Fino aora abbiamo parlato dei supplizi fisici inflitti ai miscredenti. Oltre a questi supplizi, esiste all’inferno la tortura psicologica. Il dispiacere, la disperazione, l’umiliazione, il sentirsimaltrattato, l’imbarazzo, la delusione, ecco il premio quotidiano degli ospiti dell’inferno.
In un modo o nell’altro, tutti provano i tormenti dell’anima in questo mondo. Per esempio, perdere chi ti è vicino: un coniuge, un figlio; essere deluso da qualcuno nel quale si è posto una grande fiducia: questi avvenimenti possono riempire il cuore di dispiacere. Questo dispiacere è, in effetti, una forma speciale di tormento che Dio mette nel cuore. L’individuo ha un bisogno essenziale di dimostrare a Dio i suoi sentimenti di amore, di apprezzamento, di tristezza, di devozione, di fiducia e di amicizia. Fallire in questo e provare questi sentimenti solo per degli esseri mortali, creatida Dio e che hanno bisogno di Dio, è una forma di politeismo, ecco perché merita di essere punita con il tormento.
Gli idolatri provano questo tormento perché ne traggano una lezione, chiedano perdono e si rivolganoa Dio prima di essere raggiunti dalla morte. L’essere idolatrato non è necessariamente un essere umano. Le persone non resistono a molte cose: la ricchezza, il denaro, la celebrità... per riassumere, ogni cosa, ogni concetto adorato al posto di Dio costituisce una forma di idolatria. Il dispiacere della perdita di questi idoli rattrista il cuore. Questo tormento non è in effetti che un avvertimento! La sua forma reale ed eterna aspetta gli idolatri laggiù. Talvolta questo supplizio spirituale è talmente insopportabile che gli si preferisce un supplizio fisico. Anche il suicido è visto come una salvezza. Questo tormento psichico nell’inferno è descritto nel Corano come il “fuoco ardente che va dritto al cuore”.
Disgrazia su ogni calunniatore, diffamatore che ammassa una fortuna ela accumula, pensando che la sua fortuna lo renderà immortale. Ma no! Sarà certo, gettato nel Hutamah. E chi ti dirà ciò che l’Hutamah è? Il fuoco ardente di Dio che sale fino al cuore.Si richiuderà sudi essi in colonne di fiamme. (Surat al-Humazah: 1-9)
Anche i dispiaceri più atroci finiscono per calmarsi, in questo mondo, con il tempo. Le loro tracce possono persistere per un momento, ma il tempo cancella anche le tracce più tenaci. All’inferno, invece, il dispiacere, molto più intenso, penetra i cuori. Questo tormento produce una sensazione tra la disperazione e l’umiliazione, la rabbia e l’odio. Più della tortura fisica, i miscredenti sono sottomessi a un dispiacere spirituale insopportabile.
Parecchi versetti sull’inferno ci informano che è prevista un’umiliazione degradante per i miscredenti. Hanno meritato questo castigo perché erano arroganti e fieri. In questo mondo, uno degli obiettivi principali dei miscredenti consiste nel rendere gli altri gelosi della loro personalità e del loro livello sociale. Una carriera riuscita, bei bambini, belle case, automobili e tutte le proprietà materiali di questo mondo hanno un significato speciale per le persone che si vantano e sono certi di essere superiori agli altri. Infatti il Corano ci dice che fidarsi della ricchezza e del livello sociale è solamente un’illusione di questo mondo.
Questa passione, il “vantarsi”, è punita nell’aldilà con l’angoscia e la degradazione fisica e spirituale. Questo perché il miscredente dimentica spesso che solo “Dio è degno di lodi”, Surat al-Baqarah: 267), ed egli prende i “suoi desideri e le sue passioni per Dio” (Surat al-Furqane: 43). Per questa ragione, si preoccupa solo del suo piacere e dell’apprezzamento che ha per sé, al posto di glorificare e di pregare Dio. Egli costruisce la sua vita sulla ricerca della approvazionedegli altri al posto di quella di Dio. Ecco perché è ancora più prostrato quando vieneumiliato davanti agli altri. L’incubo più terribile del miscredente è di essere degradato, disprezzato davanti ai suoi simili, alcuni preferiscono morire per venire apprezzati piuttosto che vivere e essere disprezzati.
Le avversità che incontreranno all’inferno hanno proprio lo scopo di ricordare loro la loro fierezza mal collocata; il disdegno con cui sono trattati è quaggiù la giusta ricompensaper il loro atteggiamento altero. Non hannomai provato fino ad ora uguale umiliazione. I versetti che ci parlano di questa verità sono numerosi:
E il giorno in cui i miscredenti saranno presentati al fuoco, sarà detto loro: “Avete dissipato i vostri [beni] preziosi e vi siete divertiti a farlo durante la vita sullaTerra: vi si ricompensa dunque oggi con un castigo avvilente, per l’orgoglio che provavate ingiustamente sulla Terra e per la vostra perversione”. (Surat al-Ahqaf: 20)
Quelli che non hanno creduto non sanno che il tempo maggiore che accordiamo loro non è a loro vantaggio. Se accordiamo loro questo tempo, è solamente perché aumentino i loro peccati. E per essi un castigo avvilente. (SuratAl‘Imran: 178)
I miscredenti sono sottoposti a migliaia di supplizi degradanti, più degradantidi quelli che subiscono gli animali in questo mondo. Fruste di ferro, braccialetti e collane di ferro sono preparati per umiliarli. Gli infedeli sono legati alle colonne, incatenati e strangolati da collane di ferro.
In realtà, l’umiliazione è l’essenza di tutti i tormenti all’inferno. Per esempio, il modo in cui sono condotti all’inferno, come bestiame, è una forma di degradazione. Questo trattamento terribile comincia fin dalla risurrezione dei miscredenti e dalla loro designazione come ospiti dell’inferno. E non si ferma mai. Tra i miliardi di persone riunite il Giorno del Giudizio, i miscredenti saranno distinti.
In quel Giornonégliuomininé i dèmonisarannointerrogati suiloropeccati. Qualedunquedeibenefici del vostroSignorenegherete? Gli empi saranno riconosciuti dai loro segni e afferratiper il ciuffo e per i piedi.(Surat ar-Rahman: 39-41)
All’inferno, il miscredente avrà un trattamento più avvilente di quello subito dagli animali. Afferrato dai capelli, sarà trascinato al suolo poi gettato nel fuoco. Incapace di resistere, chiederà aiuto, ma invano. Sarà sopraffatto da un sentimento di disperazione:
Stia in guardia se non smette, Noi lo afferreremo per il ciuffo, il ciuffo mendace e peccaminoso. Chiami pure il suo Clan. Noi chiameremo i Guardiani. No, non gli obbedire, ma prosternati e avvicinati. (Surat al-Alaq: 15-18)
I miscredenti saranno “spinti violentemente nel fuoco dell'inferno”(Surat at-Tur: 13), ed essi saranno “ammucchiati in file come il bestiame e condotti all’inferno” (Surat al-Furqane: 34):
... chiunque avrà agito male sarà buttato a testa in giù nel fuoco. “Non siete così ricompensati unicamente per quello che avete fatto?” (Surat an-Naml: 90)
In quel giorno in cui saranno buttati a testa in giù nel fuoco (è detto loro): “Provate il gusto cocente dell’inferno”.(Suratal-Qamar: 48)
La degradazione diventa più intensa all’inferno. Più della sofferenza fisica, un sentimento intenso di umiliazione colpisce gli ospiti dell’inferno:
Che lo si afferri e che lo si portidentro la fornace; che si versi poi sulla sua testa dell’acqua bollente come castigo. Prova! Tu [che pretendevidi essere] il potente, il nobile. Ecco quello di cui dubitavi. (Suratad-Dukhan: 47-50)
Per umiliare i miscredenti, saranno utilizzate fruste, collane e catene specialmente concepite:
Afferratelo! Poi mettetelo alla gogna; poibruciatelo nella Fornace; poi legatelo con una catena di settanta cubiti, perché non credeva in Dio, il Grandissimo, e non si affrettava a nutrire il povero. (Suratal-Haqqah: 30-34)
In questo mondo, a parte i selvaggi, neanche gli animali vengonoincatenati. Tra gli uomini, solo i malati psichicipiù pericolosi possono essere incatenati. Questo significa che gli ospiti dell’inferno sono inferiori a queste creature. Ecco perché sono incatenati con catene di settanta cubiti di lunghezza.
Altri versetti ci danno più di dettagli sui tormenti dei miscredenti:
Hanno ferri e catene intorno al collo e sono trascinati al suolo fino all’acqua bollente poi gettati nel fuoco! Ed Egli chiederà loro: “Dove quelli sono che avevate associato a Dio come divinità?” (SuratGhafir: 71-73)
E se devi stupirti, niente di più stupefacente delle loro parole: “Quando saremo polvere, saremo veramente creati di nuovo?”Questi sono quelli che non credono nel loro Signore. E questi sono coloro che avranno gioghi intorno al collo. E queste sono le persone del fuoco, dove rimarranno eternamente. (Suratar-Raad: 5)
E quel giorno, vedrai i colpevoli, incatenati gli uni agli altri, le loro tuniche saranno di catrame e il fuoco coprirà i loro visi. Tutto ciò perché Dio ricompensa ogni anima di ciò che avrà fatto. Certo Dio fa bene i conti Suoi. (SuratIbrahim: 49-51)
... A quelli che non credono, si confezioneranno dei vestiti di fuoco, mentre sulle loro teste si verserà dell’acqua bollente che farà sciogliere ciò che è nei loro ventri e la loro pelle. E ci saranno per essi dei mazzuoli di ferro. (Surat al-Hajj: 19-21)
Lo spirito nero della degradazione che aspetta i miscredenti diventa visibile sui visi degli ospiti dell’inferno. Si può vedere anche il tormento delle persone in disgrazia, disonoratie nel nostro mondo e maltrattati. La degradazione subita all’inferno sarà evidente anche nell’aspetto dei suoi ospiti, come ci dice questo versetto:
Certi visi, quel giorno, saranno umiliati. (Surat al-Ghasiyah: 2)
Accanto a queste forme di umiliazione, ricordiamo che altre forme saranno inflitte ai miscredenti all’inferno. Il termine “umiliazione” è usato spesso nel Corano e ne abbiamo dato l’esempio, ma è un termine generico che non può essere limitato a questi pochi esempi. Tutti i sentimenti, i supplizi e gli atti legati all’umiliazione in questo mondo sono inclusi, ealtri ancora, specifici dell’inferno.
Al momento della sua risurrezione, il miscredente realizza amaramente che si è perso. È scosso terribilmente al ricordo dei suoi peccati passati. La sua disperazione è inasprita dall’intensità dei suoi rimorsi.
Quando il miscredente è messo di fronte alle sue malefatte, comprende che non ha più possibilità di riguadagnare il suo onore. Ma continua a chiedere un’altra possibilità. In questa prospettiva, vuole tornare alla vita per riparare i suoi peccati. Durante questo tempo, non vuole più rivedere i suoi più amici e parenti con i qualiha condotto una vita spensierata. Ogni legame di amicizia e di parentela è spezzato. Lo stile di vita precedente, le tradizioni, le case, i loro valori, i bambini, i congiunti, la società e le loro ideologie perdono valore e scompaiono. Non c’è posto che per il tormento; lo stato d’animo sotto l’effetto del terrore di quel giorno è descritto così:
Se li vedessi, quando saranno posti davanti al fuoco. Diranno allora: “Ahimè! Se potessimo essere rinviati sulla Terra, non tratteremmo più come menzogne i versetti del nostro Signore e saremmo nel numero dei credenti”.Ma no! Ecco che apparirà loro ciò che prima nascondevano. Ora, se fossero restituiti [alla vita terrestre], ritornerebbero sicuramente a ciò che era vietato loro. Sono veramente dei bugiardi. Ed essi dicono: “Non c’è che questa vita,non saremo resuscitati”. Se li vedessi, quando compariranno davanti al loro Signore. Dirà loro: “È questa la verità?” Diranno: “Sì, nostro Signore!” E dirà: “Provate allora il castigo per non avere creduto”. (Surat al-Anam: 27-30)
Il livello sociale e le relazioni gerarchiche, che si pensano importanti in questo mondo, perdono il loro sensoall’inferno. Gli ospiti dell’inferno, padroni e servi, sono ridotti in uno stato così disperato che si maledicono gli uni con gli altri.
Quando, alla vista del castigo, i seguìti sconfesseranno i loro seguaci , quando ogni legame sarà spezzato, diranno i seguaci: "Ah, se avessimo la possibilità di tornare indietro! Li abbandoneremmo come ci hanno abbandonati! ". Così Allah li metterà di fronte alle loro azioni affinché si rammarichino. Non usciranno dal Fuoco.(Suratal-Baqarah: 166-167)
Il giorno in cui i loro visi saranno rivoltati nel fuocodiranno: “Ahinoi! Se solamente avessimo ubbidito ad Allah e al Messaggero!” Ed essi diranno: “Nostro Signore, abbiamo ubbidito ai nostri capi e ai nostri notabili. Sonoloro che ci hanno sviato dalla retta via. Oh nostro Signore, infliggiloro due volte il castigo e maledicili della maledizione più grande”. (Surat al-Ahzab: 66-68)
Diranno, disputando tra loro:«Per Allah, certamente eravamo in errore evidentequando vi considerammo uguali al Signore dei mondi!Coloro che ci hanno sviato non sono altro che iniqui:per noi non ci sono intercessori,e neppure un amico cordiale.Se solo ci fosse [ possibile] un ritorno, saremmo allora tra i credenti».Questo è davvero un segno , ma la maggior parte di loro non crede. (Surat as-Shuaraa: 96-103)
Tra gli ospiti dell’inferno sottoposti al castigo eterno nascono i contenziosi. Ciascuno accusa l’altro. Gli amici vicini diventeranno nemici. Il motivo principale di odio tra loro risiede proprio nella loro vecchia amicizia che tanto amavano in questo mondo. Si sono fatti forzal’uno con l’altro e si sono incoraggiati reciprocamente a commettere peccati ea negare Dio. Tutte le idee sull’amicizia spariscono davanti al fuoco dell’inferno e tutti i legami saldi in questo mondo sono rotti. In mezzo a tutta questa folla, ognuno è solo e maledice gli altri.
“Entrate nel fuoco”, dirà [Dio,] “tra i djinn e gli uomini delle comunità che vi hanno preceduti”. Ogni volta che una comunità entrerà, maledirà quella che l'avrà preceduta. Poi, quando tutti si ritroveranno, l’ultima entrata dirà della prima: “Oh Signore! Ecco quelli che ci hanno mal guidati dà loro doppio castigo nel fuoco dunque”. Dirà: “A ciascuno il doppio, ma non sapete”. (Surat al-Araf: 38)
i miscredenti: «Signore, mostraci coloro tra i démoni e gli uomini che ci traviavano, ché possiamo calpestarli, ché sianotra i più abbietti ». (SuratFussilat: 29)
E quando [i dannati] disputeranno tra loro nel Fuoco, diranno i deboli a coloro che erano superbi: « Noi vi seguivamo, potresti darci un po' di riparo da [questo] Fuoco?». E coloro che erano stati superbi diranno: « In verità tutti noi ci siamo dentro. Allah ha emesso la sentenza sui Suoi servi » (SuratGhafir: 47-48)
Questa è una folla che si precipita insieme con voi: non avranno benvenuto e cadranno nel Fuoco. Diranno: « Non c'è benvenuto per voi, per voi che ci avete preparato tutto ciò! » . Qual tristo rifugio. Diranno: « Signore, raddoppia il castigo nel Fuoco a chiunque ce lo abbia preparato». Diranno: « Perché mai non vediamo [tra noi] quegli uomini che consideravamo miserabili, dei quali ci facevamo beffe e che evitavamo di guardare?» Invero saranno queste le mutue recriminazioni della gente del Fuoco (SuratSad: 59-64)
Le persone dell’inferno sono nella disperazione totale. Il loro tormento è estremamente crudele ed eterno. La loro sola speranza è di sopportare il dolore e di chiedere di essere salvati. Guardano le persone del paradiso e chiedono loro dell’acqua e del cibo. Cercano di pentirsi e di chiedere perdono a Dio, ma le loro azioni sono vane.
Supplicano i custodi dell’inferno e vogliono che servano da intermediari con Dio per chiedergli grazia. La loro sofferenza è così insopportabile che vogliono essere salvatianche solo per un giorno:
E quelli che saranno nel fuoco diranno ai custodi dell’inferno: “Pregate il vostro Signore di alleggerirci di un giorno il [nostro] supplizio”. Diranno: “I vostri messaggeri non vi portavano prove evidenti?” Diranno: “Sì!” Essi [i custodi] diranno: “Ebbene, pregate!” E l’invocazione dei miscredenti è solamente aberrazione. (SuratGhafir: 49-50)
I miscredenti tentano di andare più lontano nella richiesta di perdono, senza risultato,:
Risponderanno: «Nostro Signore, ha vinto la disgrazia, eravamo gente traviata. Signore, facci uscire di qui! Se poi persisteremo [nel peccato], saremo allora davvero ingiusti». Dirà: « Rimanetevi e non parlateMi più». In vero c'era una parte dei Miei servi che diceva: «Signore, noi crediamo: perdonaci e usaci misericordia! Tu sei il Migliore dei misericordiosi! ». E invece li avete scherniti al punto da perdere il Ricordo di Me, mentre di essi ridevate. In verità oggi li ho compensati di ciò che hanno sopportato con pazienza; essi sono coloro che hanno conseguito [la beatitudine]. (Suratal-Mu’minun: 106-111)
È l'ultima cosa detta da Dio alle persone dell’inferno. Le Sue parole: “Restino qui nella vergogna e che non mi supplichino più” sono definitive. Da allora Dio non concede più nessuna attenzione alle persone dell’inferno. Sarebbe bello non pensare all’eventualità di questa situazione. Mentre i peccatori bruciano all’inferno, quelli che hanno raggiunto “la felicità e la salvezza”rimangonoin paradiso per godere dei favori senza fine offertida Dio. La sofferenza delle persone dell’inferno diventa ancora più intensa quando osservano la gioia degli ospiti del paradiso. Infattivengono sottoposti a una tortura insopportabile, possono vedere la felicità magnifica del paradiso.
I credenti, che erano disprezzati dai miscredenti in questo mondo, conducono una vita felice, vivendoin luoghi meravigliosi, case magnifiche, conbelle spose, cibi deliziosi e ottime bevande. La vista dei credenti che vivono in questo stato di felicità e di abbondanza aggrava l’umiliazione delle persone dell’inferno, perché si aggiunge al loro dispiacere e alla loro sofferenza. Il dispiacere diventa sempre più profondo. Non avere rispettato i comandamenti di Dio in questo mondo li riempie di rimorso. Si voltano verso i credenti, cercano di parlarloro, chiedono il loro aiuto e la loro solidarietà, ma è uno sforzo vano. Anche le persone del paradiso possono vederli e scambiano con loro delle parole secondo il Corano:
Nei Giardini, saranno incerti a proposito dei criminali: “Che cosa vi ha portatiall’Inferno?” Diranno: “Non eravamo tra quelli che pregavano e non abbiamo nutrito il povero e ci univamo a quelli che facevano delle conversazioni futili, e consideravamounamenzogna il Giorno del Giudizio, finché non venne la verità evidente [la morte]”. Le suppliche degli intercessori non li aiuteranno. (Surat al-Muddattir: 40-48)
I credenti e gli ipocriti discuteranno insieme, perché gli ipocriti sono delle persone che rimangono con i credenti per un certo periodo in questo mondo. Malgrado l’assenza di fede nei loro cuori e l’abbiano fatto solo per il loro tornaconto, hanno assolto i loro doveri religiosi come i veri credenti, per questomeritano la denominazione di “ipocriti”. Dall’inferno, chiedono ai credenti di aiutarli. I loro scambi vengono riferiti nel Corano:
Il giorno in cui gli ipocriti e le ipocrite diranno ai credenti:“Aspettateci,chè possiamo attingere della vostra luce”. Sarà risposto loro:”tornate indietro a cercare la luce”. Fra di loro, sarà poi eretta una muraglia dotata di una porta:al suo interno la misericordia, all’esterno, di fronte, il castigo. “non eravamo con voi?”grideranno, “sì – risponderanno- ma seduceste voistessi, indugiaste e dubitaste, e vi lasciaste ingannare dalle vostre passioni finchènon si realizzò il Decreto di Allah. Vi ingannò a proposito di Allah l’Ingannatore” Quest’oggi non sarà accettato riscatto né da voi né da coloro che non credettero. Vostro rifugio sarà il Fuoco:questo è il vostro inseparabile compagno. Qual triste rifugio.(Suratal-Hadid: 13-15)
Oltre alle caratteristiche dell’inferno di cui abbiamo parlato fino a ora, c’è un aspetto che intensifica la sofferenza: l’eternità del castigo! In questo mondo, il fatto di sapere che il dispiacere più atroce diminuisce con il tempo, dà un poco di conforto all’uomo. La fine di ogni dolore è una grazia. Anche solo aspettare questa grazia è fonte di speranza. Invece, nessun barlume di speranza esiste per le persone dell’inferno e questo le distrugge. Quando sono condotti verso l’inferno, incatenati, in ferri, frustati, ammassatiin luoghistetti, le mani legate dietro il collo, sanno che questo durerà per sempre. I loro tentativi di scappare non finiranno mai. Ciò vuol dire che il loro tormento durerà per sempre. Provano un’angoscia descritta così:
Ogni volta che essi cercano di scappare, per fuggire la sofferenza, saranno portati indietro nel fuoco. “Provate la punizione di bruciare nel fuoco”. (Surat al-Hajj: 22)
L’inferno è un luogo isolato. I miscredenti entrano ma non escono mai. Non c’è via di fuga dall’inferno. Un senso di oppressioneavvolge i miscredenti. Sono circondatida muraglie e daporte chiuse. Questo sentimento terribile è descritto così nel Corano:
Quelli che non credono nei Nostri versetti sono le persone della sinistra. Il fuoco si richiuderà su di essi. (Surat al-Balad: 19-20)
E di’: “La verità emana dal vostro Signore. Chiunque lo vuole, che creda, e chiunque lo vuole che non creda”. Abbiamo preparato per gli ingiusti un fuoco le cui fiamme li circonderanno. E se implorano per bere li si abbevererà con un’acqua come il metallo fuso che brucia i visi. Quale cattiva bevanda e quale detestabile casa! (Surat al-Kahf: 29)
La casa di queste persone sarà l’inferno. Non troveranno nessuna uscita per scappare da lì. (Suratan-Nisa: 121)
Vedendo il fuoco, i miscredenti riconoscono la loro casa. Comprendono sicuramente che non ci sarà nessuna possibilità, anche minima, di scappare. A questo punto, il tempo perde il suo valore e il suo senso e il tormento eterno comincia. La natura continua della sofferenza è l’aspetto più terribile. Anche dopo secoli, millenni, o anche di più, non siè mai vicini alla fine. Milioni di anni non sono niente paragonati all’eternità. Il miscredente che abita all’inferno aspetta la fine del suo calvario, invano. Ecco perché il Corano insiste sul carattere eterno del tormento:
Agli ipocriti, uomini e donne, e ai miscredenti, Dio ha promesso il fuoco dell’inferno perché vi rimangano eternamente. È sufficiente per essi. Dio li ha maledetti. E per essi ci sarà un castigo permanente. (Suratat-Tawbah: 68)
Se questi idoli fossero stati veramente dei, non sarebbero stati gettati nel fuoco. Ognuno di loro rimarrà per l’eternità, per sempre. (Surat al-Anbiya: 99)
E quelli che non hanno creduto avranno il fuoco dell’inferno: la morte non li libererà; non verrà alleggeritonessuno dei loro tormenti. È così che ricompensiamo ogni negatore ostinato. (SuratFatir: 36)
Tutte le pene e le sofferenze di questo mondo arrivano al loro termine. C’è sempre una salvezza. Chi soffre o muore o la sua sofferenza passa. Maall’inferno la sofferenza è continua, incessante e non conosce tregua per un istante.
Per tutto questo libro, abbiamo insistito sul fatto che quelli che rifiutano i comandamenti di Dio in questo mondo e negano l’esistenza del Creatore, non avrannosalvezza nell’aldilà e vivranno un tormento terribile nell’inferno. Di conseguenza, senza perdere di tempo, ogni individuo deve rendersi conto di questa realtà rispetto a Dio e deve sottomettersi a Lui. Se no, lo rimpiangerà amaramente e conoscerà una fine terribile:
[Il Giorno del Giudizio] i miscredenti vorrebbero essere stato musulmani [sottomessi]. Lasciali mangiare e divertirsi. Lascia che la falsa speranza li distragga. Presto sapranno! (Suratal-Hijr: 2-3)
Il modo di evitare il castigo eterno, di guadagnare la felicità e di raggiungere la soddisfazione di Dio è chiara: prima che sia troppo tardi, abbiate una fede sincera in Dio, passate la vostra vita a fare opere buone per soddisfarlo.
Dissero: “Gloria a Te! Non abbiamo bisogno di sapere se non quello che ci hai insegnato. Certo sei Tu l’Onnisciente, il Saggio”. (Surat al-Baqarah: 32)