Nella definizione più ampia, un fossile è ciò che resta di un essere vivente vissuto molto tempo fa e conservatosi fino ai tempi presenti, preservato in condizioni naturali. I fossili che arrivano fino a noi sono parte di un organismo, o tracce lasciate quando l'essere vivente in questione era ancora vivo (queste ultime sono conosciute come impronte fossili). Si sono formati quando piante o animali morti si sono conservati prima del disfacimento completo, diventando alla fine parte della roccia sedimentaria della terra. Perché possa avvenire la fossilizzazione, l'animale o la pianta in questione deve essere sepolto in tempi molto rapidi - in genere ricoperto da uno strato di limo. In genere ciò è seguito da un processo chimico, durante il quale la conservazione è assicurata attraverso modificazioni minerali che avvengono nei tessuti originali.
Questa betulla fossile del Paleocene (da 65,5 a 55 milioni di anni fa), rinvenuta nel Montana, è tridimensionale. | UN FOSSILE DI RANA DI 50 MILIONI DI ANNI FA |
I fossili sono la prova più importante dei particolari della vita preistorica. Da varie regioni del mondo provengono centinaia di milioni di fossili, che ci offrono una finestra sulla storia e sulla struttura della vita sulla Terra. Milioni di fossili indicano che le specie sono apparse istantaneamente, già pienamente formate e con le proprie strutture complesse, e non hanno subito alcun cambiamento nei milioni di anni successivi. Ciò è una prova significativa che la vita venne posta in essere dal nulla - in altre parole fu creata. Non c'è un solo fossile che suggerisca che gli esseri viventi si siano formati gradualmente, in altre parole che si siano evoluti. Gli esemplari fossili che gli evoluzionisti ritengono "fossili intermedi" sono pochissimi, ed è stata scientificamente provata la loro infondatezza. Nello stesso tempo, si è scoperto che alcuni degli esemplari presentati come fossili intermedi erano dei falsi, con ciò dimostrando che i darwinisti sono alla disperazione, tanto da ricorrere alla frode.
Un granchio fossile vissuto tra 38 e 23 milioni di anni fa. |
Negli ultimi 150 anni o quasi, i fossili provenienti da scavi effettuati in tutto il mondo provano che i pesci sono sempre stati pesci, gli insetti sono sempre stati insetti, gli uccelli sono sempre stati uccelli e i rettili sono sempre stati rettili. Non c'è un solo fossile ad indicare una qualunque transizione tra le specie viventi - in altre parole da pesce ad anfibio o da rettile a uccello. In breve, i reperti fossili hanno definitivamente demolito la tesi di base della teoria dell'evoluzione, che le specie discendano l'una dall'altra subendo delle modifiche in lunghi periodi di tempo.
Oltre ad offrire informazioni riguardo alle forme di vita, i fossili ci offrono anche dati significativi riguardo alla storia del pianeta, come per esempio i movimenti delle placche continentali che hanno alterato la superficie della Terra e i tipi di cambiamenti climatici che hanno avuto luogo nelle ere passate.
Una stella di mare di età compresa tra 490 e 443 milioni di anni indica che le stelle di mare sono le stesse da centinaia di milioni di anni e non si sono evolute.(destra) |
I fossili hanno attratto l'interesse dei ricercatori fin dai tempi dell'antica Grecia, sebbene il loro studio come branca a sé della scienza sia cominciato soltanto alla metà del diciassettesimo secolo. Ciò avvenne in seguito all'opera del ricercatore Robert Hooke (autore di Micrografia, 1665 e Discorso sui terremoti, 1668) e Niels Steensen (meglio conosciuto come Nicola Stenone). Al tempo in cui Hooke e Stenone svolsero le loro ricerche, la maggior parte dei pensatori non credeva che i fossili fossero veramente i resti di esseri viventi, esistiti in tempi passati. Al centro del dibattito, se i fossili fossero da considerare reali resti di esseri viventi, stava la difficoltà di spiegare la distribuzione dei fossili, in termini di dati geologici. I fossili venivano frequentemente trovati in regioni montuose, sebbene a quel tempo fosse impossibile spiegare come un pesce, ad esempio, potesse essersi fossilizzato in uno strato di roccia così in alto sul livello del mare. Proprio come Leonardo da Vinci aveva già in precedenza suggerito, Stenone sostenne che il livello del mare dovesse essersi abbassato nel corso della storia. Hooke, d'altra parte, sosteneva che le montagne si erano formate come risultato di un riscaldamento interno alla Terra e dei terremoti delle placche oceaniche.
Nell’immagine c’è un trilobite che visse nel periodo Ordoviciano (tra 490 e 443 milioni di anni fa) e un gasteropodo del periodo Siluriano (da 443 a 417 milioni di anni fa). Da questi fossili possiamo arguire che le rocce in questione hanno un’età compresa tra 448 e 442 milioni di anni.
UNA FORMICA ALATA VISSUTA TRA 20 E 15 MILIONI DI ANNI FA. |
Fu in seguito alle spiegazioni di Hooke e Stenone, che spiegavano come i fossili fossero effettivamente i resti di esseri viventi un tempo vissuti, che la geologia si sviluppò durante il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, e la raccolta e la ricerca sistematica di fossili cominciarono a trasformarsi in una disciplina scientifica. I principi fissati da Stenone vennero seguiti nella classificazione e nell'interpretazione di fossili. Dal diciottesimo secolo in poi, lo sviluppo delle miniere e la crescente costruzione di ferrovie favorirono una maggiore e più dettagliata ricerca su ciò che si trova sotto la superficie terrestre.
La moderna geologia rivelò che la crosta terrestre consiste di enormi sezioni conosciute come "placche", che si sono spostate attraverso la superficie del globo, trasportando i continenti e formando gli oceani. Maggiori i movimenti delle placche, maggiori i cambiamenti nella geografia della Terra. Le catene montuose sono il risultato delle collisioni tra enormi placche. I cambiamenti e i sollevamenti nella geografia della Terra che ebbero luogo nel corso di lunghissimi periodi di tempo mostrano anche che gli strati che oggi formano regioni montuose una volta si trovavano sotto terra.
Non esiste alcuna forma di transizione I ritrovamenti fossili rivelano che gli esseri fantasiosi di queste immagini non sono mai esistiti. Gli esseri viventi comparvero all’improvviso con tutte le loro caratteristiche intatte e, per tutta la loro esistenza, queste specie non hanno subito alcun tipo di cambiamento. | I darwinisti affermano che, subendo piccoli cambiamenti, gli esseri viventi si evolvono da una specie all’altra nel corso di milioni di anni. Secondo questa affermazione, che è confutata dalla scoperte scientifiche, i pesci si trasformarono in anfibi e i rettili in uccelli. Questo cosiddetto processo di trasformazione, che si dice duri da milioni di anni, dovrebbe aver lasciato innumerevoli prove nei reperti fossili. In altre parole, durante le loro intense ricerche durate centinaia di anni, i ricercatori avrebbero dovuto trovare molti esseri viventi grotteschi, creature mezzo pesce mezza lucertola, mezzo ragno mezza mosca o mezza lucertola mezzo uccello. Nonostante quasi ogni strato della terra sia stato esplorato, però, non è stato trovato un singolo fossile che i darwinisti possano usare come prova della cosiddetta transizione. |
In tal modo, i fossili che si trovano negli strati di roccia si rivelarono uno dei mezzi principali per ottenere informazioni sui periodi differenti della storia terrestre. Le informazioni geologiche mostrarono che i resti degli esseri viventi conservati nei sedimenti dopo la morte - in altre parole i fossili - si erano sollevati negli strati di roccia formatisi in periodi di tempo enormemente lunghi. Alcune delle rocce in cui i fossili venivano trovati risalivano a centinaia di milioni di anni fa.
Un ricercatore di fossili che lavora nella formazione Ediacara in Australia. |
Durante questi studi si osservò che determinate specie fossili venivano trovate solo in determinati strati e in certi tipi di rocca. Si osservò che gli strati di roccia consecutivi contenevano i propri gruppi fossili, che potevano essere considerati quindi la particolare "firma" di quello strato. Questi "fossili-firma" potevano variare, secondo il tempo, il periodo e l'area. Ad esempio, due diverse condizioni ambientali e tipi di sedimenti – come un antico letto di lago e una barriera corallina - si possono incontrare nello stesso strato con fossili appartenenti alla stesso periodo geologico. In alternativa, si può trovare la stessa "firma" fossile in due diverse falde rocciose distanti molti chilometri l'una dall'altra. Attraverso le informazioni fornite da questi resti, gli scienziati hanno determinato la struttura cronologica geologica in uso ancora oggi.
Un‘immagine della terra presa da satellite. | I fossili usati per stabilire la data della formazione delle rocce sono chiamati fossili indice. La maggior parte di queste specie è scelta tra quelle che vissero solo in un particolare periodo, che si diffusero e che sono facilmente riconoscibili. |
Una vespa di 54 - 28 milioni di anni, pietrificata nell’ambra. |
Dopo la morte di un essere vivente, può originarsi un fossile grazie alla conservazione delle componenti dure del corpo che l’organismo lascia dietro di sé, per esempio le ossa, i denti, la conchiglia o gli artigli. In genere si pensa ai fossili come parti di una pianta o di un animale in forma pietrificata. Tuttavia, i fossili non si producono soltanto per mezzo della pietrificazione. Alcuni sono sopravvissuti fino ad oggi senza alcun danno o decadimento delle loro strutture, come ad esempio i mammut congelati nel ghiaccio o gli insetti e le piccole specie di rettili e di invertebrati conservati nell'ambra.
Quando muore un essere vivente, i tessuti morbidi dei muscoli e degli organi cominciano immediatamente a decomporsi sotto gli effetti dei batteri e delle condizioni ambientali (In casi rarissimi, come con il freddo sottozero o il calore secco dei deserti, la decomposizione non ha luogo). Le parti più resistenti dell'organismo, in genere le parti che contengono minerali come le ossa e i denti, possono conservarsi per periodi molto più lunghi, andando incontro a vari processi fisici e chimici. E questi processi permettono che avvenga la fossilizzazione. Tuttavia, la maggioranza di queste componenti che fossilizzano sono le ossa e i denti dei vertebrati, le conchiglie dei brachiopodi e dei molluschi, gli scheletri esterni di certi crostacei e trilobiti, le forme generali degli organismi corallini e delle spugne e le parti legnose delle piante. Anche le condizioni ambientali che circondano un organismo giocano un ruolo importante nella formazione dei fossili. Si può predire se la fossilizzazione avverrà oppure no sulla base dell'ambiente circostante un organismo. Per esempio, in termini di formazione di fossili, gli ambienti sott'acqua sono più vantaggiosi di quelli sulla terra asciutta.
Un chironomide di 20 – 15 milioni di anni conservato nell'ambra. |
Questa libellula intrappolata nel fango potrebbe un giorno diventare fossile e raggiungere le future generazioni come prova che l’evoluzione non è mai avvenuta. |
Il processo di fossilizzazione più comune e diffuso è conosciuto come permineralizzazione o mineralizzazione. Durante questo processo l'organismo viene rimpiazzato dai minerali contenuti nei liquidi del terreno in cui il corpo è immerso. Durante il processo di mineralizzazione, si susseguono questi stadi:
1) innanzitutto è essenziale che il corpo dell'organismo morto, quando finisce coperto da terreno, fango o sabbia, sia immediatamente protetto dal contatto con l'aria. Nei mesi successivi, sui resti sepolti si accumulano nuovi strati di sedimenti. Questi strati agiscono come uno scudo che diventa sempre più spesso, proteggendo in tal modo il corpo dell'animale dagli agenti esterni e dall'usura fisica. Si formano molti altri strati, ognuno sopra quello precedente; e in qualche centinaio di anni i resti dell'animale si trovano a giacere parecchi metri sotto la superficie della terra o del fondo del mare o del lago. Man mano che passa altro tempo, le strutture come le ossa, la conchiglia, le scaglie o la cartilagine degli animali lentamente iniziano a disfarsi chimicamente. L'acqua sotterranea comincia ad infiltrare queste strutture, e i minerali solubili contenuti in queste acque - minerali come calcite, pirite, silice e ferro, che sono più resistenti all'erosione e alla dissoluzione chimica - gradualmente sostituiscono gli elementi chimici nel tessuto. Così nel corso di milioni di anni, questi minerali costituiscono un'esatta copia in pietra sostituendo i tessuti del corpo dell'organismo. Infine, il fossile viene ad avere l'esatto aspetto e l'esatta forma esterna dell'organismo originale, anche se ora è diventato di pietra.
Durante la mineralizzazione si possono riscontrare situazioni diverse:
1. se lo scheletro è completamente riempito con soluzione liquida e la dissoluzione ha luogo in uno stadio posteriore, si fossilizza la struttura interna.
2. se lo scheletro è completamente sostituito da un minerale diverso da quello originale, emerge una copia completa della conchiglia.
3. se si forma una sagoma o calco dello scheletro, a causa della pressione, allora i resti della superficie esterna dello scheletro possono conservarsi.
1. Barriera corallina: gli animali marini calcarei che formano la barriera corallina. |
Questo pesce fossile, di 50 milioni di anni, è la dimostrazione che i pesci sono sempre rimasti pesci. |
Nelle piante fossili, d'altra parte, si verifica la carbonizzazione causata dai batteri. Durante il processo di carbonizzazione, l'ossigeno e l'azoto sono sostituiti dal carbonio e dall'idrogeno. La carbonizzazione ha luogo per mezzo della dissoluzione delle molecole dei tessuti da parte dei batteri, a seguito dei cambiamenti di pressione e temperatura o di vari processi chimici, causando così delle modifiche nella struttura della proteina della cellulosa, in modo tale che restino soltanto le fibre di carbonio. Scompaiono altri materiali organici come l’anidride carbonica, il metano, l’acido solforico e il vapore acqueo. Questo processo dà luogo ai giacimenti di carbone naturale che si sono formati dalle paludi esistenti durante il periodo Carbonifero, da 354 a 290 milioni di anni fa.
A volte, in condizioni eccezionali, anche organismi fragili possono fossilizzarsi. Nell’immagine una stella di mare del periodo Giurassico (da 206 a 144 milioni di anni fa). Non c’è differenza di sorta tra questo fossile e le stelle di mare dei giorni nostri. | |
La pelle e le scaglie di questo pesce del periodo Triassico (da 250 a 203 milioni di anni fa) si sono fossilizzate con tutti i dettagli intatti. Questo esemplare rivela che i pesci avevano la stessa struttura delle scaglie 250 milioni di anni fa. |
I fossili a volte si formano quando gli organismi sono sommersi da acqua ricca di calcio e vengono ricoperti da minerali come il travertino. L'organismo, durante il decadimento, lascia tracce di sé nello strato minerale.
LA PIÙ GRANDE BARRIERA SPUGNOSA DELLA TERRA
Questa barriera spugnosa di 145 milioni di anni fa è una traccia lasciata dal fondo dell’oceano di Tethys. Le spugne dei nostri giorni non differiscono in nulla da quelle che costituiscono la barriera. Queste spugne mostrano chiaramente di non aver subito alcuna evoluzione.
La fossilizzazione completa delle parti molli di un essere vivente, e tra queste la pelliccia, le penne o la pelle, si è riscontrata soltanto raramente. Alcuni resti di certe forme di vita dai tessuti molli del periodo Precambriano (risalenti a 4,6 miliardi-543 milioni di anni fa) si sono conservati molto bene. Ci sono anche resti dei tessuti molli che consentono di esaminare delle strutture risalenti al periodo Cambriano (543-490 milioni di anni fa), oltre ai resti di esseri viventi e dei loro tessuti duri fino al giorno d'oggi. I resti fossili di pelliccia e pelo animali conservati nell'ambra, e i resti fossili risalenti a 150 milioni di anni fa, sono altri esempi che consentono una investigazione dettagliata. Anche i mammut imprigionati nel permafrost siberiano o gli insetti e i rettili intrappolati nell'ambra delle foreste baltiche si sono fossilizzati insieme alle proprie parti molli.
I fossili possono variare considerevolmente in termini di grandezza, secondo il tipo di organismo preservato. Si hanno fossili molto diversi, dai microrganismi fossilizzati ai fossili giganti, agli animali che vivevano insieme in gruppi o branchi, in una struttura sociale. Uno degli esemplari più straordinari di tali fossili giganti è la scogliera di spugne in Italia. Simile ad una gigantesca collina, questa scogliera è composta di spugne calcaree risalenti a 145 milioni di anni fa, sviluppatesi sul fondo dell'antico Mare di Tetide, in seguito innalzatesi come risultato del movimento delle placche tettoniche. Essa contiene esemplari delle forme di vita che vivevano nelle scogliere di spugna durante il periodo Triassico. Lo scisto di Burgess in Canada e il Chengjiang in Cina sono tra gli strati fossili più grandi, che contengono migliaia di fossili del periodo Cambriano. Gli strati di ambra nella Repubblica Dominicana e lungo le coste occidentali del Mar Baltico sono gli altri depositi più importanti di insetti fossili. Gli strati fossili del Green River nello stato USA del Wyoming, i letti fossili del Fiume Bianco nell'America centrale, gli strati di Eichstatt in Germania e gli strati fossili di Hajoula in Libano sono altri esempi che possono essere citati.
Proprio come le specie viventi, anche i fossili vengono classificati in sezioni cui ci si riferisce come "regni". Nel diciannovesimo secolo, i fossili vennero raggruppati insieme in due categorie fondamentali: piante o animali. La ricerca e le scoperte successive resero necessario definire altri gruppi fondamentali di fossili, comprendenti le forme di vita come i funghi e i batteri. Secondo la classificazione dei fossili sviluppata nel 1963, i fossili cominciarono ad essere studiati nella forma di cinque regni diversi:
1. Animalia - fossili del regno animale, tra i quali gli esemplari più antichi conosciuti risalgono a 600 milioni di anni fa.
2. Plantae - fossili del regno vegetale, tra i quali gli esemplari più antichi conosciuti risalgono a 500 milioni di anni fa.
3 - Monera - fossili di batteri senza nucleo, tra i quali gli esemplari più antichi conosciuti risalgono a 3.9 miliardi di anni fa.
4 - Protoctista - fossili degli organismi unicellulari. Gli esemplari più antichi conosciuti risalgono a 1,7 miliardi di anni fa.
5 - Fungi - fossili di organismi pluricellulari, tra i quali gli esemplari più antichi conosciuti risalgono a 550 milioni di anni fa.
Le prime informazioni di base riguardanti la crosta della Terra cominciarono ad essere acquisite alla fine del diciottesimo secolo e all'inizio del diciannovesimo, in occasione della costruzione di ferrovie e gallerie. William Smith, un costruttore inglese di gallerie, vide che lungo le coste del Mar del Nord c'erano delle rocce simili a quelle portate alla luce durante lavori di costruzione nel Somerset, che risalivano al periodo Giurassico (da 206 a 144 milioni di anni fa). Con gli esemplari di rocce e fossili raccolti da un estremo all'altro del paese, Smith produsse la prima mappa geologica di superficie dell'Inghilterra. Inoltre, basandosi sugli esemplari di roccia in suo possesso, disegnò anche delle carte geologiche sotterranee di alcune regioni, che dettero un enorme contributo all'avanzamento della geologia moderna e alla determinazione della cronologia geologica della Terra. Grazie alle informazioni contenute nelle sue carte, fu possibile conoscere la natura e i contenuti (giacimenti di ferro, carbone, eccetera) degli strati immediatamente sottostanti alla superficie, anche se le rocce erano coperte di vegetazione.
Le prime mappe disegnate da William Smith, il fondatore della geologia inglese, hanno dato un grande contributo allo sviluppo della geologia moderna. |
I fossili giocavano un ruolo vitale nell'acquisizione di tutte le informazioni. La cronologia geologica dal periodo Precambriano al Quaternario fu tracciata usando i dati indicati dagli strati fossili, e questo è ancora l’uso al giorno d'oggi. Grazie alle indagini sulle strutture rocciose, furono identificati gli stadi attraversati dalla Terra in periodi diversi, e i fossili nelle rocce fornirono informazioni sugli organismi esistiti durante i diversi periodi. Combinando queste due, si otteneva una cronologia, secondo la quale la storia della Terra è divisa in due Eoni, a loro volta divisi in ere, a loro volta suddivise in periodi.
Per rendere la storia naturale più comprensibile, geologi e paleontologi hanno diviso la storia della Terra in ere geologiche. Nello stabilire questi periodi, la formazione delle rocce, la loro età e i fossili che contengono svolgono un ruolo importante. |
1. Il Tempo Precambriano (da 4,6 miliardi a 543 milioni di anni fa)
Il Precambriano è considerato la fase più antica e anche più lunga nella storia della Terra ed è suddiviso in varie eoni ed ere. Il periodo tra 4,6 e 3,8 miliardi di anni fa viene chiamato l'Eone Adeano. In questo periodo, la crosta della Terra si stava ancora formando. L'Eone Archeano fu tra i 3,8 e i 2,5 miliardi di anni fa, seguita dall’Eone Proterozoico, tra 2,5 miliardi e 543 milioni di anni fa. Nei reperti fossili, ci sono varie tracce di organismi uni e pluricellulari provenienti da questi periodi.
2. L'Eone Fanerozoico(da 543 milioni di anni fa ad oggi)
Fanerozoico significa "vita visibile o conosciuta". L'Eone Fanerozoico viene suddiviso in tre diverse ere: il Paleozoico, il Mesozoico e il Cenozoico.
Questa era, durata circa 300 milioni di anni, è la prima e più lunga parte dell'Eone fanerozoico. Durante tutta la durata del Paleozoico, il clima fu generalmente umido e temperato, sebbene di tanto in tanto si verificassero delle ere glaciali.
Rocce del periodo Precambriano in Groenlandia (da 4,6 miliardi a 543 milioni di anni fa). Le colline di Ediacara in Australia contengono rocce dell’era Precambriana. I fossili di medusa dell’immagine, di 570 – 543 milioni di anni, sono stati trovati anch’essi a Ediacara. Questi reperti fossili, che risalgono a centinaia di milioni di anni fa, negano il "processo evolutivo". Secondo le non scientifiche affermazioni degli evoluzionisti: |
L'Era Paleozoica viene suddivisa in sei diversi periodi, il Cambriano, l'Ordoviciano, il Siluriano, il Devoniano, il Carbonifero e il Permiano.
Immagine di creature del periodo Cambriano. |
Questo periodo è l'era geologica in cui compaiono all'improvviso tutti i gruppi viventi fondamentali (o phyla) viventi ancora oggi, nonché altri che oggi sono estinti. (Un phylum è la categoria più ampia dopo il regno nella classificazione degli esseri viventi. I phyla sono determinati sulla base del numero e della varietà degli organi dei tessuti degli esseri viventi, sulla loro simmetria corporea ed organizzazione interna. Il numero di phyla odierni si è ridotto a 35, ma erano circa 50 quelli che esistevano durante il periodo Cambriano).
L'emergere delle specie fu così improvviso e così vasto che gli scienziati gli dettero il nome di "esplosione cambriana". Il paleontologo evoluzionista Stephen Jay Gould ha descritto il fenomeno come "l'evento più notevole e sconcertante nella storia della vita", mentre lo zoologo evoluzionista Thomas S. Ray scrive che l'origine della vita pluricellulare è un evento di significato comparabile all'origine della vita stessa.
Se si considerano le informazioni sull'esplosione cambriana che vengono offerte dalla scienza della paleontologia, esse chiaramente confermano la creazione divina e falsificano la teoria dell'evoluzione. L'era Precambriana, prima della Cambriana, era popolata principalmente da organismi unicellulari, con poche forme di vita pluricellulare dalle poche caratteristiche specifiche e mancanti di strutture complesse, come occhi e zampe. Quindi, non c'è prova che sostenga quell‘immaginaria transizione evolutiva alle forme di vita cambriane, e non c'è un solo fossile che si possa dire rappresenti il loro supposto precursore. In questo ambiente arido, abitato da organismi unicellulari, si produsse all'improvviso una straordinaria varietà di vita dalle caratteristiche estremamente complesse. Inoltre, con quest'esplosione, emersero delle forme di vita separate le une dalle altre, con caratteristiche strutturali molto diverse. I fossili rivelano divari molto profondi in termini di relazioni e di complessità tra gli organismi viventi nel Precambriano e quelli nel Cambriano. Così straordinari sono questi divari che gli evoluzionisti, che devono essere in grado di provare la continuità tra i gruppi viventi, si sono trovati nell'impossibilità di definire qualunque relazione di affinità tra questi phyla, perfino ad un livello puramente teorico.
Il periodo Cambriano mostra che, proprio all'inizio, emersero all'improvviso forme di vita molto diverse tra di loro, con strutture estremamente complesse - in effetti questo è esattamente ciò che viene insegnato con la creazione. L'origine delle strutture perfette possedute dagli esseri viventi è la creazione di Dio. Nei reperti fossili, queste strutture perfette appaiono nella loro forma ineccepibile senza mostrare alcuno stadio carente, incompleto o non ancora funzionante, del tipo che propugna la teoria dell'evoluzione basata sul caso.
Immagine di creature del periodo Ordoviciano. |
In questo periodo viveva un gran numero di invertebrati marini. I reperti fossili hanno rivelato una grande ricchezza di famiglie di creature marine durante il periodo Ordoviciano. Esistono anche fossili di piante terrestri che risalgono allo stesso periodo. Durante l’Ordoviciano, i cambiamenti climatici globali provocati dalle ere glaciali risultarono nell'estinzione di numerose specie. A questo stato di cose ci si riferisce come alle "estinzioni ordoviciane".
Alcune forme di vita esistenti durante il periodo Ordoviciano ci sono ancora oggi. Una è il limulo. Un limulo fossilizzato vecchio 450 milioni di anni mostra che quasi mezzo miliardo di anni fa queste creature avevano esattamente le stesse caratteristiche e lo stesso equipaggiamento complesso. Anche il più antico e meglio fossilizzato ragno d'acqua conosciuto appartiene al periodo Ordoviciano (425 milioni di anni fa) ed è un'altra importante prova che gli esseri viventi sono rimasti immutati per lunghe ere. In un periodo in cui - secondo lo scenario darwinista - gli esseri viventi dovrebbero aver subito l'evoluzione, questi resti rivelano che l'evoluzione non ebbe mai luogo in alcuna maniera.
Queste rocce della Terranova mostrano il passaggio dal periodo Cambriano a quello Ordoviciano. Un limulo fossile di 450 milioni di anni fa, non diverso da quelli di oggi. |
Quando le temperature risalirono, i ghiacciai si sciolsero e sommersero alcuni continenti. Ci sono molti fossili di piante terrestri che risalgono a questo periodo, come pure echinodermi fossilizzati come il giglio d'acqua, artropodi come gli scorpioni di mare e varie specie di pesci senza mandibola e pesci loricati, come pure numerose specie di ragno.
A questo periodo risalgono innumerevoli pesci fossili. Durante il Devoniano si verificò una sorta di sparizione di massa e alcune specie si estinsero. Questa sparizione di massa riguardò le barriere coralline: gli stromatoporoidi (un tipo di corallo che forma le scogliere) scomparvero completamente.
Non c'è alcuna differenza tra le migliaia di fossili di pesci vissuti durante il periodo Devoniano e molte specie di pesci esistenti oggi. Ancora una volta, questa è una prova importante che gli esseri viventi non hanno subito cambiamenti nel corso di milioni di anni, e che è fuori discussione una loro graduale evoluzione.
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Conosciuto anche come Età del Carbone, questo periodo è suddiviso in due diverse epoche, il Carbonifero Inferiore o Mississipiano e il Carbonifero Superiore o Pennsylvaniano. Il sollevamento e lo sprofondamento delle terre, come conseguenza delle collisioni tra i continenti, e il sollevamento e lo sprofondamento dei livelli del mare collegati alle calotte polari furono gli eventi significativi che modellarono il mondo durante questo periodo. Molti fossili di forme di vita marine e terrestri risalgono al periodo Carbonifero. Il celacanto, che per molti anni i darwinisti hanno raffigurato come una supposta forma intermedia, è vivente ancor oggi, il che prova la falsità di questa affermazione. Esso non ha subito alcun cambiamento nel corso di milioni di anni e non ha mai avuto una "evoluzione". Contrariamente a quanto affermato dai darwinisti, che il celacanto fosse "l'anello mancante" che rafforzava l'evoluzionismo, esso non è altro che un "fossile vivente" che sconfessa totalmente l'evoluzione. Il celacanto è stato argomento di innumerevoli forme di speculazioni degli evoluzionisti, ma la sua comparsa come fossile vivente pone gli evoluzionisti di fronte ad un dilemma importante.
Un celacanto dei nostri giorni, Un celacanto fossile di 410 milioni di anni fa |
Un fossile di ragno di 355 – 295 milioni di anni fa |
Alla fine del periodo Permiano ebbe luogo un'altra estinzione di massa, che rappresentò la fine dell'Era Paleozoica. I reperti fossili mostrano che durante questa grande sparizione, si estinse il 90-95% delle specie viventi. Tuttavia alcune forme di vita permiane sono sopravvissute fino ad oggi. Gli esemplari fossili permiani, come quelli delle libellule e dei ragni, provano che l'evoluzione non ha mai avuto luogo nel passato.
L'Era Mesozoica cominciò con il periodo Triassico. Un gran numero di fossili del Triassico in tutto il mondo mostrano un'ampia varietà di forme di vita sia marine che terrestri. Come in tutti gli altri periodi, non esiste un solo fossile intermedio del tipo che gli evoluzionisti sperano di trovare.
L'Era Mesozoica inizia con il periodo Triassico. Un gran numero di fossili del Triassico provenienti da tutto il mondo mostra una grande varietà di forme di vita, sia marina che terrestre. Come nel caso di tutti gli altri periodi, non compare nemmeno uno dei fossili intermedi tanto agognati dagli evoluzionisti.
La foresta pietrificata dell’Arizona – di tronchi fossilizzati, opalizzati – è una delle strutture vegetali più famose del periodo Triassico. Questa foresta, che consiste di alberi noti oggi come araucaria cilena, è la dimostrazione che le piante non si sono evolute. Questi alberi, che vivevano da 248 a 206 di anni fa, non sono diversi da quelli che vivono oggi. |
Questa parte del Mesozoico vide grandi quantità e varietà di dinosauri. Alla fine del Giurassico, si estinsero alcune specie di ammoniti, spugne marine, ostriche e vongole.
Ma molte forme di vita sono sopravvissute immodificate dal Giurassico - in altre parole, senza subire alcuna forma di evoluzione. Tra i reperti fossili pullulano gli esempi di queste creature. Uno dei primi coccodrilli fossili conosciuti, per esempio, è vecchio di circa 200 milioni di anni. Ci sono anche esempi di lucertole Tuatara fossilizzate che hanno più di 200 milioni di anni. Molti gamberi fossili che risalgono al Giurassico possiedono tutti esattamente gli stessi sistemi perfetti e stesse strutture complesse di oggi.
Una lucertola tuatara di 200 milioni di anni fa e una lucertola uguale che vive oggi. Una libellula fossile di 150 milioni di anni fa. È uguale alle libellule dei nostri giorni. |
Un fossile di gambero di 206 – 144 milioni di anni fa. Non è diverso dai gamberi che vivono oggi. |
Un pesce di età compresa tra 146 e 65 milioni di anni e un pipistrello fossile scoperto in Francia. |
Questo stadio finale del Mesozoico è conosciuto come l'età in cui si estinsero i dinosauri, nello stesso fu per un gran numero di specie di rettili e piante terrestri.
D'altra parte, una gran quantità di specie di animali acquatici come la stella di mare, i granchi, alcune specie di pesci, gli scorpioni d'acqua, i ragni, le libellule, le tartarughe e i coccodrilli e varie specie di piante riuscirono a sopravvivere fino al giorno d'oggi. Gli esemplari fossili come la stella di mare di 135 milioni di anni fa, un limulo di 140 milioni di anni fa e una foglia dell'albero del ginkgo di 125 milioni di anni fa, sono solo alcune delle prove di tutto ciò. Nonostante siano passati milioni di anni, queste forme di vita possiedono ancora gli stessi sistemi complessi, che invalidano totalmente le affermazioni dei darwinisti riguardo alla storia naturale.
L'Era Cenozoica, in cui noi viviamo tuttora, cominciò alla fine del periodo Cretaceo. Fino a tempi recenti, i geologi e i paleontologi dividevano il Cenozoico in due periodi di lunghezza diversa: il Terziario e il Quaternario. Il Terziario comprendeva un periodo da 65 milioni fino a 1,8 milioni di anni fa, e il Quaternario comprendeva gli ultimi 1,8 milioni di anni. Tuttavia, di recente, l'Era Cenozoica è stata divisa in tre diversi periodi. In base a questo nuovo sistema, i tre componenti sono il Paleogene, il Neogene e il Quaternario.
Questo fossile di coccodrillo di 54 – 37 milioni di anni fa fu ritrovato in Germania. |
Tra i reperti fossili dell'Era Cenozoica c'è un gran numero di esemplari che, proprio come per le altre ere, mostrano che la teoria dell'evoluzione - che sostiene che gli esseri viventi discendono per caso da un antenato comune - non è vera.
Una caratteristica che distingue i reperti fossili ottenuti da tutti questi periodi geologici è che le specie in questione non hanno mai subito alcun cambiamento. Per metterla in altro modo, ogni volta che una specie compare come reperto fossile, conserva la sua stessa struttura per decine di milioni di anni, finché si estingue oppure sopravvive fino ad oggi - di nuovo, senza subire alcun cambiamento. Questa è la chiara prova che gli esseri viventi non hanno mai subito evoluzione.
La storia fossile delle specie falsifica definitivamente e chiaramente la teoria dell'evoluzione. È Dio Onnipotente, con il Suo sublime potere e la Sua infinita conoscenza, Che crea dal nulla specie viventi completamente diverse e rende il mondo adatto alla vita.
Le rocce più antiche del mondo sono in Groenlandia, con un’età compresa tra 3,9 e 3,8 miliardi di anni. |
I fossili sono distribuiti ampiamente quasi dappertutto sulla Terra. In alcuni tipi di roccia non si trovano quasi fossili, ma in altri se ne trovano grandi quantità. I geologi hanno diviso i tipi di roccia in tre gruppi principali:
1. Ignee
2. Sedimentarie
3. Metamorfiche
La categoria ignea comprende le rocce di granito o di basalto formatesi dal raffreddamento del magma presente nelle profondità della Terra, o altrimenti eruttate dai vulcani in forma di lava liquefatta. Le rocce sedimentarie si formano quando la terra, il limo, il fango, e altre particelle o sostanze contenute nell'acqua vengono depositate l’una sull'altra. Le rocce metamorfiche sono rocce ignee o sedimentarie che hanno subito cambiamenti strutturali a causa di alte temperature e pressioni nel profondo della Terra.
I fossili si trovano raramente nelle falde ignee. I pochi esemplari scoperti sono i fossili prodottisi quando una pianta o un animale restano intrappolati all'interno della lava liquefatta. Pochissimi fossili possono sopravvivere alle alte temperature e alle pressioni che trasformano gli strati sedimentari in roccia metamorfica. Quasi tutti i fossili si trovano nelle falde o nei depositi sedimentari.
Quasi tutte le rocce sedimentarie sono formate da sostanze trasportate dal vento dall'acqua oppure dall'erosione di altre rocce. Alcune forme, come il carbone, sono fatte di residui di piante o animali. Il nome dato alla roccia sedimentaria formata da minuscole particelle o granelli è clastica. L'arenaria e lo scisto sono esempi di tali rocce. Se c'è stata la dissoluzione della sostanza trasportata, allora, a causa della solubilità chimica o della vaporizzazione, si formano degli strati sedimentari "organici". Esempi di tali rocce sono la roccia calcarea e la dolomite. In generale, le falde di roccia sedimentaria sono una mescolanza di falde clastiche e organiche.
I fossili in genere si trovano nelle argilliti, negli scisti, nell'arenaria e nella roccia calcarea formate da carbonato di calcio.
Gli strumenti usati per raccogliere i fossili sono semplici come quelli usati dai geologi: martelli, picconi, vari attrezzi taglienti, bussole, spazzole e crivelli.
A volte i fossili compaiono sulla superficie quando gli strati di roccia morbida attorno ad essi si erodono. In tali casi è sufficiente pulire il fossile con una spazzola. Tuttavia, la raccolta dei fossili in genere non è così semplice. Le rocce in cui essi sono nascosti molto spesso sono durissime, e possono essere necessarie delle ore per estrarre un fossile dalla sua matrice rocciosa. Innanzitutto, è importante determinare in quale punto si deve rompere la roccia. Le linee di frattura vengono identificate alla luce dello strato roccioso stesso. Ogni tipo di roccia viene rotto in modo diverso. Gli scisti, per esempio, hanno degli strati attraverso i quali si possono determinare le linee di frattura. Il gesso, invece, non ha questi strati. Allo stesso tempo è molto importante fare attenzione a indicazioni come i cambiamenti di colore o le differenze strutturali, se non si vuole danneggiare il fossile all'interno.
Dopo che il fossile è stato estratto dalla roccia, lo si sottopone a vari diversi processi. Esso deve essere protetto e rinforzato mentre viene trasportato nel laboratorio dove sarà esaminato. Uno dei metodi impiegati è quello di stabilizzare il fossile con degli adesivi chimici. Per i fossili molto grandi vengono usate delle gettate di gesso. Quelle parti del fossile che saranno a rischio durante il trasporto vengono avvolte in giornali bagnati e quindi immerse nel gesso.
La raccolta di rocce sedimentarie e l’attenta apertura di quelle che si prevede contengano fossili è una fase importante della raccolta di fossili. |
Il fossile deve quindi essere pulito perché diventino visibili tutti i suoi particolari. Se il fossile è più duro della roccia che lo circonda, allora il processo di pulitura è notevolmente più semplice. Invece, se il fossile ha una struttura più morbida, allora bisogna usare delle sostanze chimiche. Uno dei metodi più comunemente usati è quello di eliminare la matrice con l'acido. Questo consente di far emergere tutti i dettagli del fossile. In alcune situazioni - in particolare quando il fossile è molto delicato ed ha la stessa struttura della roccia che lo circonda - vengono usati degli apparecchi a raggi X e tecniche di scanning al computer, per determinare la struttura del fossile prima di estrarlo dal suo sito.
PULIZIA DEI FOSSILI CON ACIDO |
Charles Darwin |
I fossili riportati alla luce oggi hanno due importantissime caratteristiche, ambedue in conflitto con le affermazioni della teoria dell'evoluzione:
1. Staticità: le specie non mostrano alcun cambiamento durante tutto il corso della loro esistenza sulla Terra. Qualunque struttura mostrino quando appaiono per la prima volta nei reperti fossili, hanno la stessa struttura quando alla fine scompaiono. Il cambiamento morfologico è in genere minimo e non ha una direzione specifica.
2. Comparsa improvvisa: nessuna specie emerge gradualmente o per mezzo di differenziazione dai suoi supposti precursori; compare all'improvviso e "completamente formata".
Il significato di questi due punti è che gli esseri viventi sono stati creati, e non hanno attraversato alcun processo di evoluzione o stadi intermedi. Non hanno acquisito le caratteristiche che possiedono in modo successivo, ma le hanno fin dal momento della loro creazione.
Darwin stesso sapeva che i reperti fossili invalidano la sua teoria dell'evoluzione, ma i darwinisti sono stati sempre riluttanti ad ammetterlo. Nel capitolo intitolato "La difficoltà della teoria" nel suo libro L'origine delle specie, Darwin ammetteva che i reperti fossili non potevano essere spiegati in termini di teoria dell'evoluzione:
“Perché, se le specie sono discese da altre specie attraverso gradazioni di una finezza impercettibili, non vediamo dappertutto innumerevoli forme transitorie? Perché non c'è confusione in tutta la natura, invece delle specie ben definite così come le vediamo? ... Ma, poiché secondo questa teoria devono essere esistite innumerevoli forme transitorie, perché non ne troviamo innumerevoli nella crosta della terra? ... Perché allora ogni formazione geologica e ogni strato non sono pieni di tali collegamenti intermedi? La geologia di certo non rivela alcuna catena organica così finemente graduata; è questa, forse l'obiezione più ovvia e seria che può essere proposta contro la mia teoria.” (Charles Darwin, L'origine delle specie, Oxford University Press, New York, 1998, pp. 140, 141, 227)
Nell’immagine, il più antico esemplare fossile conosciuto di serpente, che appartiene al periodo Giurassico (da 206 a 144 milioni di anni fa). I primi esemplari della classe di esseri viventi cui appartiene questa specie esistevano sin dal periodo Cambriano (da 543 a 490 milioni di anni fa). I serpenti sono rimasti gli stessi da centinaia di milioni di anni, rivelando la non validità dell’evoluzione. |
L'argomento che Darwin propose quando si trovò di fronte alla mancanza di forme fossili intermedie - nel senso che "non ci sono ora forme intermedie, ma potrebbero essere trovate in ricerche successive" - oggi non ha più alcun valore. Al giorno d'oggi i dati dimostrano che i reperti fossili sono straordinariamente ricchi. Sulla base di centinaia di milioni di esemplari fossili provenienti da diverse regioni del mondo, sono state descritte circa 250.000 diverse specie - molte delle quali hanno una straordinaria rassomiglianza con il miliardo e mezzo di specie viventi oggi. Data l'assenza di qualunque forma intermedia nonostante i reperti fossili siano tanto copiosi, è impossibile che alcuna forma intermedia possa emergere da nuovi scavi.
Tutte le creature viventi dei reperti fossili appaiono intatte e nella loro forma perfetta. Per esempio, prima di coccodrilli e scoiattoli, non esiste alcun fossile appartenente a qualche strana creatura che somigli in parte ad un coccodrillo e in altre parti a uno scoiattolo o ad altre creature viventi. Gli scoiattoli sono sempre rimasti scoiattoli e i coccodrilli sempre coccodrilli. Tutti questi fatti rivelano che le affermazioni della teoria dell’evoluzione secondo cui “gli esseri viventi si sono gradualmente evoluti nel corso di milioni di anni” è semplicemente un prodotto dell’immaginazione. |
I reperti fossili non forniscono un solo esempio di "forma intermedia" che gli evoluzionisti possano usare come prova, ma offrono milioni di esemplari che dimostrano la falsità dell'evoluzione. I più importanti di questi sono i "fossili viventi", quelli di cui ci sono ancor oggi esemplari viventi. Si può vedere dai reperti fossili che essi sono vissuti in diversi periodi geologici, e sono la prova della creazione, poiché non esiste alcuna differenza tra gli esseri viventi di migliaia di milioni di anni fa e gli esemplari d'oggi. I darwinisti sono senza speranza rispetto a questa situazione.
Ci sono molte specie di piante la cui struttura è invariata dal periodo Triassico (da 248 a 206 milioni di anni fa). Una di queste è il ginkgo. Il fossile dell’immagine è del periodo Giurassico (da 206 a 144 milioni di anni fa). |
L'evoluzionista Niles Eldredge ammette che essi non hanno alcuna spiegazione da offrire sull'argomento dei fossili viventi, che rappresenta solo uno degli innumerevoli segreti che l'evoluzione non è in grado di spiegare:
“... sembra che non ci sia stato quasi alcun cambiamento in alcuna parte che possiamo confrontare tra gli organismi vivente e i suoi progenitori fossilizzati del passato geologico remoto. I fossili viventi raffigurano ad un livello estremo il tema della stabilità evolutiva... Non abbiamo ancora completamente risolto il rompicapo dei fossili viventi.” (http://www. nwcreation.net/fossilsliving.html)
Il "segreto" che Niles Eldredge tenta di svelare è in effetti un fatto perfettamente chiaro. I fossili viventi provano che le specie non hanno alcuna evoluzione, ma sono state create. Tuttavia, i darwinisti cercano di ignorare questo fatto per motivi ideologici e continuano a mantenere vivi i dogmi di 150 anni fa.
Ma i fatti ora possono essere determinati molto più chiaramente rispetto al tempo di Darwin. Aumenta il numero di persone che comprende e sceglie di seguire i fatti, mentre coloro che credono nelle favole e non pongono questioni sono in numero sempre calante. Non è più possibile nascondere o tenere lontani i fatti, come succedeva al tempo di Darwin. La genetica, la microbiologia, la paleontologia, la geologia e tutte le altre branche delle scienze rivelano costantemente una verità che Darwin e i sostenitori del darwinismo non hanno mai accettato e forse non si aspettavano: il fatto della creazione.
Le affermazioni irrazionali e non scientifiche che fanno i darwinisti, le frodi che essi perpetrano per ingannare il pubblico e la propaganda che impiegano per depistare le persone sono segno soltanto della loro disperazione. Le generazioni successive si meraviglieranno di come la gente abbia potuto una volta credere nel mito darwinista. Perché tutte le scoperte scientifiche mostrano l'evidente fatto che l'evoluzione non è mai avvenuta, e che è stato Dio a creare l'universo e tutti gli esseri viventi.
[Dio è ] il Signore dei cieli, della terra e di quel che vi è frammezzo. Se solo ne foste convinti! Non c'è dio all'infuori di Lui, Colui che dà la vita e dà la morte, il vostro Signore e il Signore dei vostri più lontani antenati. Ma quella gente invece dubita e scherza! (Corano XLIV, 7-9)
Fra i Suoi segni vi è la creazione dei cieli e della terra e degli esseri viventi che vi ha sparso. Egli è in grado di riunire tutti quando Lo vorrà. (Corano XLII, 29)