Capitolo 13
La Teoria Dell’evoluzione:
Una Zavorra Materialistica

Quanto è stato esposto in questo libro dimostra la fondamentale mancanza di basi scientifiche della teoria evoluzionista, che entra anzi in conflitto con le nuove scoperte. In altre parole, la forza che la sostiene non è la scienza. L'evoluzione può essere difesa da alcuni "scienziati", ma deve esserci un’altra influenza all'opera.

Quest’altra influenza è la filosofia materialistica.

La filosofia materialistica è uno dei più antichi della storia e presuppone l’esistenza della materia come principio di base. Secondo questa filosofia, la materia è sempre esistita e tutto ciò che esiste è costituito dalla materia. Questo approccio rende necessariamente impossibile la credenza in un Creatore, ovviamente, perché se la materia è sempre esistita, e tutto è costituito dalla materia, non può esservi un Creatore sovrannaturale che l’ha creata. Il materialismo è stato quindi per lungo tempo ostile a ogni tipo di credenza religiose che abbia fede in Dio.

La questione verte così sulla correttezza del punto di vista materialistico. Un metodo per verificare la se una filosofia è vera o falsa consiste nell’indagare i suoi assunti sulla scienza, usando i metodi scientifici. Ad esempio, nel Novecento un filosofo avrebbe potuto sostenere l'esistenza sulla superficie lunare di un albero divino sui cui rami sarebbero cresciute come frutti tutti gli esseri viventi, le quali sarebbero poi cadute sulla Terra. Alcune persone avrebbero potuto trovare questa filosofia attraente e avrebbero potuto crederci. Ma nel Novecento, in un tempo in cui gli uomini hanno camminato sulla luna, non è possibile presentare seriamente tale credenza. L'esistenza dell'albero può essere determinata con metodi scientifici, cioè, per mezzo dell'osservazione e della sperimentazione.

È perciò possibile investigare con metodi scientifici le asserzioni dei materialisti: ovverosia, che la materia sia esistita eternamente e che possa organizzare se stessa e dare origine alla vita senza l'intervento di un Creatore sovramateriale. Nel fare ciò, vediamo che il materialismo è già crollato, in quanto l'idea che la materia sia esistita sin dall'inizio del tempo è stata abbattuta dalla teoria del Big Bang, che dimostra come l'universo sia stato creato dal nulla. L'asserzione che la materia si sia auto-organizzata e abbia creato la vita non è altro che la "teoria dell'evoluzione" – quella che è stata esaminata in questo libro e di cui abbiamo dimostrato il fallimento.

Se si è tuttavia determinati a credere nel materialismo e si è disposti a porre tale filosofia di fronte a tutto, allora non si agisce in questo modo. Se si è "prima materialisti poi scienziati", allora non si abbandona il materialismo quando si vede che l'evoluzione è smentita dalla scienza. Al contrario, si tenta di sostenerlo e di salvarlo in qualunque modo servendosi dell'evoluzione. Questo è esattamente ciò che viene predicato da quegli evoluzionisti che difendono oggi la loro teoria.

È degno di nota il fatto che essi stessi talvolta confessino la loro posizione. Un notissimo genetista ed evoluzionista dichiarato, Richard C. Lewontin dell'Università di Harvard, confessa di essere "prima un materialista e poi uno scienziato" con queste parole:

Non è che i metodi e le istituzioni della scienza ci costringano in qualche modo a una spiegazione materiale del mondo fenomenico, ma, al contrario, siamo noi che siamo spinti dalla nostra aderenza a priori alle cause materiali a creare un apparato di investigazioni e una serie di concetti che producono delle spiegazioni materiali, senza alcuna considerazione per quanto ciò possa essere contrario all'intuizione o mistificante per i non-iniziati. Nondimeno, il materialismo è assoluto, perciò non possiamo permettere l'accesso a un Piede Divino.172

La locuzione "a priori" utilizzata da Lewontin è molto importante. Questo termine filosofico si riferisce a una presupposizione che non si fonda su alcuna conoscenza sperimentale. Un pensiero è a priori quando lo si considera giusto e accettato senza l'ausilio di informazioni che lo confermino. Come Lewontin afferma apertamente, il materialismo è un impegno "a priori" per gli evoluzionisti ed essi tentano di adattare la scienza a questo dato. Poiché il materialismo deve negare l'esistenza di un Creatore, essi colgono l'unica alternativa disponibile, ovvero la teoria dell'evoluzione. Non ha importanza che questa teoria sia stata confutata da fatti scientifici; simili scienziati l'hanno accettata come corretta "a priori".

Tale contegno pregiudiziale conduce gli evoluzionisti a credere che "la materia inconsapevole abbia composto se stessa", un'affermazione non solo contraria alla scienza, ma anche alla ragione. Un professore di chimica presso l'Università di New York ed esperto di DNA, Robert Shapiro, che già abbiamo citato, parla della fede degli evoluzionisti e del dogma materialista su cui è basata nei termini seguenti:

Un altro principio evolutivo è quindi necessario per permetterci di superare la distanza tra le miscele di semplici prodotti chimici naturali e il primo effettivo replicatore. Questo principio non è stato ancora dettagliatamente descritto o dimostrato, ma è stato anticipato e ha ricevuto dei nomi, quali evoluzione chimica e auto-organizzazione della materia. L'esistenza del principio è tenuta per certa nella filosofia del materialismo dialettico, come dimostra la sua applicazione alle origini della vita da parte di Alexander Oparin...173

La propaganda evoluzionista, la cui presenza è costante nei media occidentali e nelle famose e "stimate" riviste scientifiche, è il risultato di questa necessità ideologica. Poiché l'evoluzione è considerata indispensabile, è stata trasformata in una vacca sacra dai circoli occidentali che stabiliscono gli standard della scienza.

Vi sono scienziati che si ritrovano in una situazione tale da essere costretti a difendere questa teoria artificiosa o per lo meno ad evitare di pronunciare anche una sola parola ad essa contraria al fine di mantenere la loro reputazione. Gli accademici nei paesi occidentali sono obbligati a pubblicare i loro articoli su certe riviste scientifiche per ottenere o mantenere la cattedra. Tutte queste riviste che si occupano di biologia sono controllate da evoluzionisti, i quali rifiutano qualsiasi articolo contrario alla loro teoria, sotto la cui egemonia ogni biologo deve condurre i suoi studi. Anche loro fanno parte dell'ordine stabilito che considera l'evoluzione come una necessità ideologica, per questo motivo difendono ciecamente tutte le "coincidenze impossibili" che abbiamo esaminato in questo libro.

Confessioni Dei Materialisti

Il biologo tedesco Hoimar von Ditfurth, eminente evoluzionista, è un buon caso di fanatismo materialistico. Dopo aver citato un esempio dell'estremamente complessa composizione della vita, Ditfurth discute se essa possa essere emersa casualmente:

È possibile che in realtà tale armonia sia emersa soltanto a seguito di fortuite coincidenze? Questa è la questione principale dell'intera evoluzione biologica. Rispondere "si, è possibile" è qualcosa di simile a verificare la fede nella moderna scienza della natura. Criticamente parlando, possiamo affermare che chi accetta la moderna scienza della natura non ha altra alternativa che la risposta affermativa, nel tentativo di spiegare i fenomeni naturali in modi comprensibili evitando ogni interferenza sovrannaturale. Nondimeno, spiegare tutto per mezzo delle leggi della natura, ovvero, tramite le coincidenze, è un segno che egli non ha altro luogo in cui scappare. In quanto, cos'altro potrebbe fare oltre a credere nelle coincidenze?174

Certamente, come scrive Ditfurth, l'approccio scientifico materialista adotta come principio di base per spiegare la vita la negazione di ogni "interferenza soprannaturale", ovvero la creazione. Accolto tale principio, anche gli scenari più impossibili vengono accettati. È possibile trovare esempi di simile dogmatismo in quasi tutta la letteratura evoluzionista. Ali Demirsoy, il famoso paladino della teoria evoluzionista in Turchia, è solo uno dei tanti. Come è già stato messo in evidenza, secondo quest'ultimo: la probabilità della formazione coincidentale del citocroma-C, una proteina essenziale per la vita, è "così improbabile come la possibilità che una scimmia scriva la storia dell'umanità con una macchina da scrivere senza commettere errori".175

Non c'è dubbio che accettare tale possibilità significhi rifiutare i principi della ragione e del senso comune. Anche una sola lettera scritta correttamente su una pagina conferma l'intervento di una persona. Quando poi si vede un libro di storia, aumenta anche la certezza. Nessuno che sia sano di mente potrebbe accettare che la composizione di tale libro possa essere “frutto del caso”.

È nondimeno interessante constatare che lo "scienziato evoluzionista" Ali Demirsoy accetti proposizioni irrazionali di tal sorta:

La probabilità della formazione di una sequenza di citocroma-C è probabilmente pari a zero. Ovverosia, se la vita richiede una certa sequenza, si potrebbe dire che questa ha la probabilità di realizzarsi verosimilmente una sola volta nell'intero universo. Diversamente, alcuni poteri metafisici al di là della nostra definizione sarebbero dovuti intervenire nella sua formazione. Accettare quest'ultima proposizione non è tuttavia appropriato agli scopi della scienza. Noi dobbiamo, dunque, prendere in esame la prima ipotesi.176

Darwinismo e materialismo

La sola ragione per cui la teoria di Darwin è ancora difesa, nonostante l'ovvia confutazione da parte della scienza, è il suo stretto legame con il materialismo. Darwin ha applicato la filosofia materialista alle scienze naturali e i sostenitori di questa filosofia, per lo più marxisti, continuano a difendere il darwinismo con ogni mezzo.

Uno dei più famosi paladini contemporanei della teoria evoluzionista, il biologo Douglas Futuyma, ha scritto: “Insieme alla teoria materialistica della storia di Marx... la teoria dell'evoluzione di Darwin fu un caposaldo cruciale nella piattaforma del meccanicismo e del materialismo”. Questa è un‘ammissione molto chiara del perché la teoria dell’evoluzione è realmente tanto importante per i suoi difensori.1

Un altro noto evoluzionista, il paleontologo Stephen J. Gould, ha detto: “Darwin ha applicato una coerente filosofia del materialismo alla sua interpretazione della natura”. 2 Lev Trotsky, uno degli ideologi della rivoluzione comunista russa insieme a Lenin, ha commentato: “La scoperta di Darwin fu il più grande trionfo della dialettica nell'intero campo della materia organica”. 3 La scienza però ha dimostrato che il darwinismo non fu una vittoria per il materialismo, ma piuttosto un segnale della sconfitta di quella filosofia.

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TrotskyDarwinMarx

 

1- Douglas Futuyma, Evolutionary Biology, 2nd ed., Sunderland, MA: Sinauer, 1986, p. 3 (Biologia evoluzionistica, Zanichelli, Bologna, 1985)
2- Alan Woods and Ted Grant, "Marxism and Darwinism", Reason in Revolt: Marxism and Modern Science, Londra, 1993
3- Alan Woods and Ted Grant. "Marxism and Darwinism", London, 1993

Demirsoy prosegue affermando di preferire l'impossibile pur di "non accettare forze sovrannaturali", in altre parole, l’esistenza di un Creatore. Non è quindi sorprendente che, parlando dell'origine della mitocondria nella cellula, Demirsoy accetti apertamente il concetto di coincidenza come spiegazione, per quanto sia "del tutto contrario al pensiero scientifico":

Il cuore del problema è come la mitocondria abbia potuto acquisire questo aspetto, in quanto, che ciò possa essere attribuito al caso anche per un solo individuo, richiede probabilità estreme che risultano incomprensibili... Gli enzimi, che provvedono alla respirazione e al funzionamento come catalizzatori ad ogni passo in una forma differente, costituiscono l'essenza del meccanismo. Una cellula deve contenere in forma completa questa sequenza di enzimi, altrimenti è senza senso. In questo caso, nonostante ciò sia contrario al pensiero biologico, per evitare una spiegazione o una speculazione ancora più dogmatica, dobbiamo accettare, seppure con qualche riluttanza, che gli enzimi della respirazione siano esistiti in forma completa nella cellula, prima che questa venisse per la prima volta in contatto con l'ossigeno.177

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La conclusione da trarre da siffatte dichiarazioni è che l'evoluzione non è assolutamente una teoria costituita sulla base di ricerche scientifiche. Al contrario, la forma e la sostanza di essa furono dettate dalle necessità della filosofia materialistica. Divenne quindi una fede o un dogma, nonostante i concreti fatti scientifici. È possibile, inoltre, intendere chiaramente dalla letteratura evoluzionista che tutti questi sforzi tendono a un "fine", che è quello di impedire qualsiasi fede nella Creazione degli esseri viventi, a qualunque costo.

Gli evoluzionisti definiscono tale proposito "scientifico". Ciò a cui essi fanno riferimento, tuttavia, non è la scienza, ma la filosofia materialistica. Il materialismo rifiuta radicalmente l'esistenza di qualsiasi cosa "oltre" la materia (o di qualcosa soprannaturale). La scienza stessa non è obbligata a conformarsi a tale dogma. Essa comporta l'esplorazione della natura e la formulazione di conclusioni sulla base di quanto si è scoperto. Se ciò porta alla deduzione che la natura è stata creata, la scienza deve accettarlo. Questo è il dovere di un vero scienziato; non quello di difendere scenari impossibili o i sorpassati dogmi materialisti del Ottocento.

La morte scientifica del materialismo

Costituendo il sostegno filosofico della teoria dell’evoluzione, il materialismo del diciannovesimo secolo ha suggerito che l'universo esiste da sempre, che non è stato creato e che il mondo organico può essere spiegato in termini di interazione di materia. Le scoperte della scienza nel corso del ventesimo secolo, tuttavia, hanno completamente invalidato queste ipotesi.

L’ipotesi secondo cui l'universo esiste da sempre è stata spazzata via dalla scoperta che l'universo ha avuto origine da una grande esplosione (il cosiddetto “Big- Bang”) avvenuta circa 15 miliardi di anni fa. Il Big Bang dimostra che tutte le sostanze fisiche presenti nell'universo sono giunte all’esistenza dal nulla: in altre parole, furono create. Uno dei più importanti sostenitori del materialismo, il filosofo ateo Anthony Flew, ammette:

È noto che la confessione fa bene all’anima. Comincerò quindi confessando che l'ateo Stratone deve essere imbarazzato dal consenso contemporaneo intorno alla cosmologia (del Big Bang). Perché sembra che i cosmologi stiano fornendo una prova scientifica... che l'universo ha avuto un principio. 1

Il Big Bang dimostra anche che l'universo fu forgiato in ogni fase da una creazione controllata. Ciò è reso evidente dall'ordine seguito al Big- Bang, che era troppo perfetto per essersi formato in seguito a un'esplosione incontrollata. Il famoso fisico Paul Davies spiega questa situazione:

È difficile resistere all'impressione che la presente struttura dell'universo, all'apparenza così sensibile alle minime alterazioni numeriche, non sia stata piuttosto ponderata attentamente... L'apparentemente miracolosa coincidenza di valori numerici che la natura ha assegnato alle sue costanti fondamentali rimane la prova più stringente a conferma di un disegno cosmico. 2

La stessa realtà fa dire ad un professore di astronomia americano, George Greenstein:

Esaminando attentamente tutte le prove, si presenta con insistenza il pensiero che debba esservi coinvolta una qualche forza - o piuttosto Forza - soprannaturale. 3

Quindi l’ipotesi materialistica secondo cui la vita può essere spiegata solo in termini di interazioni di materia è anch’essa crollata di fronte alle scoperte della scienza. In particolare, l'origine delle informazioni genetiche che determinano tutti gli esseri viventi non può in alcun modo essere spiegata attraverso agenti puramente materiali. Uno dei principali sostenitori della teoria dell’evoluzione, George C. Williams, ammette questo fatto in un articolo scritto nel 1995:

I biologi evoluzionisti non sono riusciti a rendersi conto che lavorano con due ambiti più o meno incommensurabili: quello dell'informazione e quello della materia...il gene è un insieme di informazioni, non un oggetto... Questi descrittori poco capaci considerano la materia e l'informazione due domini distinti dell’esistenza, che devono essere discussi separatamente, nei relativi termini. 4

Questa situazione dimostra l’esistenza di una Saggezza sopra-materiale che fa sì che esistano le informazioni genetiche. È impossibile per la materia produrre informazioni all'interno di se stessa. L’exdirettore dell'Istituto Federale Tedesco di Fisica e Tecnologia di Braunschweig, il professor Werner Gitt, nota:

Tutte le esperienze indicano la necessità di un pensiero che eserciti liberamente volontà, conoscenza e creatività. Non esiste alcuna legge di natura, processo o sequenza di eventi noti che possa far sì che le informazioni si originino da sole nella materia. 5

Tutti questi fatti scientifici dimostrano che Dio, Che possiede un potere e una conoscenza eterni, crea l'universo e tutti gli esseri viventi. Per quanto riguarda il materialismo, Arthur Koestler, uno dei più celebri filosofi del secolo, ha detto: “Non può più pretendere di essere una filosofia scientifica”. 6

 

1- Henry Margenau, Roy A. Vargesse, Cosmos, Bios, Theos, La Salle IL: Open Court Publishing, 1992, p. 241
2 Paul Davies. God and the New Physics. New York: Simon & Schuster, 1983, p. 189
3 Hugh Ross. The Creator and the Cosmos. Colorado Springs, CO: Nav-Press, 1993, pp. 114-15
4 George C. Williams. The Third Culture: Beyond the Scientific Revolution, New York, Simon & Schuster, 1995, pp. 42-43
5 Werner Gitt. In the Beginning Was Information. CLV, Bielefeld, Germany, p. 107, 141
6 Arthur Koestler, Janus: A Summing Up, New York, Vintage Books, 1978, p. 250

 

NOTES

172 Richard Lewontin, "The Demon-Haunted World", The New York Review of Books, gennaio 9, 1997, p. 28.

173 Robert Shapiro, Origins: A Sceptics Guide to the Creation of Life on Earth, Summit Books, New York: 1986, p. 207.

174 Hoimar Von Dithfurt, Im Anfang War Der Wasserstoff, Vol 2, p. 64.

175 Ali Demirsoy, Kalıtım ve Evrim (”Eredità ed evoluzione”), Ankara: Meteksan Publishing Co., 1984, p. 61.

176 Ibid, p. 61.

177 Ibid, p. 94.

 

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