Il biologo americano Jonathan Wells e il suo libro, "Icons of Evolution: Science or Myth? Why Much of What We Teach About Evolution is Wrong [Le icone dell’evoluzione: scienza o mito? Perchè molto di ciò che insegniamo sull’evoluzione è sbagliato)"
Se si facesse un sondaggio tra giornalisti, scrittori, filosofi, scienziati, accademici o studenti universitari del nostro tempo, per sapere perché credono nella teoria dell’evoluzione e quali sono le prove a suo sostegno , la maggioranza delle loro risposte rispecchierebbe solo dei miti non scientifici. è possibile elencare i più comuni fra questi miti, spiegando anche perché sono sbagliati.
1. I fautori dell’evoluzione affermano che alcuni sperimenti scientifici hanno dimostrato che la vita iniziò spontaneamente, come risultato di alcune reazioni chimiche. Ma di fatto, nessun esperimento scientifico supporta questa affermazione che, inoltre, si è dimostrata teoreticamente impossibile.
2. Essi ritengono che i reperti fossili provino che si è verificato un processo di evoluzione sulla Terra. Al contrario, invece, tutti i fossili svelano una storia naturale completamente differente dalla teoria di Darwin: le specie non vennero alla luce attraverso stadi di un qualsiasi processo di evoluzione, ma furono create in tutta la loro perfezione in un solo istante.
3. Essi pensano che il famoso fossile Archaeopteryx sia la prova della loro tesi che afferma che gli uccelli si sono evoluti dai rettili. Ma oggi è risaputo che l’Archaeopteryx era un vero uccello, capace di volare, e non è stato mai trovato nessun rettile suo antenato. Non rimane alcuna prova a sostegno delle affermazioni degli evoluzionisti secondo cui gli uccelli si sarebbero evoluti dai rettili.
4. Per anni, “l’evoluzione del cavallo” fu descritta come una delle prove meglio documentate della teoria dell’evoluzione. Dei mammiferi a quattro zampe, vissuti in epoche differenti, furono disposti in ordine di grandezza, dal più piccolo al più grande, e questa “serie dei cavalli” fu esibita nei musei di storia naturale. Ricerche condotte negli anni recenti, tuttavia, hanno dimostrato che i mammiferi di tale serie non sono gli uni antenati degli altri, che la loro sequenziazione è oltremodo imperfetta, e che le creature descritte come antenati del cavallo sono in effetti comparse dopo di esso.
5. Essi credono che le famose falene della Rivoluzione Industriale d’Inghilterra offrano una prova dell’evoluzione come risultato della selezione naturale. È stato tuttavia provato che il cambiamento di colore delle falene durante la Rivoluzione industriale non è il risultato di una selezione naturale.
Queste farfalle non cambiarono colore; in realtà all’inizio vi erano più falene di colore chiaro, che diminuirono di numero a causa delle condizioni ambientali, mentre aumentava il numero delle falene di colore scuro. Quando che si capì che l'argomentazione della selezione naturale delle falene era una frode scientifica, gli evoluzionisti persero un’altra delle loro cosiddette prove.
6. Essi affermano che nei resti fossili vi sono tracce di “uomini-scimmia” a riprova che gli esseri umani discendono, con le scimmie, da un antenato comune. Tutte le affermazioni a questo riguardo, tuttavia, si basano solo su supposizioni viziate e anche gli evoluzionisti sono costretti ad ammettere che non esiste una traccia fossile dell’evoluzione umana. Ad esempio, Richard Leakey, un evoluzionista paleoantropologo scrive:
David Pilbeam commenta ironicamente, ‘Se chiamassi uno scienziato esperto di un’altra disciplina e gli mostrassi le scarse prove che abbiamo, senz’altro direbbe:
“Lascia perdere, non ce ne sono abbastanza per procedere”’. Né David né altri coinvolti nella ricerca per il genere umano possono seguire questo consiglio, naturalmente, ma noi rimaniamo pienamente consapevoli dei pericoli nel trarre conclusioni da prove così incomplete.2
David Pilbeam, che Leakey cita sopra, è anch’egli un evoluzionista paleontologo. Egli ammette:
Le mie riserve si riferiscono non tanto a questo libro [Le Origini di Richard Leakey] ma all’intero oggetto e alla metodologia della paleoantropologia. […] Forse intere generazioni di studenti dell’evoluzione umana, me incluso, si sono agitate nell’oscurità; […] la nostra banca dati è troppo scarsa, troppo infida, perché possa forgiare le nostre teorie.3
I fossili, che si riteneva fossero quelli dei cosiddetti antenati degli esseri umani, sono stati identificati come appartenenti o a una specie estinta di scimmie, o a una razza differente di esseri umani. Ne risulta che gli evoluzionisti sono rimasti senza una singola prova a sostegno della loro tesi che sostiene che gli esseri umani e le scimmie si sono evoluti da un unico antenato.
7. Essi affermano che gli embrioni degli esseri umani e di altre creature passano attraverso lo stesso “processo evolutivo” nel grembo delle loro madri o nell’uovo.
Arrivano anche a dire che l’embrione umano ha delle branchie che in seguito scompaiono. Si è dimostrato che queste affermazioni sono completamente prive di fondamento e che si basano su una grossa montatura scientifica. Un biologo evoluzionista di nome Ernst Haeckel fu il primo a sostenere tali affermazioni; egli modificò deliberatamente i suoi disegni per suggerire che gli embrioni erano uno simile all’altro. Successivamente, anche gli scienziati evoluzionisti dovettero convenire che la sua affermazione era basata su una montatura priva di base scientifica.
8. Essi pensano che gli esseri umani e altri esseri viventi abbiano organi vestigiali che hanno perso la loro funzione; addirittura credono che una grande parte del DNA sia “spazzatura”, senza alcuna particolare funzione. Ma è noto che tutte queste affermazioni sono il risultato di ignoranza scientifica. Col passare del tempo, come la scienza progrediva, fu scoperto che tutti gli organi e i geni sono in verità funzionali. Questo dimostra che le creature viventi non hanno organi che hanno cessato di funzionare, attraverso il cosiddetto processo evolutivo, perché non più necessari. È stato dimostrato, piuttosto, che queste creature, con tutti i loro organi e parti componenti, non sono il prodotto del caso, ma di una creazione perfetta.
9. Essi pensano che la variazione in una singola specie – per esempio le differenze nelle dimensioni e nella forma dei becchi dei fringuelli delle isole Galapagos – sia una decisiva prova dell’evoluzione. Ma si sa che questo non rappresenta alcuna prova dell’evoluzione: microcambiamenti nella struttura del becco di un uccello non possono creare nuovi dati biologici, sotto forma di nuovi organi, e pertanto ciò non costituisce evoluzione. Come risultato, anche i neo-darwinisti oggi hanno capito che alcune variazioni all’interno di una specie, non possono portare all’evoluzione.
10. Essi pensano che le mutazioni negli esperimenti con le mosche della frutta siano state capaci di produrre nuove specie. Ma questi esperimenti hanno prodotto solo individui fisicamente menomati o sterili, e nessuna mutazione “benefica” è stata osservata. Persino nel caso di mutazioni prodotte sotto il controllo di scienziati ben documentati, nessuna nuova specie si è formata; questo prova che non vi è nessuna evoluzione. Pertanto è impossibile indicare le mutazioni come prova dell’evoluzione.
Se si domandasse perché credono nell’evoluzione, una gran parte degli intervistati,, sarebbe in effetti a conoscenza di ben pochi tra gli esempi summenzionati, oppure li conoscerebbe solo superficialmente. Questi miti, di cui solo poche volte hanno letto qualcosa o che hanno sentito menzionare dai loro insegnanti del liceo, li hanno però convinti dell’evoluzione, e non vedono alcuna ragione per investigare ulteriormente.
Eppure, ognuna delle presunte prove di cui sopra è totalmente infondata. Questa non è una affermazione gratuita, ma un fatto comprovato con valide prove da scienziati critici nei confronti della teoria dell’evoluzione, come si vedrà nelle pagine che seguono.
Nella sua critica del darwinismo, un ben noto biologo americano, Jonathan Wells4 si riferisce ai miti dell’evoluzione come a “le icone dell’evoluzione”. Con “icone” egli intende le credenze false e superstiziose che ogni sostenitore dell’evoluzione conosce a memoria. La parola “icona” descrive oggetti di venerazione che qualche falsa religione usa per ricordare ai suoi membri quello che essi considerano sacro.
Alcuni dei simboli iconici usati a sostegno della teoria dell’evoluzione (che è in effetti una religione ateistica)5 per i suoi devoti sono i disegni dell’“uomo-scimmia” , le “branchie su un embrione umano” e altre simili montature. Ma ognuno di questi descrive un mito senza fondamento.
Il libro di Wells, Icons of Evolution: Science or Myth? Why Much of What We Teach About Evolution Is Wrong? [Le icone dell’evoluzione: scienza o mito? Perché molto di quello che insegniamo sull’evoluzione è sbagliato?] ,elenca dieci icone che corrispondono all’elenco che abbiamo fornito qui e spiega in dettaglio perché tutte sono state invalidate.
Oggi questi miti sono tutti screditati, e gli evoluzionisti non hanno presentato alcuna nuova prova al loro posto.
Come teoria, il darwinismo convinse alcuni nel XIX secolo, quando le condizioni scientifiche non erano avanzate. Ma nel XXI secolo, il darwinismo si è rivelato in quanto finito, antiquato e infondato.
Prima di procedere nella constatazione della fine dei miti del darwinismo, nelle pagine che seguono, dobbiamo mostrare l’invalidità di un’altra idea che lega i sostenitori della teoria dell’evoluzione.
Si tratta della falsa ipotesi che vi sia un conflitto tra religione e scienza. Quelli che difendono tale ipotesi affermano che la teoria dell’evoluzione deve essere vera poiché gli “scienziati” l’hanno accettata all’unanimità come qualcosa di scientificamente dimostrato. Essi suggeriscono che la Creazione sia una teoria buona per la “fede”, ma non per la scienza. Queste affermazioni, tuttavia, non si basano su dei fatti. Si prenda, ad esempio, il dibattito in corso negli Stati Uniti su come la teoria dell’evoluzione debba essere insegnata nelle scuole. Questo dibattito viene portato avanti solamente a livello scientifico, ma si fanno dei tentativi per dimostrare che vi è un “disaccordo tra le chiese e gli scienziati”. Le notizie, su questo presunto disaccordo, diffuse da alcune organizzazioni di media, e negli articoli pubblicati da alcuni giornali, sono tutte inficiate dalle stesse superficiali congetture, che sono errate per le seguenti ragioni:
prima di tutto, la Creazione è avvalorata da prove scientifiche. L’attuale disputa evoluzione-contro-Creazione non è tra scienziati e chiese, ma tra alcuni scienziati che si ostinano a credere nella teoria dell’evoluzione, e altri scienziati che vedono che questa teoria è infondata. Tutte le prove disponibili sono contro l’evoluzione. Proprio per la solidità di tali prove, la teoria dell’evoluzione negli Usa è in declino sin dalla seconda metà del XX secolo. Tale declino ha portato alla decisione, in stati come il Kansas, la Georgia e l’Ohio, che nelle scuole debbano essere spiegate anche le prove dell’invalidità della teoria dell’evoluzione. Negli Usa è sorta una forte opposizione contro la teoria dell’evoluzione. Gli oppositori sono tutti scienziati provenienti da rinomate università della nazione. Nel 1970 il Professor Dean Kenyon scrisse una tesi, sull’origine della vita e sull’evoluzione chimica, che l’ha reso uno dei fautori più conosciuti di tale teoria. Oggi egli è un rappresentante del movimento che si oppone alla teoria dell’evoluzione, e che crede che le origini della vita non possano essere spiegate con l’evoluzione, ma solo con la creazione.
Benjamin Wiker insegna scienza e teologia alla Franciscan University. Il suo libro Moral Darwinism: How We Became Hedonists [darwinismo morale: come siamo diventati edonisti] dà una dettagliata relazione della “teoria dell’evoluzione” di Darwin in quanto versione odierna della filosofia materialista del pensatore greco Epicuro e del suo omologo romano, Lucrezio.
Darwin seguì questi due filosofi approfondendo idee poco scientifiche quali:
1. La natura è un sistema che si autoregola.
2. Tra le creature viventi vi è una spietata lotta per l’esistenza, e questo porta all’evoluzione per mezzo della selezione naturale.
3. Si dovrebbe evitare di dare una definizione “teleologica” (l’idea cioè che vengano al mondo per uno scopo) della natura e degli esseri viventi.
Ciò che colpisce di queste idee è che non sono affatto scientifiche. Né Epicuro né Lucrezio hanno mai condotto esperimenti scientifici o rilevazioni; hanno solo usato argomenti logici che erano del tutto subordinati ai loro desideri personali. Per giunta, la loro logica partiva da un punto rilevante. Epicuro rifiutava cioè l’idea dell’esistenza di un Creatore, affermando che questo implicava il credere in una vita dopo la morte, e che questo lo faceva sentire limitato. Egli affermò chiaramente che la sua intera filosofia derivava dalla sua volontà di non accettare tale prospettiva. In altre parole, Epicuro scelse l’ateismo solo per il suo benessere psicologico, quindi intraprese la costruzione di una visione del mondo basata su questa sua scelta di vita. Per questa ragione cercò di spiegare l’universo e le origini della vita nei termini di un sistema ateistico, e a questo scopo adottò delle idee che poi costituirono la base dell’evoluzione.
Benjamin Wiker dà la seguente dettagliata interpretazione della relazione tra Epicuro e Darwin:
Il primo darwiniano non fu Darwin, ma un greco piuttosto noto, Epicuro, nato nell’isola di Samos nel 341 A.C. circa. Fu lui a procurare le fondamenta filosofiche del darwinismo, dato che modellò una cosmologia totalmente materialistica (ateista), secondo cui degli scossoni senza scopo della materia bruta, verificatisi in un tempo infinito, avevano generato, per una serie di fortunate coincidenze, non solo la Terra, ma anche tutte la miriade di forme di vita esistenti.[…]
Dopo aver sostenuto che fu Epicuro a modellare tale cosmologia, basandola non su prove concrete, ma solo sul suo desiderio di distogliere il mondo dall’idea di un Creatore, Wiker continua affermando:
[…] Questo comune disprezzo per la religione accomuna l’Epicureismo e la modernità, dato che noi moderni [darwinisti] siamo gli eredi di Epicuro. Attraverso un lungo e tortuoso cammino, una forma rinvigorita del materialismo di Epicuro è diventata il credo fondamentale del moderno materialismo scientifico – la stessa cosmologia materialista che Darwin si attribuisce in Le origini, e che ancora oggi è alla base del rifiuto materialista di un disegno nella natura.6
Oggigiorno, coloro che si ostinano a difendere la teoria dell’evoluzione non sono per la scienza, ma per l’ateismo. Come il loro precursore Epicuro, il loro attaccamento all’ateismo deriva dalla consapevolezza che l’accettazione dell’esistenza di Dio sarebbe in contrasto con i loro stessi egoistici desideri.
C’è un verso nel Corano nel quale Dio descrive esaurientemente la situazione dei non credenti: “Ed essi li ripudiarono ingiustamente e con arroganza nonostante le loro stesse certezze su di loro“ (Surat an-Naml: 14). E in un altro verso Egli rivela: “Avete visto colui il quale ha messo i suoi capricci e i suoi desideri al posto della sua divinità?“ (Surat al-Furgan: 43)
Il “clan” epicureo-darwinista respinge l’esistenza di Dio solo perché la Sua esistenza è in conflitto con i loro desideri e le loro passioni personali; in questo, essi sono molto simili a quelli descritti nel verso di cui sopra. Risulta quindi molto ingannevole considerare l’argomento evoluzione-Creazione come un conflitto tra scienza e religione.
L’evoluzione e la Creazione, due differenti spiegazioni delle origini della vita e dell’universo, esistono dai tempi antichi. Per arrivare a capire quale di queste spiegazioni è quella scientificamente corretta, dobbiamo prendere in esame le scoperte della scienza. Qui, come negli altri nostri libri, vedremo ancora una volta come tutte le scoperte dimostrino che la teoria dell’evoluzione è errata, e che la Creazione invece è vera.
Non c’è nessun obbligo per la scienza di essere ateistica, cioè di credere e mantenere il dogma che asserisce che l’universo è composto solo di materia, e che non vi è nessuna consapevolezza oltre la materia.
La scienza deve investigare le proprie scoperte ed andare ovunque le verità svelate conducano.
Oggi varie branche della scienza come l’astrofisica, la fisica e la biologia testimoniano chiaramente esempi della creazione nell’universo e nella natura, che sono impossibili da spiegare in termini di eventi casuali. Tutte le prove portano verso un Creatore. Questo Creatore è Dio il Cui potere ed intelligenza eterni hanno creato i cieli, la Terra e tutte le cose, vitali o inerti, che ivi esistono.
La “fede” non dimostrata è l’ateismo.
Le pagine seguenti mostreranno come il più importante sostegno dell’ateismo – ovvero il darwinismo – sia crollato.
Ciô che é nei cieli ed sulla Terra appertiene a Dio. Dio abbraccia tutte le cose. (Surat an-Nisa': 126)
2. Alexander I. Oparin, L'origine della vita, Dover Publications, NewYork, 1936, 1953 (reprint), p. 196.
3. "Nuove prove sull'evoluzione dell'atmosfera primitiva e la vita", Bollettino della Società Meteorologica Americana, vol. 63, novembre 1982, 1328-1330.
4. Stanley Miller, Evoluzione molecolare della vita: stato attuale della sintesi prebiotica delle molecole piccole, 1986, p. 7.
5. Jeffrey Bada, Earth, febbraio 1998, p. 40.
6. Leslie E. Orgel, "L'origine della vita sulla terra", Scientific American, vol. 271, ottobre 1994, p. 78.