La migrazione degli uccelli
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La migrazione degli uccelli

1949

Nel Corano Allah ci esorta a prestare attenzione agli uccelli, nel Suo versetto “Non hanno visto, sopra di loro, gli uccelli spiegare e ripiegare le ali?  Non li sostiene altri che il Compassionevole.  Egli vede tutte le cose.” (Surat al-Mulk: 19)  In questa parte del libro esamineremo in particolare gli uccelli migratori; descriveremo quali perfetti equilibri stabiliscono viaggiando nei cieli, ed i sistemi di cui i loro corpi sono dotati, e ci concentreremo sulla meraviglia che compie Allah nel sostenerli “in cielo”. 

Come fanno gli uccelli a capire quale è il  momento giusto per migrare? 

Il perché ed il come gli uccelli hanno cominciato a migrare, e che cosa gli fa prendere “la decisione di migrare”, sono da molto tempo argomenti che suscitano grande interesse.  Alcuni scienziati sono propensi a credere che si tratti di un qualcosa che ha a che fare con il cambio delle stagioni, mentre altri pensano che la causa sia la ricerca del cibo.  Quello che merita considerazione, comunque, è il come fanno questi animali ad intraprendere dei lunghissimi voli, senza aver alcuna protezione, attrezzatura tecnica o sicurezza, ma solo i loro corpi.  La migrazione richiede abilità speciali, come il senso dell’orientamento, la conservazione del cibo necessario durante il volo, e la capacità di rimanere in volo per lunghi periodi.  È impossibile, che un animale che non possegga queste caratteristiche, si trasformi in un animale migratore. 

In uno degli esperimenti fatti per approfondire questo argomento, degli usignoli da giardino furono sottoposti a delle prove condotte in un laboratorio in cui era possibile variare sia la temperatura che l’illuminazione.  All’interno del laboratorio furono create delle condizioni atmosferiche diverse da quelle esterne.  Per esempio, se fuori era inverno, all’interno veniva creato un clima primaverile, il che induceva gli uccelli ad approntare i loro corpi in conformità, accumulando grasso destinato a servire come fonte di energia, proprio come erano soliti fare quando si avvicinava il momento di migrare.  Ma sebbene gli uccelli si organizzassero secondo la stagione creata artificialmente, e si preparassero come se fossero pronti per migrare, non iniziavano però la migrazione fino a che non era venuto il momento giusto.  Si regolavano osservando la stagione all’esterno.  E questa era la prova che gli uccelli non prendono la decisione di migrare a secondo delle condizioni stagionali. 

Ma allora come fanno a sapere quando è il momento giusto per migrare?  Gli scienziati non hanno ancora trovato una risposta a questa domanda.  Pensano che questi esseri viventi abbiano degli “orologi interni” che li aiutano a riconoscere lo scorrere del tempo anche in un ambiente chiuso, ed a capire le differenze dei cambiamenti stagionali.  Ma la risposta che “gli uccelli hanno degli orologi interni a mezzo dei quali capiscono quando è il momento giusto per migrare” non è una risposta scientifica.  Di quale genere di orologio si tratta, con quale organo del corpo funziona, e come ha avuto origine?  Che succederebbe se questo orologio si guastasse o cominciasse a ritardare? 

Se si considera che lo stesso sistema non funziona solo per un singolo tipo di uccelli migratori, ma per tutti gli animali migratori, allora si deve dare più importanza a queste domande. 

Come ben si sa, gli uccelli migratori non iniziano la loro migrazione sempre dallo stesso posto, dato che nessuno di loro vi si trova quando arriva il momento per migrare.  Gran parte delle specie migratorie si riuniscono dapprima in una località particolare, per poi migrare tutte insieme.  Come si accordano su tale scelta del tempo?  Come è che questi “orologi interni”, di cui presumibilmente sono dotati, siano così affiatati?  È mai possibile che un tale ordine metodico possa aver avuto origine spontaneamente? 

È impossibile che una azione pianificata abbia luogo spontaneamente.  Per di più, né negli uccelli, né in altri animali migratori, esiste un orologio, di qualsiasi tipo.  Tutti gli esseri viventi migratori migrano ogni anno al momento che viene deciso da loro, ma non secondo il tempo scandito da un orologio interno.  Quello che alcuni chiamano orologio interno non è altro che il controllo che Allah esercita su questi esseri viventi.  Gli animali migratori obbediscono agli ordini di Allah, proprio come fanno tutte le altre cose nell’universo.
 

Utilizzo dell’energia 

Gli uccelli utilizzano molta energia in volo.  Per questa ragione hanno bisogno di più combustibile di quello necessario agli animali che vivono nell’acqua o sul suolo.  Ad esempio, per coprire la distanza di 3.000 chilometri tra le Hawaii e l’Alaska, un colibrì, che pesa solo pochi grammi, deve battere le ali due milioni e mezzo di volte.  Ciononostante può rimanere in volo anche 36 ore.  La velocità media in questo suo viaggio è di circa ottanta chilometri l’ora, e durante un volo così faticoso la quantità di acido nel suo sangue cresce a dismisura, tanto che rischia di svenire a causa dell’aumento della sua temperatura corporea.  Alcuni uccelli si salvano da questo pericolo atterrando al suolo.  Ma come fanno però a salvarsi quegli uccelli che migrano sorvolando enormi oceani?  Gli ornitologi hanno osservato che in questi frangenti gli uccelli stendono il più possibile le loro ali, e così si rinfrescano e si riposano. 

I metabolismi degli uccelli migratori sono forti abbastanza da sopportare questi sforzi.  Per esempio l’attività metabolica nel corpo di un colibrì, il più piccolo degli uccelli migratori, è venti volte più alta di quella di un elefante.  La temperatura di questi uccelli arriva fino a 62oC. 
 


Tecniche di volo 

Oltre ad essere stati creati già pronti a resistere durante questi voli faticosi, gli uccelli sono anche dotati dell’abilità di sfruttare i venti favorevoli. 

Per esempio, le cicogne raggiungono i 2.000 metri di altezza avvantaggiandosi delle correnti ascendenti di aria calda, per librarsi e poi planare rapidamente verso la prossima corrente aerea, senza neanche battere le ali. 

Un’altra tecnica di volo, usata dagli stormi di uccelli, è la formazione di volo a “V”.  Con questa tecnica gli uccelli più forti si posizionano avanti a tutti, fanno da scudo contro le correnti aeree contrarie, ed indicano agli uccelli più deboli la rotta da seguire.  L’ingegnere aeronautico Dietrich Kummel ha dimostrato che con questo tipo di organizzazione, lo stormo risparmia in generale il 23% degli sforzi necessari.
 

Volo a grandi altezze 

Alcuni uccelli migratori volano molto in alto.  Ad esempio le oche possono volare ad una altezza di 8.000 metri.  Questa è un’ altezza incredibile, se si considera che già a 5.000 metri l’atmosfera è del 63% meno densa di quanto lo è al livello del mare.  Per volare a quelle altezze, dove l’atmosfera è così rarefatta, l’uccello deve battere le sue ali più velocemente, e perciò ha bisogno di trovare ancora più ossigeno. 

Ma i polmoni di questi animali sono stati creati in modo tale da ottenere il massimo beneficio possibile dallo scarso ossigeno disponibile a quelle altezze.  I loro polmoni, che funzionano in modo differente da quelli dei mammiferi, li aiutano a ricavare, da un’aria così scarsa, il più alto livello di energia possibile.
 

Un perfetto senso dell’udito 

Durante la migrazione, gli uccelli prendono in considerazione anche i fenomeni atmosferici.  Ad esempio, cambiano direzione per evitare una bufera che si avvicina.  Melvin L. Kreithen, un ornitologo che ha condotto delle ricerche sull’udito degli uccelli,  ha osservato che alcuni uccelli riescono ad udire suoni di frequenze estremamente basse, che si diffondono su grandi distanze nell’ atmosfera.  Un uccello migratore pertanto può sentire una bufera che si sta formando su una montagna molto lontana, oppure un tuono sull’oceano a centinaia di chilometri di distanza.  Ed inoltre è un fatto conosciuto che gli uccelli stanno attenti a stabilire le loro rotte migratorie lontano dalle zone dove le condizioni atmosferiche possano essere rischiose.
 

Percezione della direzione 

Come fanno gli uccelli a trovare la direzione giusta, durante questi voli lunghi migliaia di chilometri, senza l’aiuto di una mappa, di una bussola o di un qualche strumento similare? 

La prima teoria che è stata suggerita su questo argomento è che gli uccelli memorizzano le caratteristiche del suolo che sorvolano, e così riescono a raggiungere la loro destinazione senza confondersi.  Ma degli esperimenti hanno dimostrato che questa teoria non è corretta. 

In uno di questi esperimenti, su dei piccioni furono usate delle lenti opache atte ad annebbiargli la vista.  Impedendogli in questo modo di navigare basandosi sui soliti punti di riferimento al suolo. Tuttavia i piccioni riuscirono comunque a trovare la direzione giusta, anche se furono rimessi in volo ad alcuni chilometri di distanza dal loro stormo. 

Delle ricerche svolte più avanti hanno dimostrato che il campo magnetico della terra sembra avere effetto sulle delle specie di uccelli.  Vari studi hanno dimostrato che gli uccelli possiedono qualcosa di simile a degli avanzati sistemi recettori magnetici, che gli permettono di trovare la direzione giusta facendo uso del campo magnetico terrestre, di cui ne percepiscono le variazioni durante le loro migrazioni.  Degli altri esperimenti hanno rivelato che questi uccelli possono percepire variazioni del campo magnetico anche di solo il 2%. 

Qualcuno pensa che può spiegare tutto questo col dire che gli uccelli hanno una specie di bussola nel loro corpo.  Ma la questione principale, comunque, è proprio qui. 

La domanda è questa:  come possono gli uccelli essere equipaggiati con una “bussola naturale”?  Noi sappiamo che la bussola è una “invenzione” ed un’opera dell’umana intelligenza.  Perciò come può una bussola – un apparato cioè prodotto dall’uomo grazie all’insieme delle sue conoscenze – esistere nei corpi degli uccelli?  È mai possibile che, anni fa, una specie di uccelli, mentre era alla ricerca della direzione giusta, ha pensato di far uso del campo magnetico della terra, ed ha inventato un recettore magnetico per il suo stesso corpo?  Oppure, in alternativa, è mai possibile che una specie di uccelli, anni fa, fu equipaggiata da un tale meccanismo, solo per “coincidenza”?  Certamente no …

Né l’uccello stesso né una coincidenza possono aver aggiunto una bussola estremamente avanzata al suo corpo.  La sua struttura corporea, i polmoni, le ali, il sistema digestivo e la sua abilità nel trovare la giusta direzione sono degli esempi della perfetta creazione di Allah: 

Egli è Allah – Il Creatore, Colui che dà inizio a tutte le cose, Colui che forgia tutte le cose.  A Lui appartengono i nomi più belli.  Tutto ciò che è nei cieli e sulla Terra rende glori  Lui.  Egli è l’Onnipotente, il Saggio.” (Surat al-Hashr: 24) 

 

(Harun Yahya, I Segni nei Cieli ed in Terra Per gli Uomini con Discernimento)


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