L’oppressione (Fitnah)

Come in italiano e in ogni altra lingua, anche in arabo alcune parole possiedono diverse connotazioni. La parola fitnah, l’equivalente di “oppressione”, ha in arabo diversi significati.

Fitnah è originariamente il procedimento in virtù del quale l’oro viene purificato degli altri elementi. Questa parola, tuttavia, come utilizzata nel Corano, indica le prove attraverso le quali i credenti vengono separati dai miscredenti e dagli ipocriti. Queste prove possiedono un carattere comune: possono essere per qualcuno una fonte di perdizione. Riassumendo, il fatto che qualcuno possa sia essere guidato sul vero cammino che traviato durante queste prove, dipende interamente dall’atteggiamento che questi assume di fronte alla religione. La preghiera del Profeta Mosè (la pace su di lui) è rivolta a questo genere di fitnah.

Mosè scelse settanta uomini del suo popolo per il Nostro luogo di convegno. Dopo che li colse il cataclisma, disse: «O Signore, se Tu avessi voluto, già li avresti distrutti in precedenza e me con loro. Ci distruggerai per ciò che hanno commesso gli stolti della nostra gente? Questa non è se non una prova da parte Tua, con la quale svii chi vuoi e guidi chi vuoi. Tu sei il nostro Patrono, perdonaci e usaci misericordia. Tu sei il migliore dei perdonatori». (Al-A’râf, 155)

In numerosi versetti si dice che questo mondo è un luogo di prove e che gli uomini saranno certamente esaminati in relazione alla loro fede:

Gli uomini credono che li si lascerà dire: «Noi crediamo» senza metterli alla prova? Già mettemmo alla prova coloro che li precedettero. Allah conosce perfettamente coloro che dicono la verità e conosce perfettamente i bugiardi. (Al ‘Ankabût, 1-3)

In un altro versetto, è spiegato che queste prove sono di due tipi:

Ogni anima gusterà la morte. Vi sottoporremo alla tentazione con il male e con il bene e poi a Noi sarete ricondotti. (Al-Anbiyâ', 35)

Il conformarsi ai comandamenti di Allah, pur possedendo beni cospicui e vivendo al riparo dai bisogni, è un mezzo per avvicinarsi ad Allah. Per contro, se non si dispensano i propri beni al fine di ottenere il compiacimento di Allah, questi rischiano di divenire causa di smarrimento. In tal modo, si fallisce in questa prova e "si soffre una perdita manifesta" nell’altra vita.

Allo stesso modo, un turbamento, una difficoltà, una malattia o la perdita della propria casa o della propria famiglia, possono essere citati come esempi di prove che si possono incontrare. La reazione di fronte a queste prove rivela quindi i veri credenti. Nessun mutamento interviene nell’atteggiamento di un credente allorché deve affrontare queste prove. La ribellione, la disperazione o l’angoscia provate di fronte alle prove indicano una debolezza nella fede.

Un credente è sempre consapevole del fatto che ogni incidente avviene per Volere di Allah. In tal modo, ripone tutta la fiducia in Lui ed è così in grado di affrontare anche i turbamenti più gravi con maturità. La perdita di un bene qualsiasi non reca afflizione quando si è capaci di impedire alle passioni mondane di prendere il controllo. Il credente sa che, adottando questo atteggiamento, potrà compiacere ad Allah.

Fitnah: deviare dal vero cammino

Certi incidenti sono creati in modo speciale da Allah per rivelare l’atteggiamento dei miscredenti, come riferito in alcuni versetti del Corano:

Li abbiamo messi alla prova così, gli uni con gli altri, affinché dicano: «Sono questi coloro fra noi che Allah ha favorito?». Allah conosce meglio di ogni altro coloro che [Gli] sono grati. (Al Anâ’m, 53)

Un altro versetto simile:

Non inviammo prima di te nessun messaggero e nessun profeta senza che Satana si intromettesse nella sua recitazione. Ma Allah abroga quello che Satana suggerisce. Allah conferma i Suoi segni. Allah è sapiente, saggio. [Allah] fa sì che i suggerimenti di Satana siano una tentazione per coloro che hanno una malattia nel cuore, per coloro che hanno i cuori induriti. In verità gli ingiusti sono immersi nella discordia. (Al Hajj, 52-53)

Nel versetto che segue si dice che in alcuni casi i beni materiali sono concessi alle persone al fine di metterle alla prova:

Non volgere lo sguardo ai beni effimeri che abbiamo concesso ad alcuni di loro per metterli alla prova. Il compenso del tuo Signore è certamente migliore e più duraturo! (Ta Ha, 131)

Più che per mettere alla prova la fede, queste tribolazioni sono state create allo scopo di verificare la ribellione di alcune persone, così come per metterne a nudo la vera natura, come spiegato nel versetto seguente:

Non ti stupiscano i loro beni e i loro figli. Allah con quelli vuole castigarli in questa vita terrena e far sí che periscano penosamente nella miscredenza. (At Tawbah, 55)

Allah afferma nel Corano di avere sviato alcune persone:

Non ha visto quello che assume a divinità le sue passioni? Allah scientemente lo allontana, suggella il suo udito e il suo cuore e stende un velo sui suoi occhi. Chi lo potrà dirigere dopo che Allah [lo ha sviato]? Non rifletterete dunque? (Al-Jâthiya, 23)

Non vi è alcun ricorso per coloro che Allah ha sviato:

Perché vi siete divisi in due fazioni a proposito degli ipocriti? Allah li ha respinti per quello che si sono meritati. Volete forse guidare coloro che Allah ha allontanato? A chi viene allontanato da Allah, non potrai trovare una via. (An-Nisâ’, 88)

La fitnah come deviazione

Sulla base di quanto detto, è noto che, in certi casi e in situazioni determinate, lafitnahpuò indurre le persone a smarrirsi. Il Corano ricorda frequentemente le storie di quei popoli che nel passato si smarrirono. Per esempio, approfittando dell’assenza temporanea di Mosè (la pace su di lui), il suo popolo seguì Samiri, il quale adorava la statua di un vitello che lui stesso aveva fabbricato. Secondo il Corano, quest’ultimo li aveva “traviati”:

Disse: «In tua assenza abbiamo tentato la tua gente e il Sâmirî li ha traviati». (Tâ-Hâ, 85)

... e ne ha tratto un vitello dal corpo mugghiante». E [tutti] dissero: «È il vostro dio, il dio di Mosè. [Mosè] ha dimenticato [di informarvene]!». Che? Non vedevano che quello non poteva rispondere e non poteva apportar loro né danno né giovamento? Già Aronne li aveva avvertiti: «O popol mio, siete caduti nella tentazione! Il Compassionevole è veramente il vostro Signore. Seguitemi allora e obbedite ai miei ordini». (Tâ-Hâ, 88-90)

Un altro versetto conferma il fatto che la fitnahè causa di fuorviamento per gli imprudenti:

Vedrai, e pure loro vedranno chi di voi ha perso la ragione. Il tuo Signore ben conosce chi si allontana dalla Sua via e ben conosce coloro che seguono la retta via. (Al Qalam, 5-7)

La fitnahin quanto prova

Adottare un atteggiamento positivo nel momento di una fitnah è un mezzo per avvicinarsi ad Allah. La fitnahè certamente un mezzo in virtù del quale un credente può dimostrare la propria perseveranza e la propria dedizione ad Allah, acquisendo inoltre una maturità personale ai Suoi occhi.

Per esempio, una guerra incondizionata è un momento di grande prova. Indipendentemente dalle circostanze, i credenti, e solo i credenti, mostrano l’attitudine descritta nel Corano:

Quando i credenti videro i coalizzati, dissero: «Ciò è quanto Allah e il Suo Messaggero ci avevano promesso: Allah e il Suo Messaggero hanno detto la verità». E ciò non fece che accrescere la loro fede e la loro sottomissione. (Al-Ahzab, 22)

Dicevano loro: "Si sono riuniti contro di voi, temeteli". Ma questo accrebbe la loro fede e dissero: "Allah ci basterà, è il Migliore dei protettori." (Âl 'Imrân, 173)

Per quanto dura possa essere una prova, i credenti si comportano sempre in modo tale da meritare il compiacimento di Allah.

Ciò che appare buono e positivo per i credenti può essere causa di smarrimento per i miscredenti. I versetti seguenti indicano un’altra prova, una prova relativa al numero degli angeli nell’Inferno. Ciò che diviene oggetto di smarrimento per i miscredenti, può costituire una buona notizia per i credenti e pertanto un mezzo volto a fortificare la loro fede.

Gli stanno a guardia diciannove [angeli]. Non ponemmo che angeli a guardia del fuoco, fissando il loro numero solo per tentare i miscredenti affinché credessero con fermezza quelli cui è stato dato il Libro e aumentasse la fede dei credenti e non dubitassero coloro cui è stata data la Scrittura e i credenti, e affinché coloro che hanno morbo nel cuore e i miscredenti dicessero: “Cosa vuol significare Allah con questa metafora?”. È così che Allah travia chi vuole e guida chi vuole. Non conosce le truppe del tuo Signore altri che Lui. (Al Mudatthir, 30-31)

Lo sforzo intrapreso per indurre le persone alla fitnah

Alcune persone concentrano tutti i loro sforzi al fine di far deviare i credenti. Il loro obiettivo principale è di indurli ad adottare i loro credi e i loro modi di pensare irrazionali. Il Corano ci informa che, nel corso della storia, sono sempre stati portati simili attacchi a tutti i credenti, allo scopo di minare la loro devozione ai comndamenti definiti nel Corano. Allah afferma che i credenti cadrebbero in una fitnah, qualora si conformassero a questo piano.

Intendevano infatti sviarti da ciò che ti abbiamo rivelato, nella speranza che Ci attribuissi, inventandolo, altro che questo [Corano]. E allora ti avrebbero preso come amico. (Al Isrâ', 73)

Giudica dunque tra di loro secondo quello che Allah ha rivelato e non indulgere alle loro passioni. Bada che non cerchino di allontanarti da una parte di quel lo che Allah ha fatto scendere su di te. Se poi ti volgon le spalle, sappi che Allah vuole colpirli per alcuni dei loro peccati. Invero molti uomini sono perversi. (Al-Mâ’ida, 49)

In verità né voi, né ciò che adorate, potreste tentare [nessuno], se non chi sarà bruciato nella Fornace. (As-Sâffât, 161-163)

Causare fitnah

Nei versetti 191 e 217 di Surat Al-Baqara, Allah dichiara che la fitnah è "peggiore dell’omicidio". Per avere una miglior comprensione della fitnah in quanto delitto, sarà utile esaminare il caso dell’ "uccisione di un uomo", come descritto nel Corano:

Chi uccide intenzionalmente un credente, avrà il compenso dell'Inferno, dove rimarrà in perpetuo. Su di lui la collera e la maledizione di Allah e gli sarà preparato atroce castigo. (An-Nisâ’, 93)

In questo caso fitnahha un significato diverso da quello di prova. È utilizzato per tutte quelle azioni che risultano fuorvianti per l’uomo.

Il Corano fa specifico riferimento agli ipocriti come fonte di fitnah. Allah informa che gli ipocriti praticano diverse forme di fitnah; tentano fondamentalmente di impedire ai credenti di prendere parte alla guerra, fomentano complotti contro i messaggeri e i credenti, o tentano di fargli perdere il loro senso di responsabilità.

Gli ipocriti interpretano falsamente i versetti, o piuttosto ne deformano l’interpretazione e si conformano unicamente a quelli che tornano a loro vantaggio. I credenti, al contrario, assumono un atteggiamento totalmente differente; dimostrano completa sottomissione di fronte a qualsiasi circostanza.

È Lui che ha fatto scendere il Libro su di te. Esso contiene versetti espliciti, che sono la Madre del Libro, e altri che si prestano ad interpretazioni diverse. Coloro che hanno una malattia nel cuore, che cercano la discordia e la [scorretta] interpretazione, seguono quello che è allegorico, mentre solo Allah ne conosce il significato. Coloro che sono radicati nella scienza dicono: "Noi crediamo: tutto viene dal nostro Signore". Ma i soli a ricordarsene sempre sono i dotati di intelletto. (Al-Imran, 7)

La principale caratteristica degli ipocriti è la loro indulgenza nella fitnah. In arabo, "ipocrita" si dice munafikche significa "colui che suscita una divisione". Dividere i credenti è una fitnahcosì come un grave peccato. Alcuni versetti nel Corano affermano che gli ipocriti tentano di seminare la fitnahfra i credenti.

Se fossero usciti con voi, vi avrebbero solo danneggiato, correndo qua e là e seminando zizzania, ché certo tra voi avrebbero trovato chi li avrebbe ascoltati. Ma Allah ben conosce gli ingiusti. (At Tawbah, 47)

Se fosse stata fatta un'incursione dai limiti esterni [della città] e se fosse stato chiesto loro di abiurare, lo avrebbero fatto senza indugio. (Al Ahzâb, 14)

Già prima fomentavano ribellione ostacolando i tuoi progetti, finché venne la verità e trionfò il decreto di Allah, nonostante la loro avversione. (At-Tawbah, 48)

Anche se i loro piani contro il Messaggero di Allah e i credenti fossero rivelati ai credenti, gli ipocriti tenterebero di convincerli della loro innocenza, tentando di minimizzare il loro tradimento riducendolo a qualcosa di insignificante. Provano un grande timore dei credenti e del castigo, e si comportano quindi come se non avessero mai commesso alcun reato. Chiedono inoltre ai credenti di non essere considerati come gli altri ipocriti e di poter mantenere le loro relazioni.

Fra di loro vi è chi dice: «Dispensami dalla lotta, non mettermi alla prova». Che? Non sono già stati messi alla prova? In verità l'Inferno circonderà i miscredenti. (At Tawbah, 49)

Questo versetto sostiene che gli ipocriti sono mentitori e implicati nella fitnah, come tutti gli altri. Allah ammonisce i credenti di non lasciarsi ingannare dai loro imbrogli.

In definitiva,i miscredenti e gli ipocriti dovranno sopportare i più grandi tormenti nell’Inferno per la fitnahche avranno causato.

[sarà detto loro]: “Gustate la vostra prova! Ecco quello che volevate affrettare!”. (Adh Dhâriyât, 14)

Le discussioni fra i credenti: una fonte di fitnah

L’oppressione prevale sulla terra se i credenti non si proteggono l’un l’altro. Ciò è ribadito nel versetto che segue:

I miscredenti sono alleati gli uni degli altri. Se non agirete in questo modo, ci saranno disordine e grande corruzione sulla terra. (Al Anfâl, 73)

I credenti si comportano con cautela, tentando di non essere coinvolti in alcuna situazione suscettibile di ingenerare oppressione. Certi atteggiamenti e comportamenti, per quanto involontari, possono tuttavia ingenerare tale ingiustizia. Come menzionato nei versetti precedenti, anche il fatto di non aiutarsi reciprocamente o di permettere che sorgano discussioni fra i credenti può essere una fonte di oppressione, nel qual caso la responsabilità incomberà sui credenti. I veri credenti, dovranno pertanto prestare attenzione al loro mutuo benessere, cura e protezione.

I fattori della fitnah

Nel Corano, Allah, il Creatore dell’uomo, spiega in maniera approfondita il modo in cui si deve condurre la propria vita. Qualora si perseguano i propri desideri mondani, è assai probabile che si considerino, insieme alle proprie ambizioni, come più importanti del compiacimento di Allah. In tale spirito, si rischia certamente di dar prova di noncuranza verso Allah e verso i benefici dell’Islam. Pertanto, si devono osservare con cautela i limiti che Allah ha posto.

Allah ricorda costantemente all’uomo che questo mondo è una residenza temporanea e un luogo in cui essere provati. Malgrado ciò, le persone persistono nel considerarlo come una residenza eterna e si distolgono dall’altra vita.

Chiunque rifiuti di considerare il Corano come una guida, nutrirà certamente ambizioni in questo mondo. Rischia quindi di patire grandi sofferenze per ogni incombenza quotidiana. I beni e i figli sono parimenti citati come fitnah nel versetto che segue.

I vostri beni e i vostri figli non sono altro che tentazione, mentre presso Allah c'è ricompensa immensa. (At-Taghâbun, 15)

L’uso della parola "tentazione" è certo sorprendente, per quanto la parola “fitnah” abbia diverse connotazioni in Arabo. Pretendendo di non comprendere quale sia la vera finalità dell’uomo in questa vita, le persone si lasciano generalmente guidare da scopi illusori che prendono per “leggi di questo mondo”. In seguito all’indottrinamento da parte di una società ignorante, la gente crede che il matrimonio, il possesso di figli e di beni sia una legge immutabile di questa vita terrena. I più sono interessati in sposarsi, accumulare beni e avere figli, restando però indifferenti ai comandamenti di Allah e all’osservanza dei Suoi limiti.

Il criterio che crea il bisogno di avere dei figli è anche descritto nel Corano. Per cui, non si dovrà agire con questa intenzione semplicemente per costume, ma al fine di conseguire la soddisfazione di Allah. L’invocazione della moglie del Profeta Imran (che la pace sia con lui) ne è un esempio:

Quando la moglie di 'Imrân disse: "Mio Signore, ho consacrato a Te e solo a Te quello che è nel mio ventre. Accettalo da parte mia. In verità Tu sei Colui che tutto ascolta e conosce!". (Al-Imran, 35)

Il Corano riporta simili preghiere dei Profeti e indica ai credenti il vero cammino:

Zaccaria allora si rivolse al suo Signore e disse: "O Signor mio, concedimi da parte Tua una buona discendenza. In verità Tu sei Colui che ascolta l'invocazione". (Al-Imran, 38)

La preghiera di Abramo (che la pace sia con lui):

O Signor nostro, fai di noi dei musulmani e della nostra discendenza una comunità musulmana. Mostraci i riti e accetta il nostro pentimento. In verità Tu sei il Perdonatore, il Misericordioso! (Al-Baqara, 128)

Anche i beni possono permettere all’uomo di beneficiare della misericordia di Allah e della salvezza eterna, a condizione che siano stati utilizzati per la causa di Allah e nell’interesse della religione. In caso contrario, saranno una fitnah:

L’attitudine del Profeta Salomone nei confronti dei beni materiali costituisce un esempio per tutti i credenti. In luogo di evitare le ricchezze, i credenti le considerano come strumenti per ricordare la parola di Allah. La condotta di Suleyman è descritta nei seguenti versetti:

Una sera, dopo che gli furono esibiti alcuni magnifici cavalli, ritti su tre zampe, disse: «In verità ho amato i beni [terreni] più che il Ricordo del mio Signore, finché non sparì [il sole] dietro il velo [della notte]. Riconduceteli a me». E iniziò a tagliar loro i garretti e i colli. (Sad, 31-33)

In relazione alle ricchezze e ai figli, il Corano dispensa altri avvertimenti ai credenti. Una vigilanza costante è essenziale al fine di evitare questa fitnah, come rivelato nei versetti seguenti:

O credenti, non vi distraggano dal ricordo di Allah i vostri beni e i vostri figli. Quelli che faranno ciò saranno i perdenti. (Al Munâfiqûn, 9)

Le ricchezze e i figli non assicurano assolutamente la salvezza, a meno che non siano ottenuti per compiacere ad Allah:

I loro beni e la loro progenie non gioveranno loro in alcun modo contro Allah. Sono i compagni del Fuoco, in cui rimarranno in perpetuo. (Al Mujâdalah, 17)

Oppressione, tortura e prostrazione

L’oppressione, la tortura e l’assillamento sono parimenti citati nel Corano come delle fitnah.

Nessuno credette in Mosé, eccetto alcuni giovani della sua gente, temendo che Faraone e i loro notabili li mettessero alla prova. Era tiranno sulla terra Faraone, era uno dei trasgressori. (Yûnus, 83)

In verità coloro che perseguitano i credenti e le credenti e poi non se ne pentono, avranno il castigo dell'Inferno e il castigo dell'Incendio. (Al Burûj, 10)

Non rivolgetevi all'Inviato nello stesso modo in cui vi rivolgete gli uni agli altri. Allah ben conosce coloro che si defilano di nascosto. Coloro che si oppongono al suo comando stiano in guardia che non giunga loro una prova o non li colpisca un castigo doloroso. (AnNur, 63)

Giudica dunque tra di loro secondo quello che Allah ha rivelato e non indulgere alle loro passioni. Bada che non cerchino di allontanarti da una parte di quello che Allah ha fatto scendere su di te. Se poi ti volgon le spalle, sappi che Allah vuole colpirli per alcuni dei loro peccati. Invero molti uomini sono perversi. (Al Mâ’idah, 49)

I credenti, nelle loro invocazioni – per proteggersi dall’oppressione dei miscredenti – utilizzano parimenti il termine fitnah (prova):

Dissero: «Ci affidiamo ad Allah. O Signor nostro, non fare di noi una tentazione per gli oppressori». (Yûnus, 85)

Signore, non fare di noi una tentazione per i miscredenti e perdonaci, o Signore! Tu sei l'Eccelso, il Saggio. (Al Mumtahana, 5)

Il Corano considera ugualmente le situazioni di angoscia, i disastri e le catastrofi come fitnah (prove):

Non si accorgono che ogni anno sono tentati una o due volte, quindi non si pentono e non si ricordano! (At Tawbah, 126)

 

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  • Introduzione
  • L'inganno dell'evoluzione
  • L’idolatria
  • L’oppressione (Fitnah)
  • I due aspetti dell’anima
  • Coloro che assumono a divinità i loro vani desideri e le loro passioni
  • Lo spirito, la coscienza e lanima
  • Il cuore, la saggezza e l’intelligenza
  • Le persone dotate di intelletto e i fattori che ostacolano la saggezza
  • Saggezza e sentimentalismo
  • Le fonti della saggezza
  • La noncuranza e l’attenzione
  • Agire sulla base di congetture
  • Lealtà e obbedienza
  • La determinazione
  • La perseveranza
  • Le azioni rette
  • Rendere grazie ad Allah
  • Non perseguire i propri interessi personali
  • La fratellanza e la solidarietà
  • La modestia e l'arroganza
  • Fiducia in Allah e sottomissione
  • Perdono e pentimento
  • La preghiera