yunus: 61)
I temi discussi in questo capitolo, cioè la verità che è dietro la materia, lassenza del tempo e dello spazio, sono senzaltro estremamente chiari. Come detto in precedenza, essi non sono assolutamente un tipo di filosofia o un modo di pensare, ma risultati scientifici che è impossibile negare. Oltre a essere una realtà tecnica, levidenza non ammette alternative razionali e logiche su questo punto: l'universo è un'entità illusoria, insieme a tutta la materia che lo compone e le creature che in esso vivono. È un insieme di percezioni.
I materialisti se la vedono brutta, a comprendere questo fatto. Ad esempio, se ritorniamo allesempio dellautobus di Politzer: anche se Politzer, tecnicamente, sapeva di non poter trascendere dalle proprie percezioni, poteva ammetterlo soltanto in certi casi. Cioè, per Politzer, gli avvenimenti hanno luogo nel cervello fino allincidente del bus, ma appena il bus si schianta, le cose escono dal cervello e ottengono una realtà fisica. La fallacia logica di questo concetto è molto chiara. Politzer ha commesso lo stesso errore del materialista Johnson, che ha detto: "Colpisco la pietra, il mio piede prende un colpo, perciò esso esiste". Politzer non riusciva a capire come lo shock subito dopo limpatto dellautobus fosse, anchesso, soltanto una percezione.
La ragione subliminale per cui i materialisti non riescono a capire questo concetto è la loro paura di ciò cui andranno incontro quando lo comprenderanno. Lincoln Barnett ci dice che alcuni scienziati "distinsero" questo fatto:
Insieme alla riduzione della realtà obiettiva, da parte dei filosofi, ad un mondo-ombra di percezioni, gli scienziati sono divenuti consapevoli dell'allarmante limitatezza dei sensi umani.37
Ogni riferimento che si fa al fatto che la materia e il tempo siano percezioni solleva una grande paura nel materialista, poiché queste sono le sole nozioni sulle quali egli fa affidamento in quanto esseri assoluti. Egli, in un certo senso, li prende come idoli da adorare; poiché pensa che la materia e il tempo (attraverso levoluzione) lo abbiano creato.
Quando avverte che luniverso nel quale pensa di vivere, il mondo, il suo stesso corpo, le altre persone, gli altri filosofi materialisti dalle cui idee è stato influenzato e, in breve, ogni cosa, è una percezione, si sente completamente sopraffatto dallorrore. Ogni cosa da cui dipende, in cui crede, e a cui ricorre sparisce improvvisamente. Egli prova un assaggio della disperazione che proverà davvero nel Giorno del Giudizio, come è descritto nel versetto: "In quel Giorno offriranno a Allah la loro sottomissione e le loro invenzioni li abbandoneranno" (Surat an-Nahl: 87).
Da allora in poi, questo materialista cerca di convincersi della realtà della materia, e costruisce "prove" di ciò. Dà un pugno nel muro, tira calci alle pietre, grida, urla, ma non può mai fuggire dalla realtà.
Proprio come essi vogliono allontanare questa realtà dalle loro menti, vogliono che anche gli altri la evitino. Sono anche consapevoli che se la gente comune conoscesse la vera natura della materia, la natura primitiva della loro stessa filosofia e lignoranza della loro visione del mondo sarebbero denudate, e tutti potrebbero vederle, e non rimarrebbe alcun margine sul quale essi potrebbero fondare le proprie idee. Queste paure costituiscono le ragioni per cui essi sono così disturbati dai fatti qui narrati.
Allah dichiara che le paure dei non credenti saranno intensificate nellaldilà. Nel Giorno del Giudizio, ci si rivolgerà loro così:
Nel Giorno in cui li raduneremo tutti, diremo ai politeisti: Dove sono gli associati che supponevate? (Surat al-An'am: 22)
Dopo di ciò, i miscredenti vedranno i loro averi, i figli e i parenti stretti, che credevano essere reali e avevano ascritto ad Allah come pari, abbandonarli e svanire. Allah ci informa di questo nel versetto: "Guarda come si smentiscono! Come le loro calunnie li abbandoneranno!" (Surat al-An'am: 24).
Mentre il fatto che la materia e il tempo siano percezioni allarma i materialisti, ai credenti accade il contrario. Le persone di fede diventano molto felici quando percepiscono il segreto che sta al di là della materia, poiché questa realtà è la chiave di tutti gli interrogativi. Con questa chiave, sono svelati tutti i segreti. Si giunge facilmente a comprendere molte cose che, precedentemente, si faceva fatica a capire.
Come è stato detto sopra, le domande sulla morte, il paradiso, linferno, laldilà, cambiano angolazione, e domande quali "Dove è Allah?" "Cosa cera prima di Allah?" "Chi ha creato Allah?" "Quanto durerà la nostra vita nella tomba?" "Dove sono il paradiso e linferno?" e "Dove si trovano, ora, il paradiso e linferno?" ricevono facilmente una risposta. Si comprenderà con quale tipo di ordine Allah ha creato dal nulla lintero universo, al punto che, con questo segreto, le domande "quando?" e "dove?" diventano prive di significato, poiché non restano più il tempo e lo spazio. Quando si comprende lassenza dello spazio, si comprenderà che linferno, il paradiso e la terra sono, in realtà, lo stesso luogo. Se si comprende lassenza del tempo, si capirà che ogni cosa ha luogo in un singolo momento: nulla si attende, poiché il tempo non fluisce, e perché ogni cosa è già avvenuta ed è già terminata.
Con questo segreto svelato, il mondo, per un credente, diventa come il paradiso. Tutte le penose angosce materiali, le ansie e le paure svaniscono. La persona capisce che lintero universo ha un unico Sovrano, che Egli cambia lintero mondo fisico come Egli vuole, e tutto ciò che bisogna fare è rivolgersi a Lui. Poi, lindividuo si sottomette interamente ad Allah per essere "consacrato a lui" (Surat Ali 'Imran: 35).
Comprendere questo segreto è il maggiore beneficio del mondo.
Con questo segreto, viene svelata anche una realtà molto importante menzionata nel Corano: "Allah è più vicino alluomo della sua vena giugulare" (Surat Qaf: 16). Come tutti sanno, la vena giugulare si trova allinterno del corpo. Cosa può essere più vicino ad una persona che il suo interno? Questa situazione si può spiegare facilmente con la realtà dellassenza di spazio. Questo versetto può essere inteso molto meglio comprendendo questo segreto.
Questa è la pura verità. Dovrebbe essere ben chiaro che, per luomo, non cè altro ausilio o fonte daiuto oltre ad Allah. Non cè nulla tranne Allah; Egli è il solo essere assoluto nel quale si può cercare rifugio, a cui ci si può appellare per chiedere aiuto, e su cui contare per ottenere una ricompensa.
Dovunque ci volgiamo, lì cè la presenza di Allah.
31. François Jacob, Le Jeu des Possibles, University of Washington Press, 1982, p. 111.
32. Lincoln Barnett, The Universe and Dr. Einstein, William Sloane Associate, New York, 1948, pp. 39-40.
33. Lincoln Barnett, The Universe and Dr. Einstein, p. 12.
34. Lincoln Barnett, The Universe and Dr. Einstein, p. 40.
35. Paul Strathern, The Big Idea: Einstein and Relativity, Arrow Books, 1997, p. 57.
36. Lincoln Barnett, The Universe and Dr. Einstein, p. 67.
37. Lincoln Barnett, The Universe and Dr. Einstein, p.12.